Sommario

Papa Francesco e i suoi collaboratori, attraverso errori o eresie, stanno causando  molte Confessioni invalide e sacrileghe.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Chiedo anzitutto a Dio che la sua sapienza mi guidi in tutto ciò che sto per dire:

“Dio dei padri e Signore di misericordia,  che tutto hai creato con la tua parola, che con la tua sapienza hai formato l’uomo, perché domini sulle creature che tu hai fatto, e governi il mondo con santità e giustizia  e pronunzi giudizi con animo retto, dammi la sapienza, che siede accanto a te in trono  e non mi escludere dal numero dei tuoi figli, perché io sono tuo servo e figlio della tua ancella, uomo debole e di vita breve, incapace di comprendere la giustizia e le leggi. Anche il più perfetto tra gli uomini, privo della tua sapienza,  sarebbe stimato un nulla. Con te è la sapienza che conosce le tue opere, che era presente quando creavi il mondo; essa conosce che cosa è gradito ai tuoi occhi e ciò che è conforme ai tuoi decreti.

Mandala dai cieli santi, dal tuo trono glorioso, perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica  e io sappia che cosa ti è gradito. Essa tutto conosce e tutto comprende: mi guiderà con prudenza nelle mie azioni   e mi proteggerà con la sua gloria.” (Sap 9, 1-6. 9-11)

Nell’ultimo documento del Dicastero per la Dottrina della Fede, del febbraio 2024[1],  il Papa sottolinea l’importanza fondamentale della retta celebrazione dei Sacramenti per non renderli invalidi, però, sono il Papa stesso e il suo fedele ispiratore e discepolo Cardinal Fernández e i loro seguaci a porre le fondamenta per l’invalidità del Sacramento della Confessione.

Dio intervenga!

Premetto a tutto quello che dirò qualcosa di estremamente importante per intendere ciò che Papa Francesco sta attuando nella Chiesa.

L’attuale Pontefice sta attuando chiaramente un colossale cambiamento di dottrina, ossia un colossale tradimento della sana dottrina cattolica, che è stato indicato significativamente con il termine “cambiamento di paradigma”, cioè un tradimento radicale della sana dottrina su molti aspetti della stessa, come ho evidenziato molto chiaramente nei due volumi del mio libro intitolato appunto: “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia”[2].

Nel 2020  il Cardinale tedesco Müller ha detto: “Dietro il discorso pseudointellettuale del ‘mutamento di paradigma’, si trova solo l’eresia non mascherata che falsifica la parola di Dio”.[3] Nel 2018 lo stesso Cardinale affermò: “Ora, il capitolo VIII di Amoris Laetitia è stato oggetto di interpretazioni contraddittorie. Quando in un contesto simile alcuni parlano di un cambio di paradigma, ciò sembra essere una ricaduta nel modo modernista e soggettivista di interpretare la fede cattolica. … Chi parla di una svolta copernicana nella teologia morale, che trasforma una diretta violazione dei comandamenti di Dio in una lodevole decisione di coscienza, si esprime abbastanza chiaramente contro la fede cattolica. L’etica della situazione resta una falsa teoria etica, anche se qualcuno dicesse di trovarla in Amoris Laetitia. … è impossibile per un cattolico ricevere i sacramenti in maniera degna, senza decidere di abbandonare un modo di vivere che è in opposizione agli insegnamenti di Cristo.”[4]

Papa Francesco e i suoi collaboratori stanno realizzando il tradimento di cui ho parlato non in modo limpido e netto ma in modo “furbo” e subdolo, facendo pensare che loro non stanno cambiando  la sana dottrina ma la stanno semplicemente facendo evolvere, come ho spiegato lungamente nel I volume del mio libro appena citato[5]. L’Arcivescovo emerito di La Plata Monsignor H. Aguer, che conosce bene e da lungo tempo Papa Francesco, in un comunicato diffuso pubblicamente, ha affermato riguardo alla Dichiarazione Fiducia supplicans pubblicata dal Dicastero per la Dottrina della Fede e approvata dal Papa: “È scandaloso che questa dichiarazione contraddica quanto affermato dal Dicastero due anni fa con la firma del cardinale Luis Ladaria” circa il fatto che  “una coppia omosessuale non può essere benedetta perché Dio non può benedire il peccato”.

… “Lo stile è quello della dissimulazione proprio di Papa Francesco: le cose si dicono senza troppa convinzione, ma in modo da essere pienamente comprese, contrariamente alla Tradizione. …”  L’Arcivescovo  ha quindi affermato che: “Fiducia Supplicans mostra dove puntava il capitolo ottavo dell’esortazione Amoris laetitia” e che ora si rivela in tutta la sua realtà il piano di Papa Francesco che si attua attraverso la dissimulazione, attraverso tale piano: “l’attuale pontificato su numerose questioni propone una nuova posizione che corregge la dottrina della Chiesa. E la sua Tradizione inalterabile.” Che equivale a dire che questo Pontificato diffonde errori di livello praticamente ereticale[6], in quanto essi si oppongono alla Tradizione che non può essere alterata![7]

Per noi è importante sottolineare qui come lo stile del Papa Francesco è quello della dissimulazione: le cose si dicono senza troppa convinzione, ma in modo da essere pienamente comprese, contrariamente alla Tradizione, cioè Papa Francesco propone colossali errori anche di livello praticamente ereticale, contrari alla Tradizione, ma dissimulando, cioè agendo, per quanto  possibile, in modo subdolo, “sotterraneo” e con un parlare spesso ambiguo. Quindi riguardo a ciò che vedremo non dovete aspettarvi per lo più affermazioni papali che condannano con grande forza ed evidenza la sana dottrina della Chiesa e che mettono in grande evidenza i cambiamenti che Papa Francesco sta attuando, dovete aspettarvi invece per lo più documenti in cui attraverso frasi apparentemente innocue si cela un radicale cambiamento che, come vedremo, conduce a Sacramenti invalidi, Comunioni sacrileghe e quindi scandali e colossali danni delle anime nonché affermazioni ereticali.

Papa Francesco ed i suoi collaboratori risponderanno di tutto questo davanti a Dio.

Dio intervenga presto!

 

 

1) Sacramenti invalidi  a causa di errori di Papa Francesco che incidono sul proposito di non peccare e quindi sulla contrizione del penitente.

 

 

a) La contrizione e la sua necessità per un’assoluzione sacramentale valida.

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

Domandiamoci anzitutto cosa è la contrizione e quali sono gli elementi di una vera contrizione.

Sintetizzando quanto dissi su questo argomento nel I volume del mio libro[8] possiamo affermare con il Catechismo di s. Pio X  al n. 682 che: “La contrizione ossia il dolore dei peccati, é un dispiacere dell’animo, pel quale si detestano i peccati commessi e si propone di non farne più in avvenire.”

Il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 1451 ribadisce che la contrizione è « il dolore dell’animo e la riprovazione del peccato commesso, accompagnati dal proposito di non peccare più in avvenire »[9], essa è perfetta se è mossa dalla grazia e dalla carità, altrimenti è imperfetta ed è detta attrizione.

Tale contrizione, sia perfetta (contrizione perfetta) che imperfetta (attrizione), è soprannaturale (cfr. Catechismo Maggiore s. Pio X nn. 714.717), si compie sotto l’azione dello Spirito Santo[10].

Come vedemmo nel mio libro che ho appena citato, per essere efficace in ordine ad una valida Confessione, la contrizione deve avere delle caratteristiche ben precise, infatti deve contenere in sé:

1) dolore per il peccato;

2) detestazione del peccato;

3) proposito di non più peccare.

Come precisato nei testi dei grandi moralisti e come ho riportato ampiamente nel mio testo appena citato, per essere efficaci in ordine ad una Confessione valida sia il dolore che la detestazione che il proposito inclusi nella contrizione devono avere a loro volta delle particolari caratteristiche.

Sintetizzando quanto vedemmo nel I volume del mio libro possiamo dire in particolare che il proposito di cui parliamo deve essere “una volontà risoluta di non commettere mai più il peccato e di usare tutti i mezzi necessari per fuggirlo” e “deve avere principalmente tre condizioni: deve essere assoluto, universale ed efficace.” (Catechismo di s. Pio X numeri 731s).

Continua lo stesso Catechismo “733. Che cosa vuol dire: proponimento assoluto? Vuol dire che il proponimento deve essere senza alcuna condizione di tempo, di luogo, o di persona.

  1. Che cosa vuol dire: il proponimento deve essere universale? Il proponimento deve essere universale, vuol dire che dobbiamo voler fuggire tutti i peccati mortali, tanto quelli già altre volte commessi, quanto altri che potremmo commettere.
  1. Che cosa vuol dire: il proponimento deve essere efficace? Il proponimento deve essere efficace, vuol dire che bisogna avere una volontà risoluta di perdere prima ogni cosa che commettere un nuovo peccato, di fuggire le occasioni pericolose di peccare, di distruggere gli abiti cattivi, e di adempiere gli obblighi contratti in conseguenza dei nostri peccati.”

Perché si abbia una vera contrizione che possa condurre ad una valida Confessione il proposito, che è, uno degli elementi necessari della contrizione, deve avere le caratteristiche appena indicate; un proposito che manchi di queste caratteristiche rende invalida l’assoluzione; infatti l’ assoluzione sacramentale data al penitente che manca di vera contrizione e quindi di vero proposito di non peccare, è nulla, i dati biblici e della Tradizione sono molto chiari a riguardo, ne ho parlato lungamente nel mio libro citato più volte[11]; sintetizzando quanto dissi nel mio libro appena indicato posso affermare con il Catechismo di s. Pio X:  “689. … Delle parti del sacramento della Penitenza la più necessaria è la contrizione, perché senza di essa non si può mai ottenere il perdono dei peccati, e con essa sola, quando sia perfetta, si può ottenere il perdono, purché sia congiunta col desiderio, almeno implicito, di confessarsi.”

I testi più autorevoli su questo punto, come ho evidenziato nel mio libro li troviamo nei documenti magisteriali prodotti da 2 Concili Ecumenici

Il Concilio di Firenze affermò che: quarto sacramento è la penitenza, di cui quasi materia sono gli atti del penitente, distinti in tre parti: la prima delle quali è la contrizione del cuore, che consiste nel dolore del peccato commesso, col proposito di non peccare in avvenire; la seconda è la confessione orale, nella quale il peccatore confessa integralmente al suo sacerdote tutti i peccati di cui si ricorda; terzo, la soddisfazione dei peccati, ad arbitrio del sacerdote. [12]

Dopo il Concilio di Firenze ha particolare importanza per noi  la condanna di qualche affermazione di Lutero fissata nella “Exsurge Domine” di Leone X in cui leggiamo: “11. Nullo modo confidas absolvi propter tuam contritionem, sed propter verbum Christi: ‘Quodcumque solveris’ etc. (Mt 16,19). Hinc, inquam, confide, si sacerdotis obtinueris absolutionem, et crede fortiter te absolutum, et absolutus vere eris, quidquid sit de contritione.

12.Si per impossibile confessus non esset contritus, aut sacerdos non serio, sed ioco absolveret, si tamen credat se absolutum, verissime est absolutus.”[13]

Non credere di essere assolto per la tua contrizione ma credi che lo sei per la parola di Cristo: “Tutto ciò che scioglierete …”(Mt. 16,19) Confida in questo: nell’assoluzione del sacerdote ; e credi fortemente che sei assolto e veramente sarai assolto indipendentemente dalla Confessione. Se credi che sei assolto, anche se ti sei confessato senza contrizione o il sacerdote ti ha assolto per gioco, sei veramente assolto.

Se credi di essere assolto e hai ottenuto l’assoluzione del sacerdote, anche se il sacerdote stesse giocando, anche se non hai la contrizione, sei assolto, dice essenzialmente Lutero; per i nostri interessi è bene sottolineare che queste affermazioni sono condannate dalla Santa Sede perché, come stiamo vedendo, senza contrizione l’assoluzione è nulla. La contrizione è elemento necessario  per una valida assoluzione.  D’altra parte l’assoluzione data per gioco non ha valore perché occorre da parte del confessore l’intenzione di amministrare il Sacramento , come insegna anche s. Tommaso (“De articulis Fidei”, pars 2 co.)

Il Concilio di Trento, ha affermato riguardo alla contrizione che: “Sono quasi materia di questo sacramento gli atti dello stesso penitente e cioè: la contrizione, la confessione, la soddisfazione. E poiché questi si richiedono, nel penitente, per l’integrità del sacramento e per la piena e perfetta remissione dei peccati, per questo sono considerati parti della penitenza.” [14]

Il Concilio di Trento ha poi precisato che questo atto di contrizione è stato sempre necessario per impetrare la remissione dei peccati e nell’uomo caduto in peccato dopo il Battesimo esso prepara alla remissione dei peccati se accompagnato dalla fiducia nella divina Misericordia e dal voto di  adempiere tutto quello che è richiesto per ricevere nel modo dovuto questo Sacramento della Penitenza.[15]

Inoltre lo stesso Concilio ha dichiarato: “… che questa contrizione include non solo la cessazione del peccato e il proposito e l’inizio di una nuova vita, ma anche l’odio della vecchia vita, conforme all’espressione: Allontanate da voi tutte le vostre iniquità, con cui avete prevaricato e costruitevi un cuore nuovo ed un’anima nuova (Ez. 18,31)”. [16]

Nella linea del Concilio di Trento il Codice di Diritto Canonico afferma che, affinché i penitenti ricevano: “il rimedio salvifico del sacramento della penitenza, devono essere disposti in modo tale che, ripudiando i peccati commessi e avendo il proposito di emendare la propria vita, tornino a Dio”. (Canone 987)

S. Giovanni Paolo II affermò: “La verità, che viene dal Verbo e deve portarci a Lui, spiega perché la confessione sacramentale debba derivare ed essere accompagnata non da un mero impulso psicologico, quasi che il sacramento sia un surrogato di terapie appunto psicologiche, ma dal dolore fondato su motivi soprannaturali, perché il peccato viola la carità verso Dio Sommo Bene, ha causato le sofferenze del Redentore e procura a noi la perdita dei beni eterni. In questa prospettiva appare chiaro come la confessione debba essere umile, integra, accompagnata dal proposito solido e generoso dell’emenda per l’avvenire e finalmente dalla fiducia di conseguire questa medesima emenda.” [17]

Lo stesso Papa precisò: “È inoltre evidente di per sé che l’accusa dei peccati deve includere il proponimento serio di non commetterne più nel futuro. Se questa disposizione dell’anima mancasse in realtà non vi sarebbe pentimento: questo, infatti, verte sul male morale come tale, e dunque non prendere posizione contraria rispetto ad un male morale possibile sarebbe non detestare il male, non avere pentimento. Ma come questo deve derivare innanzi tutto dal dolore di avere offeso Dio, così il proposito di non peccare deve fondarsi sulla grazia divina, che il Signore non lascia mai mancare a chi fa ciò che gli è possibile per agire onestamente.”[18]

Ancora s. Giovanni Paolo II affermò in un’ importante Enciclica sullo Spirito Santo: “Senza una vera conversione, che implica una interiore contrizione e senza un sincero e fermo proposito di cambiamento, i peccati rimangono «non rimessi», come dice Gesù e con lui la Tradizione dell’Antica e della Nuova Alleanza.” [19]

Questa dottrina è di livello dogmatico e appartiene chiaramente agli insegnamenti infallibili della Chiesa infatti si basa sulla S. Scrittura e sulla Tradizione, è stata solennemente sancita nel Concilio di Trento[20] ed è stata costantemenente ribadita dai Dottori, dai grandi Teologi e dal Magistero della Chiesa come si può vedere nell’ampio studio che ho presentato su questo tema: senza una vera contrizione, che implica vero proposito di non peccare, non c’è valida assoluzione.[21]

Quindi chi è incapace di contrizione è incapace di assoluzione[22].

 

 

b) Confessioni invalide a causa di Amoris Laetitia e del n. 6 della famosa lettera dei Vescovi argentini;  quando il “Magistero autentico” si oppone al Magistero dogmatico del Concilio di Trento.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce.

La lettera inviata dai Vescovi argentini al Papa, da Lui approvata e  riconosciuta  come Magistero Autentico (Acta Apostolicae Sedis , 2016, n. 10, p. 1074), afferma in particolare riguardo ai divorziati risposati: se possibile, vivano in castità, se tale possibilità non è fattibile è possibile un cammino di discernimento  e quindi aggiunge :“ Si se llega a reconocer que, en un caso concreto, hay limitaciones que atenúan la responsabilidad y la culpabilidad (cf. 301-302), particularmente cuando una persona considere que caería en una ulterior falta dañando a los hijos de la nueva unión, Amoris laetitia abre la posibilidad del acceso a los sacramentos de la Reconciliación y la Eucaristía (cf. notas 336 y 351). Estos a su vez disponen a la persona a seguir madurando y creciendo con la fuerza de la gracia.”[23]

Se si giunge a riconoscere che, nel caso concreto, esistono limitazioni che attenuano la responsabilità e la colpa (cfr 301-302), soprattutto quando una persona ritiene che cadrebbe in un’ulteriore colpa nuocendo ai figli della nuova unione, Amoris Laetitia apre la possibilità di accesso ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia (cfr note 336 e 351). Questi a loro volta dispongono la persona a continuare a maturare e a crescere con la forza della grazia.

Tale affermazione appare, purtroppo, in evidente contrasto con quello che  la Congregazione per la Dottrina della Fede scrisse qualche anno prima: “In ogni caso l’assoluzione può essere concessa solo se c’è la certezza di una vera contrizione, vale a dire “il dolore interiore e la riprovazione del peccato che è stato commesso, con la risoluzione di non peccare più” (cfr. Concilio di Trento, Dottrina sul sacramento della Penitenza, c.4). In questa linea non si può assolvere validamente un divorziato risposato che non prenda la ferma risoluzione di “non peccare più” e quindi si astenga dagli atti propri dei coniugi, e facendo in questo senso tutto quello che è in suo potere.”[24] Sottolineo: non ci può essere valida assoluzione se manca il proposito di non peccare. Ancora la Congregazione per la Dottrina della Fede , condannando le affermazioni di suor Farley, nel 2012, ha affermato tra l’altro: “ Se i divorziati si sono risposati civilmente, essi si trovano in una situazione che oggettivamente contrasta con la legge di Dio. Perciò essi non possono accedere alla Comunione eucaristica, per tutto il tempo che perdura tale situazione. Per lo stesso motivo non possono esercitare certe responsabilità ecclesiali. La riconciliazione mediante il sacramento della Penitenza non può essere accordata se non a coloro che si sono pentiti di aver violato il segno dell’Alleanza e della fedeltà a Cristo, e si sono impegnati a vivere in una completa continenza»[25].”[26]  La riconciliazione mediante il sacramento della Penitenza non può essere accordata se non a coloro che sono pentiti dei loro peccati e si impegnano a vivere secondo la Legge di Dio …

Il Signore ci illumini, la sua Verità e la sua Carità risplendano nelle nostre menti e nei nostri cuori.

Nella Familiaris Consortio leggiamo al n.84: “ La riconciliazione nel sacramento della penitenza — che aprirebbe la strada al sacramento eucaristico — può essere accordata solo a quelli che, pentiti di aver violato il segno dell’Alleanza e della fedeltà a Cristo, sono sinceramente disposti ad una forma di vita non più in contraddizione con l’indissolubilità del matrimonio. Ciò comporta, in concreto, che quando l’uomo e la donna, per seri motivi — quali, ad esempio, l’educazione dei figli — non possono soddisfare l’obbligo della separazione, «assumono l’impegno di vivere in piena continenza, cioè di astenersi dagli atti propri dei coniugi»[27].

Sottolineo: la riconciliazione mediante il sacramento della Penitenza non può essere accordata se non a coloro che sono pentiti dei loro peccati e si impegnano a vivere secondo la Legge di Dio …  S. Giovanni Paolo II, preghi per noi e ci ottenga grande sapienza soprannaturale.

Nel famoso documento della Congregazione per la Dottrina della Fede del 1994 sulla possibilità di dare l’Eucaristia a divorziati risposati leggiamo: “Per i fedeli che permangono in tale situazione matrimoniale, l’accesso alla Comunione eucaristica è aperto unicamente dall’assoluzione sacramentale, che può essere data «solo a quelli che, pentiti di aver violato il segno dell’Alleanza e della fedeltà a Cristo, sono sinceramente disposti ad una forma di vita non più in contraddizione con l’indissolubilità del matrimonio. Ciò importa, in concreto, che quando l’uomo e la donna, per seri motivi — quali, ad esempio, l’educazione dei figli — non possono soddisfare l’obbligo della separazione, «assumano l’impegno di vivere in piena continenza, cioè di astenersi dagli atti propri dei coniugi» (Ibid,. n. 84: AAS 74 (1982) 186; cf. Giovanni Paolo II, Omelia per la chiusura del VI Sinodo dei Vescovi, n. 7: AAS 72 (1982) 1082.). In tal caso essi possono accedere alla comunione eucaristica, fermo restando tuttavia l’obbligo di evitare lo scandalo.” [28]  Sottolineo: la riconciliazione mediante il sacramento della Penitenza non può essere accordata se non a coloro che sono pentiti dei loro peccati e si impegnano a vivere secondo la Legge di Dio …

Dio ci liberi da ogni errore.

Nella “Sacramentum Caritatis” Benedetto XVI affermò ancora riguardo ai divorziati risposati:  “29.   Infine, là dove non viene riconosciuta la nullità del vincolo matrimoniale e si danno condizioni oggettive che di fatto rendono la convivenza irreversibile, la Chiesa incoraggia questi fedeli a impegnarsi a vivere la loro relazione secondo le esigenze della legge di Dio, come amici, come fratello e sorella; così potranno riaccostarsi alla mensa eucaristica, con le attenzioni previste dalla provata prassi ecclesiale. ”[29]  Sottolineo: la riconciliazione mediante il sacramento della Penitenza non può essere accordata se non a coloro che sono pentiti dei loro peccati e si impegnano a vivere secondo la Legge di Dio …  Dio ci doni la sua Luce e ci liberi da ogni errore!

Tra i vari testi importanti che affermano la dottrina appena presentata voglio qui indicare in particolare i seguenti: l’introduzione del Cardinale Joseph Ratzinger al testo “Sulla pastorale dei divorziati risposati” [30] e la lettera inviata dal Cardinal Ratzinger a “The Tablet” (“The Tablet” 26–10 –1991, pp.1310–11); su questi due testi si può anche consultare con frutto il mio libro più volte citato.[31]  Di particolare importanza per vedere come la norma morale presentata da s. Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI è in continuità con la Tradizione e la Bibbia riguardo ai divorziati risposati è l’introduzione del Cardinale Joseph Ratzinger appena citata[32].

Tutti questi testi ribadiscono quanto abbiamo visto più sopra: se il penitente non ha un vero proposito di non peccare non può essere assolto e l’assoluzione sacramentale a lui amministrata è invalida!

Questi testi di s. Giovanni Paolo II , di Benedetto XVI, della Congregazione per la Dottrina della Fede infatti allorché affermano che non può essere assolto il penitente, divorziato risposato, che non si pente e non si propone seriamente di vivere secondo tutta la Legge divina, stanno dicendo che una eventuale assoluzione di chi non ha tale pentimento e proposito è invalida, come afferma la sana dottrina cattolica; infatti, come disse s. Giovanni Paolo II: “Senza una vera conversione, che implica una interiore contrizione e senza un sincero e fermo proposito di cambiamento, i peccati rimangono «non rimessi», come dice Gesù e con lui la Tradizione dell’Antica e della Nuova Alleanza.” [33]

Come è evidente da quanto abbiamo detto finora e da quanto ho più ampiamente affermato nel mio libro[34], la lettera dei Vescovi argentini, approvata dal Papa come Magistero autentico, e quindi l’Amoris Laetitia che tale lettera interpreta con precisione, consentono, a differenza dei testi magisteriali appena presentati e contro quanto la Chiesa ha fissato sulla base della S. Scrittura, che riceva l’assoluzione sacramentale e poi la Comunione Eucaristica, chi non ha il proposito di non commettere più atti oggettivamente e gravemente contrari alla Legge divina. Senza proposito, però, e in particolare senza proposito di evitare atti gravemente contrari alle norme negative del Decalogo non ci può essere assoluzione valida; quindi Papa Francesco e i Vescovi argentini diffondono colossali errori praticamente di livello ereticale che determinano Confessioni invalide.

Sulla lettera dei Vescovi argentini è intervenuto nel 2023 il Dicastero per la Dottrina della Fede attraverso una “Risposta …” alle domande presentate dal Cardinale Duka; attraverso varie affermazioni ambigue il Dicastero ha ribadito fondamentalmente quanto ho appena detto: chi non ha il proposito, assoluto, universale ed efficace di non peccare può ricevere l’assoluzione ed ha aggiunto che: “… è ogni persona, individualmente, che è chiamata a mettersi davanti a Dio e ad esporgli la propria coscienza, con le sue possibilità e i suoi limiti. Questa coscienza, accompagnata da un sacerdote e illuminata dagli orientamenti della Chiesa, è chiamata a formarsi per valutare e dare un giudizio sufficienti per discernere la possibilità di accedere ai sacramenti.”[35]

Il Cardinale Müller ha pubblicato una forte risposta a questo testo del Dicastero per la Dottrina della Fede in essa ha precisato: “In ogni caso, però, anche prescindendo da queste imprecisioni, sembra chiaro ciò che vogliono dire sia la “Risposta” che il testo di Buenos Aires. Si potrebbe formulare come segue: ci sono casi particolari in cui, dopo un periodo di discernimento, è possibile dare l’assoluzione sacramentale a un battezzato che, dopo aver contratto un matrimonio sacramentale, mantiene rapporti sessuali con una persona con cui vive una seconda unione, senza che il battezzato debba prendere la risoluzione di non continuare ad avere questi rapporti, sia perché discerne che non gli è possibile, sia perché discerne che questa non è la volontà di Dio per lui.”[36]

Il Cardinale tedesco ha poi spiegato che quanto afferma la “Risposta” del Dicastero indicato e la lettera dei Vescovi argentini va contro ciò che afferma sia il Magistero ordinario di Benedetto XVI che di Giovanni Paolo II ma soprattutto va contro la fede cattolica definita dogmaticamente al Concilio di Trento:

“ … questo insegnamento si oppone ad altre dottrine della Chiesa, che non sono solo affermazioni del magistero ordinario, ma sono state insegnate in modo definitivo come appartenenti al deposito della fede.

Il Concilio di Trento insegna, in effetti, le seguenti verità: che la confessione sacramentale di tutti i peccati gravi è necessaria per la salvezza (DH 1706-1707); che vivere in una seconda unione come marito e moglie mentre esiste il vincolo coniugale è un peccato grave di adulterio (DH 1807); che una condizione per dare l’assoluzione è la contrizione del penitente, che include il dolore per il peccato e il proposito di non peccare più (DH 1676; 1704); che al battezzato non è impossibile osservare i precetti divini (DH 1536,1568). Tutte queste affermazioni non richiedono solo un assenso religioso, ma devono essere credute con fede ferma, in quanto sono contenute nella rivelazione, o almeno accolte e ritenute fermamente in quanto sono proposte dalla Chiesa in modo definitivo. In altre parole, la scelta non è più tra due proposizioni del Magistero ordinario, ma è in gioco l’accettazione di elementi costitutivi della dottrina cattolica. … Gesù dice: “Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio” (Mc 10,11s). E la conseguenza è: “Né i fornicatori né gli adulteri […] erediteranno il regno di Dio” (1 Cor 6,10). Questo significa anche che questi divorziati non sono degni di ricevere la comunione prima di aver ricevuto l’assoluzione sacramentale, il che a sua volta richiede il pentimento dei propri peccati, insieme al proposito di emendarsi.” [37]

La “Risposta”, continua il Cardinale tedesco, cerca anche di far pensare che tale dottrina sulla decisione riguardo alla possibilità del Sacramento si leghi alla dottrina di s. Giovanni Paolo II ma ciò è falso.

La “Risposta” suddetta, approvata dal Papa e pubblicata dal Dicastero per la Dottrina della Fede, come emerge chiaramente dalle parole del Cardinale Müller, si oppone alle affermazioni di fede definita di Trento per cui: “… una condizione per dare l’assoluzione è la contrizione del penitente, che include il dolore per il peccato e il proposito di non peccare più (DH 1676; 1704); che al battezzato non è impossibile osservare i precetti divini (DH 1536,1568).”.

La “Risposta” permette quindi di assolvere il penitente anche se non ha la contrizione, ma, come visto, una tale assoluzione sacramentale è nulla.

Inoltre è sacrilegio amministrare o ricevere colpevolmente[38] il Sacramento della Confessione senza proposito di non peccare e quindi senza contrizione, perché è una profanazione di un Sacramento.

Quindi il Cardinale Fernández in unione con il Papa Francesco sta diffondendo affermazioni che evidentemente causano Confessioni nulle e sacrileghe e, con esse, Comunioni sacrileghe, come possiamo già intendere e come vedremo meglio più avanti.

S. Cipriano affermò: “… è venuto fuori infatti un nuovo genere di strage. … un nuovo male si è aggiunto al cumulo dei precedenti. È un male che trae in inganno, perché si presenta sotto l’aspetto della misericordia; è una rovina che si riveste di bontà. Contro la potenza del vangelo, contro la legge del Signore e di Dio alcuni temerari concedono la comunione a gente non preparata. Danno una pace falsa e non valida, pericolosa per chi la dà e per nulla vantaggiosa per chi la riceve. Non cercano né di sopportare per poter guarire, né la vera medicina attraverso la penitenza. Hanno eliminato dall’animo il pentimento e il ricordo del gravissimo e mostruoso delitto. Nascondono le ferite di gente che muore e il colpo mortale che ha colpito a fondo, mettendo a tacere il dolore. Stanno ancora ritornando dall’altare del diavolo e già si accostano al sacrificio del Signore con mani impure e infette di fumo.”[39]

Ai nostri tempi qualcosa di simile ma ancora più grave a ciò che dice s. Cipriano si sta verificando, con colossale scandalo e danno per le anime, addirittura a causa del Papa e dei suoi collaboratori.

Dio intervenga.

 

 

c) Confessioni invalide a causa della cancellazione  della dottrina sull’assoluta obbligatorietà delle Leggi divine negative.

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

Lo studio attento della Scrittura fa emergere chiaramente come Dio ci chiama assolutamente ad osservare la sua Legge e non consente a nessuno di agire contro le sue norme (Lv. 18,4s. 26; 19,19.37; 20,8.22; 25,18; Dt. 4,2.6; 11,22; 13,1.5) questa perfetta osservanza della Legge divina, cioè della volontà divina, è compendiata da Dio in una parola: essere santi come Lui: “Sarete santi per me, poiché io, il Signore, sono santo” (Levitico 20, 26; 20,7; 19,2; 11,44s).

Gesù ha ribadito la validità della Legge e l’ha portata a compimento (Mt 5,17-19); Egli ha vissuto in pienezza la Legge e ci chiama ad essere, in Lui e con Lui, perfetti (Mt. 5,48 cfr. anche Col. 4, 12; Eb. 13,21; Gc. 1,4) perfetti come il Padre (Mt. 5,48), perfetti nella misericordia (Lc. 6, 36) cioè nella santità (1 Pt. 1,15), nell’ attuazione della Legge divina perfezionata da Cristo (Gv 8, 51s; 14,21; 14,24; 1 Gv 2,4s; 3,24). Cristo ci ha lasciato un perfetto esempio di attuazione della Legge divina e noi dobbiamo seguirne le orme (1 Pt. 1,15),  per amare come Lui ha amato (Gv 13, 34).

Dio vuole, dunque, la nostra santificazione nell’attuazione della sua Legge in Cristo! Non esistono indicazioni divine nel senso che Egli voglia che alcuni trasgrediscano questa sua volontà, anzi Dio prevede castighi per coloro che trasgrediscono i suoi comandi, sia nell’ Antico Testamento che nel Nuovo, l’inferno è appunto la pena somma che Dio infligge a coloro che non osservano la sua Legge!

Nel libro del Siracide leggiamo significativamente che Dio: “… non ha comandato a nessuno di essere empio e non ha dato a nessuno il permesso di peccare.” (Sir. 15,20).

  1. Paolo infine ci ricorda che Dio: “non può rinnegare se stesso” (2 Tim. 2,13).

Nessun testo del Nuovo Testamento parla di una richiesta o di una possibile  richiesta divina, dopo la venuta di Cristo, a compiere atti contrari al Decalogo e in particolare alle norme negative del Decalogo, ma anzi parla della necessità di accettare il martirio piuttosto che compiere tali atti[40].

Cristo ci chiama a vivere i suoi comandi fino al martirio, ci chiama ad essere pronti al martirio; la vera carità implica questo: essere pronti a dare la vita piuttosto che trasgredire gravemente un comando della Legge di Dio, specialmente un comando negativo di tale Legge (Mt. 10,28.37-44; 16,24s; Lc 9,22-25; 14,25-27; 1 Gv. 3,14-18; Gv. 15,12 etc. ).

Nella linea del s. Vangelo s. Ignazio di Antiochia, pochi anni dopo Cristo, affermò: “Se noi, con la grazia sua, non siamo pronti a morire per partecipare alla sua Passione, la sua vita non è in noi.”[41]

 

Si veda ciò che dice a questo riguardo, appunto nella linea del Vangelo e della Tradizione, la “Veritatis Splendor” di s. Giovanni Paolo II ai nn. 90ss., in essi leggiamo anzitutto: “Il rapporto tra fede e morale splende in tutto il suo fulgore nel rispetto incondizionato che si deve alle esigenze insopprimibili della dignità personale di ogni uomo, a quelle esigenze difese dalle norme morali che proibiscono senza eccezioni gli atti intrinsecamente cattivi.”(“Veritatis Splendor” n.90)

Al n. 91 della stessa Enciclica leggiamo inoltre: “La Chiesa propone l’esempio di numerosi santi e sante, che hanno testimoniato e difeso la verità morale fino al martirio o hanno preferito la morte ad un solo peccato mortale. Elevandoli all’onore degli altari, la Chiesa ha canonizzato la loro testimonianza e dichiarato vero il loro giudizio, secondo cui l’amore di Dio implica obbligatoriamente il rispetto dei suoi comandamenti, anche nelle circostanze più gravi, e il rifiuto di tradirli, anche con l’intenzione di salvare la propria vita.” (“Veritatis Splendor” n.91)

Sottolineo: l’amore di Dio, cioè la carità, implica obbligatoriamente il rispetto dei suoi comandamenti, anche nelle circostanze più gravi, e il rifiuto di tradirli, anche con l’intenzione di salvare la propria vita.

Il martirio pone in evidenza appunto l’assoluta obbligatorietà della Legge divina, che implica, per la fedeltà dovuta a Dio, il dovere assoluto di accettare la morte e la perdita di tutto, in questo mondo, piuttosto che compiere atti contrari a tale Legge. [42]

Nel Catechismo della Chiesa Cattolica leggiamo al n. 2072: “Poiché enunciano i doveri fondamentali dell’uomo verso Dio e verso il prossimo, i dieci comandamenti rivelano, nel loro contenuto essenziale, obbligazioni gravi. Sono sostanzialmente immutabili e obbligano sempre e dappertutto. Nessuno potrebbe dispensare da essi. I dieci comandamenti sono incisi da Dio nel cuore dell’essere umano.”

La Chiesa, basandosi sulla Parola di Dio, ha affermato l’assoluta obbligatorietà dei precetti negativi del Decalogo.[43]

In un importante articolo pubblicato sull’Osservatore Romano leggiamo: “La tradizione morale cristiana ha sempre distinto fra norme «positive» (che comandano di fare) e norme «negative» (che proibiscono di fare). Inoltre, essa ha costantemente e chiaramente affermato che, tra quelle negative, le norme che proibiscono atti intrinsecamente disordinati non ammettono eccezioni: tali atti, infatti, sono «disordinati» sotto il profilo morale per la loro stessa intima struttura, quindi in se stessi e per se stessi, ossia contraddicono la persona nella sua specifica dignità di persona. Proprio per questa precisa ragione, tali atti non possono essere resi «ordinati» sotto il profilo morale da nessuna intenzione e da nessuna circostanza soggettive, che non valgono a mutare la loro struttura.”[44]

Nell’enciclica “Veritatis Splendor” di s. Giovanni Paolo II, che raccoglie sinteticamente la tradizione morale della Chiesa leggiamo: “I precetti negativi della legge naturale sono universalmente validi: essi obbligano tutti e ciascuno, sempre e in ogni circostanza. Si tratta infatti di proibizioni che vietano una determinata azione semper et pro semper, senza eccezioni, perché la scelta di un tale comportamento non è in nessun caso compatibile con la bontà della volontà della persona che agisce, con la sua vocazione alla vita con Dio e alla comunione col prossimo. È proibito ad ognuno e sempre di infrangere precetti che vincolano, tutti e a qualunque costo, a non offendere in alcuno e, prima di tutto, in se stessi la dignità personale e comune a tutti. … La Chiesa ha sempre insegnato che non si devono mai scegliere comportamenti proibiti dai comandamenti morali, espressi in forma negativa nell’Antico e nel Nuovo Testamento.”( Giovanni Paolo II “Veritatis Splendor” n. 52)

La Chiesa, dunque, a nome di Dio, o meglio Dio attraverso la Chiesa, ha sempre insegnato che non si devono mai scegliere comportamenti proibiti dai comandamenti morali, espressi in forma negativa nell’Antico e nel Nuovo Testamento.

Si noti bene, la Chiesa in questi testi non dice: queste norme sono invalicabili a meno che Dio stesso non voglia che gli uomini le violino, la Chiesa, in nome di Dio e sulla base della Bibbia, afferma che tali norme sono assolutamente invalicabili; meglio ancora: Dio attraverso la Bibbia e la Chiesa afferma che tali norme sono assolutamente invalicabili.

Violare queste norme è un male che Dio condanna radicalmente.

Dio evidentemente non vuole e non chiede mai di violare questi comandamenti ma anzi chiede di attuarli sempre.

Dio è Bene e vuole il Bene e vuole e chiede di attuare sempre queste norme che si basano sulla Sapienza infinita di Dio e quindi sulla natura umana creata da questa stessa Sapienza, come evidenziano, fondamentalmente, vari testi citati qui sopra.

Dio ci ha donato la sua Legge e ci dona la forza di praticarla; ci dona la forza di obbedire ai comandi negativi della Legge che Lui stesso indica come assolutamente invalicabili.

L’Amoris Laetitia praticamente mette da parte, cioè cancella, in modo subdolo la dottrina dell’assoluta obbligatorietà delle norme negative del Decalogo, come ho evidenziato chiaramente nel mio libro[45].

Tale cancellazione realizzata da Papa Francesco:

1) è quindi radicalmente contraria alla dottrina cattolica e alla Parola di Dio così come interpretata dalla Chiesa di Cristo;

2) produce anche l’invalidità della Confessione nella misura in cui porta il penitente a non proporsi sempre di compiere certi atti contrari alle norme negative del Decalogo, come l’adulterio o gli atti impuri contro natura, appunto perché, secondo Papa Francesco, non sono sempre radicalmente vietati;

3) è al fondamento della norma fissata nella lettera inviata dai Vescovi argentini al Papa, da Lui approvata e  riconosciuta  come Magistero Autentico (AAS , 2016, n. 10, p. 1074),  nella quale si afferma in particolare riguardo ai divorziati risposati: se possibile, vivano in castità, se tale possibilità non è fattibile è possibile un cammino di discernimento  e quindi aggiunge che se si giunge a riconoscere che, nel caso concreto, esistono limitazioni che attenuano la responsabilità e la colpa (cfr 301-302), soprattutto quando una persona ritiene che cadrebbe in un’ulteriore colpa nuocendo ai figli della nuova unione, Amoris laetitia apre la possibilità di accesso ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia (cfr note 336 e 351). Questi a loro volta dispongono la persona a continuare a maturare e a crescere con la forza della grazia. [46]

In questo ultimo caso la cancellazione suddetta produce anche l’invalidità della Confessione nella misura in cui porta il sacerdote ad assolvere il penitente nonostante egli non si proponga di evitare certi atti contrari alle norme negative del Decalogo, come l’adulterio o gli atti impuri contro natura.

Tale proposito manca dell’universalità necessaria per la validità della Confessione.

 

 

d) Un errore radicale di Papa Francesco: Dio può chiedere ad alcuni di agire gravemente contro i comandi negativi della Legge divina; sue ripercussioni sull’ invalidità delle Confessioni e sul discernimento.

 

 

Al fondamento dell’ azione di cancellazione della dottrina dell’assoluta obbligatorietà delle norme negative del Decalogo, vista nel precedente paragrafo, pare esserci quello che afferma Papa Francesco al n. 303 dell’Amoris  Laetitia, dove leggiamo: “Ma questa coscienza può riconoscere non solo che una situazione non risponde obiettivamente alla proposta generale del Vangelo; può anche riconoscere con sincerità e onestà ciò che per il momento è la risposta generosa che si può offrire a Dio, e scoprire con una certa sicurezza morale che quella è la donazione che Dio stesso sta richiedendo in mezzo alla complessità concreta dei limiti, benché non sia ancora pienamente l’ideale oggettivo.”

Infatti qui si afferma che Dio possa dire ad una persona di continuare a compiere atti contrari gravemente ad una norma negativa del Decalogo, nonostante tali atti siano stati condannati in modo assoluto da Dio stesso attraverso la Bibbia e la Tradizione della Chiesa; tali norme, quindi, cessano di essere assolutamente obbligatorie perché Dio stesso chiede che esse siano violate.

Dio ci illumini sempre meglio per esaminare con grande sapienza questo testo papale.

Notiamo bene anzitutto: questo passo di Amoris Laetitia, significativamente, non si appoggia su nessun testo biblico o della Tradizione.

Non cita nessun testo biblico o della Tradizione e nessun teologo a sostegno della sua affermazione.

Esso anzi contrasta quanto detto finora e contrasta fondamentalmente i testi della Tradizione e della Bibbia appena visti e più generalmente tutta la Bibbia e tutta la Tradizione, per quanto ci consta, come vedremo meglio qui di seguito.

Questo contrasto è stato rilevato con acume dal prof. Seifert che ha pubblicato un articolo sul numero 2/2016 della rivista tedesca di filosofia e teologia AEMAET dal titolo “Amoris laetitia: gioia, tristezza e speranze”, in esso afferma, riferendosi certamente a tutto quanto detto finora in questo paragrafo: “Penso che alcuni passaggi di AL, specialmente quelli che probabilmente avranno maggiore impatto, sono causa di grande preoccupazione, non soltanto perché facilmente possono condurre a malintesi e abusi nella loro applicazione, ma anche perché – almeno in apparenza – entrano in deciso conflitto con la Parola di Dio e l’insegnamento della Chiesa rispetto all’ordine morale, alle azioni intrinsecamente disordinate, ai comandamenti divini, e alla nostra capacità di adempierli con l’aiuto della grazia divina, dall’indissolubilità del matrimonio, alla santità dei sacramenti dell’Eucaristia e del Matrimonio, alla salvezza eterna (inferno) e alla disciplina sacramentale e pastorale della Chiesa che proviene dalla Parola di Dio e da 2000 anni di sacra tradizione della Chiesa”[47].

Il 5 agosto 2017, ancora sulla rivista teologica tedesca AEMAET, lo stesso professore Josef Seifert ha pubblicato un articolo con il titolo posto in forma di domanda: “La logica pura minaccia di distruggere l’intera dottrina morale della Chiesa?”, in esso affermava che il citato n° 303 di Amoris Laetitia è: “una bomba atomica teologica che minaccia di abbattere l’intero edificio morale dei 10 comandamenti e dell’insegnamento morale cattolico”. E giustificava la drammaticità dell’affermazione domandandosi:

“Se solo un caso di atto intrinsecamente immorale può essere permesso e persino voluto da Dio, ciò non si deve applicare a tutti gli atti considerati ‘intrinsecamente errati’?  …  Non dovranno pertanto cadere anche gli altri 9 comandamenti, Humanae Vitae, Evangelium Vitae e tutti i documenti passati, presenti o futuri della Chiesa, i dogmi o i concili, che insegnano l’esistenza di atti intrinsecamente errati? … Non dovrebbero allora, per pura logica, essere buoni e lodevoli a causa della complessità di una situazione concreta, l’eutanasia, il suicidio o assistenza ad esso, bugie, furti, spergiuri, negazioni o tradimenti di Cristo, come quello di San Pietro o l’omicidio, in alcune circostanze e dopo un adeguato “discernimento”? …  Tuttavia, se la domanda contenuta nel titolo di questo documento deve avere una risposta affermativa, come credo personalmente sia il caso, la conseguenza puramente logica dell’affermazione di Amoris Laetitia sembra distruggere l’intero insegnamento morale della Chiesa.”[48]

Il prof. Meiattini ha aggiunto, nella linea di Seifert : “ …  l’asserzione che in certi casi Dio possa perfino “chiedere” di compiere un male oggettivo, perché, in un dato momento, è l’unica cosa che si può offrire generosamente a Lui (n. 303). Qui ha ragione Seifert: se il senso di quell’espressione presente in AL è questo, e non vedo quale altro potrebbe essere, allora crolla l’intera morale cristiana. In fondo questa affermazione contiene i presupposti di un pensiero neognostico che altre volte il Papa (e più recentemente la Congregazione per la Dottrina della Fede) dice giustamente di voler respingere. Perché se Dio chiede positivamente il male, si pone in Dio stesso la dimensione dell’“ombra”, del negativo. Se può essere Dio a chiedere ciò che è male, in certe condizioni concrete, perché è quello che in quel momento la persona può fare, allora sarebbe proprio AL a creare uno spiraglio a una certa forma di neognosticismo, ben presente in certe correnti culturali.”[49]

Queste riflessioni di Meiattini e Seifert hanno colto nel segno ma le loro affermazioni vanno precisate meglio.

Certamente le affermazioni di Amoris Laetitia n. 303 fanno arguire che, dopo che è stata chiaramente affermata da Dio e dalla Chiesa la gravità morale di certi atti e il divieto assoluto di compierli in quanto contrari alla Legge divina e in quanto intrinsecamente malvagi e contrari al bene dell’uomo, Dio stesso ci possa chiedere di compiere tali atti, in questa linea Dio ci potrebbe chiedere di uccidere gli innocenti, stuprare, compiere massacri, compiere aborti, atti di adulterio etc. etc. e potrebbe volere che una nazione schiavizzi un’altra, che si compia un genocidio etc.

Ora che Dio possa volere e chiedere tutto questo è assolutamente contrario a ciò che la Bibbia e la Tradizione insegna di Dio stesso!

Come può voler Dio, che è Bene infinito, che ci indica continuamente nella Bibbia e nella Tradizione di attuare la sua Legge, e che condanna radicalmente, con terribili castighi, certi atti, e che attraverso la Chiesa precisa appunto tale condanna, come può volere che compiamo proprio tali atti?

Come può Dio, che è Bene e vuole per noi il bene e vuole che vogliamo il bene, come può Dio volere positivamente e dopo aver precisato attraverso la Chiesa che certi atti sono molto gravi, come può Dio chiederci di compiere ciò che Lui stesso ha indicato some sommo male, come adulterio o attività omosessuale o omicidio o stupro etc.?

Come può Dio che ci ha inviato il suo Figlio per farci agire santamente e manifestare la carità divina sulla base del suo esempio, come può Dio chiederci di compiere adulterio o atti omosessuali, o aborti che contrastano radicalmente l’agire di Cristo?

Nessun testo del Nuovo Testamento parla di una richiesta divina, dopo la venuta di Cristo, a compiere atti contrari al Decalogo, specie se la malvagità di tali atti è stata ribadita da Cristo e quindi dalla Chiesa, ma anzi parla della necessità di accettare il martirio piuttosto che compiere atti gravemente contrari alla Legge divina[50]! Si noti bene, Gesù non ci chiama a chiedere a Dio se ci esenta dalla Legge di Dio, prima di accettare il martirio …

Non è certamente il Dio vero, il Dio della Bibbia a chiedere ciò che afferma Amoris Laetitia n. 303.

L’affermazione di Amoris Laetitia n. 303 appare falsa e addirittura blasfema; falsa perché direttamente contraria a ciò che leggiamo del vero Dio nella Bibbia e nella Tradizione, blasfema perchè afferma che Dio possa volere positivamente che noi compiamo atti molto gravi, come adulterio, aborto, omicidio, atti impuri contro natura etc. etc. dopo che Lui stesso ha chiarito che tali atti sono molto gravi il che appare una chiara irriverenza alla sua infinita santità.

E appunto in quanto falsa e blasfema, non è strano che l’affermazione di Amoris Laetitia n.303 non abbia citato nessun passo biblico o della Tradizione come suo fondamento.

Dio ci illumini sempre meglio.

Aggiungo che Amoris Laetitia n. 303 non solo non cita alcun passo biblico o della Tradizione come suo fondamento ma non cita neppure i grandi teologi che hanno parlato di un argomento simile a questo, come s. Tommaso, e di cui ho parlato nel mio libro [51] e ciò si capisce bene, perché  le loro riflessioni non riguardavano direttamente il caso di comandi divini ribaditi e precisati dalla Chiesa, inoltre le basi bibliche su cui si appoggiavano erano, nei casi che potrebbero più precisameente interessare questo tema, debolissime per non dire inesistenti; sottolineo che nessun testo del Nuovo Testamento parla di una richiesta divina, dopo la venuta di Cristo, a compiere atti contrari al Decalogo ma anzi parla della necessità di accettare il martirio piuttosto che peccare[52]; infine noto che i casi dai riportati suddetti teologi erano oltre che poco consistenti anche rarissimi e riguardavano grandi mistici, come detto appunto nel mio libro[53].

S. Tommaso nella Somma Teologica, comunque, fa un’affermazione per noi estremamente significativa, dice in particolare a riguardo: “.. Praecepta autem Decalogi continent ipsam intentionem legislatoris, scilicet Dei. … Et ideo praecepta Decalogi sunt omnino indispensabilia. ”(I-II q. 100 a. 8) I precetti del Decalogo contengono la stessa intenzione del Legislatore cioè di Dio , quindi tali precetti sono del tutto indispensabili!

Nell’articolo il s. Dottore spiega in particolare che: Dio stesso si rinnegherebbe se togliesse l’ordine della sua giustizia, essendo egli la stessa giustizia; per questo Dio non può dispensare in modo che all’uomo sia lecito di rapportarsi disordinatamente con Dio stesso, o di non sottomettersi all’ordine della sua giustizia, anche in quelle cose per le quali gli uomini sono ordinati tra loro (cfr. I-II q. 100 a. 8 ad 2) e questo, per il caso che stiamo esaminando, è ciò che emerge chiaramente dalla Bibbia.

Sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento Dio chiama chiaramente all’osservanza perfetta della Legge, e mai troviamo casi di atti chiaramente e radicalmente condannati da Dio e dalla Comunità, come l’adulterio o gli atti impuri contro natura, che vengono richiesti da Dio a qualche persona e ciò in particolare dopo la venuta di Cristo e la fondazione della Chiesa; il Dio d’ Israele non si rinnega dopo aver parlato chiaramente alla sua Comunità.

S. Paolo infine ci ricorda che Dio: “non può rinnegare se stesso” (2 Tim. 2,13)

Per tutto questo, dobbiamo ritenere, il Magistero mai ha affermato che Dio voglia e possa chiedere a una persona di compiere certi atti gravemente immorali, dopo la venuta di Cristo e dopo che la Chiesa ha dichiarato, sulla base della Bibbia, l’assoluto divieto di essi in quanto contrari a norme divine negative, perciò Amoris Laetitia 303 non ha nessuna citazione di riferimento che la fondi sia nella Bibbia che nel Magistero precedente.

Nessun testo magisteriale ha detto mai che Dio può chiedere a qualcuno, dopo la venuta di Cristo e dopo che la Chiesa ha condannato la lussuria contro natura o il massacro o lo stupro, di compiere appunto tali atti di lussuria, massacro, stupro,  etc.

Il Dio della Bibbia è assolutamente contrario a che l’uomo violi le norme che Lui ha fissato come assolutamente obbligatorie attraverso la sua Parola, e attraverso la sua Chiesa; non è, quindi, Dio a chiederci di violare tali norme ma, come insegna la S. Scrittura, il diavolo.

Spiega il Rito degli Esorcismi: “Il Diavolo, detto anche Satana, è chiamato serpente antico e drago. È lui che seduce il mondo intero e combatte contro coloro che osservano i comandamenti di Dio e possiedono la testimonianza di Gesù (Ap 12, 9. 17). È detto nemico degli uomini (1 Pt 5, 8) e omicida fin dal principio (cf Gv 8, 44) per aver reso l’uomo, con il peccato, soggetto alla morte. Per il fatto che con le sue insidie induce l’uomo a disobbedire a Dio, è detto Maligno e Tentatore (cf Mt 4, 3 e 26, 36-44), menzognero e padre della menzogna (cf Gv 8, 44), colui che agisce con astuzia e falsità, come attestano la seduzione dei progenitori (cf Gen 3, 4. 13), il tentativo di distogliere Gesù dalla missione ricevuta dal Padre (cf Mt 4, 1-11; Mc 1, 13; Lc 4, 1-13) e il suo mascherarsi da angelo di luce (cf 2 Cor 11, 14).”[54]

Satana e non Dio spinse il re Davide all’adulterio (2 Sam. 11,4), Satana e non Dio spingeva all’adulterio i due anziani lussuriosi indicati nel libro di Daniele (Dan. 13); il castigo divino colpì appunto costoro per aver violato la Legge del Signore.

Satana spinge oggi gli uomini al peccato, li spinge a violare anche le norme negative del Decalogo che anche la Chiesa ha dichiarato assolutamente obbligatorie, cioè obbligatorie semper et pro semper.

Ciò che Amoris Laetitia n. 303 considera come richiesta di Dio, vediamo che è in realtà, sulla base della S. Scrittura una richiesta di Satana e non di Dio.

Quale colossale errore ha commesso il Papa, il Vicario di Cristo!

Un errore che, come detto, appare blasfemo.

E questo errore emerge ancora più chiaramente per il fatto che non si capisce come si dovrebbe discernere che il Signore, dopo aver parlato chiaramente nella Bibbia  e nella Chiesa,  si rinnega e ci chiede di compiere ciò che Lui stesso ha vietato radicalmente; Amoris Laetitia n. 303, nel testo che stiamo esaminando, non solo fa un’affermazione senza citazioni e senza fondamento biblico e nella Tradizione, come detto, ma, ovviamente, non spiega neppure come si possa discernere che Dio chieda a qualche persona praticamente di calpestare le norme della sua Legge che sono assolutamente obbligatorie.

Tutto questo mi pare che ci faccia capire che il testo è una specie di “invenzione” del Papa e dei suoi consiglieri per sostenere la sua cancellazione dell’obbligatorietà assoluta delle norme  negative del Decalogo, in chiara opposizione alla Bibbia e alla Tradizione biblica.

A questo riguardo è di estremo interesse ciò che affermò il Cardinale Müller: “I vescovi, con a capo il Papa, non ricevono alcuna nuova rivelazione, ma «predicano al popolo loro affidato la fede da credere e da applicare nella pratica della vita, la illustrano alla luce dello Spirito Santo, traendo fuori dal tesoro della Rivelazione cose nuove e vecchie (cfr. Mt 13,52)» (Lumen gentium 25). … il Concilio Vaticano II insegna: «La sacra tradizione e la sacra Scrittura costituiscono un solo sacro deposito della parola di Dio affidato alla Chiesa…. Il … magistero … non è superiore alla parola di Dio ma la serve, insegnando soltanto ciò che è stato trasmesso, in quanto, per divino mandato e con l’assistenza dello Spirito Santo, piamente ascolta, santamente custodisce e fedelmente espone quella parola, e da questo unico deposito della fede attinge tutto ciò che propone a credere come rivelato da Dio» (Dei verbum 10). … Sfortunatamente, ci sono attualmente consiglieri influenti nell’ambiente del Papa che favoriscono due errori gravi:

  1. Papa Francesco potrebbe, con la sua massima autorità apostolica (plenitudo potestatis), persino cambiare la costituzione gerarchica della Chiesa e la sua legge divina (ius divinum) …
  2. Lo Spirito trasmette al Papa un insegnamento del tutto nuovo che i fedeli devono accettare ciecamente, anche se è in aperta contraddizione con il chiaro insegnamento della Sacra Scrittura, con la Tradizione Apostolica e con le precedenti definizioni dogmatiche dei Papi e dei Concili ecumenici. Dice invece il Vaticano I nella Costituzione dogmatica Pastor aeternus: “Lo Spirito Santo infatti, non è stato promesso ai successori di Pietro per rivelare, con la sua ispirazione, una nuova dottrina, ma per custodire con scrupolo e per far conoscere con fedeltà, con la sua assistenza, la rivelazione trasmessa dagli Apostoli, cioè il deposito della fede.”. (DH 3070).”[55]

Il testo di Amoris Laetitia 303 che stiamo esaminando non si appoggia sulla Tradizione o sulla Bibbia e invece le contrasta, come ho già spiegato più sopra e altrove[56]; esso appare una “nuova dottrina” che non va nella linea della custodia del deposito della fede (DH 3070) ma le si oppone radicalmente e praticamente azzera la morale biblica, come ha detto anche il prof. Seifert; è un testo che va ritenuto fondamentalmente blasfemo e che fa di Dio, Verità assoluta, Colui che prima dice chiaramente anche attraverso la Chiesa che alcune norme sono assolute, per tutti, e poi praticamente rinnega le sue affermazioni e può chiedere che si attuino adulteri, atti impuri contro natura, massacri, stupri …

  1. Paolo ci ricorda che Dio: “non può rinnegare se stesso” (2 Tim. 2,13); non è Dio che si rinnega ma è il peccatore che deve rinnegarsi “Gesù disse ai suoi discepoli: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. …”(Mt. 16,24)

Cristo Signore attraverso la sua Morte e Risurrezione ci ha donato la grazia e l’esempio per attuare perfettamente i comandamenti divini, anche nelle situazioni più difficili, nella luce della Verità che la Chiesa presenta; Cristo ci ha dato la forza per essere martiri e accettare la morte e la perdita di tutto piuttosto che peccare[57]; invece di cercare improbabili scappatoie per aiutare le anime a vivere lontane dalla piena osservanza della Legge di Dio, il Papa inviti tutti a pregare e fare penitenza per accogliere da Dio il dono di attuare in pienezza la sua Parola e i suoi santi comandi.

Cristo è morto per tutti, per farci compiere i divini comandi nella maniera più perfetta, il Papa lo ricordi a tutti e inviti tutti a meditare la Passione per seguire Cristo sulla via della santità, sulla via dell’attuazione della divina Legge, cioè sulla via stretta della Croce.

Il Papa cessi di deviare le anime dalla Verità anche con affermazioni evidentemente false e blasfeme come Amoris Laetitia n.303 e dica invece chiaramente alla gente: se nel discernimento qualche spirito facesse capire che “Dio” vuole e quindi chiede a qualcuno di compiere atti gravemente contrari ai precetti negativi della  Legge di Dio, quello spirito è satanico e non divino, come tutti hanno sempre saputo nella Chiesa di Dio.

Satana e non Dio (sia benedetto il suo santo Nome) chiede di agire contro i precetti negativi della Legge divina! Satana e non Dio spinge a compiere adulteri, assassini, menzogne, stupri, atti impuri contro natura etc.

In questa linea capiamo anche che Amoris Laetitia n. 303 presenta come buono un discernimento falso e deviante che è in radicale contrasto con quanto indicato da Cristo Verità.

Il discernimento retto si compie nella Verità che chiede di vivere sempre e sempre meglio nella sua santa Legge e che mai chiede il compimento di adulteri, atti impuri contro natura, stupri etc. etc. Dio ci chiede di essere pronti al martirio[58], ci chiede di non compiere atti oggettivamente gravi neppure se a causa di ciò perdiamo tutto e anche la vita.

S. Giovanni Paolo II affermò in questa linea: “Tutti, coniugi compresi, siamo chiamati alla santità, ed è vocazione, questa, che può esigere anche l’eroismo. Non lo si deve dimenticare.” [59]

S. Ignazio di Antiochia affermò: “Se noi, con la grazia sua, non siamo pronti a morire per partecipare alla sua Passione, la sua vita non è in noi.”[60]

Il discernimento retto si compie nella Verità per cui: Satana e non Dio (sia benedetto il suo santo Nome) chiede di agire contro i precetti negativi della Legge divina! Satana e non Dio spinge a compiere adulteri, assassini, menzogne, stupri, atti impuri contro natura etc.

Amoris Laetitia n. 303 si oppone chiaramente a questa Verità e presenta un falso discernimento, che peraltro è dannoso e scandaloso appunto perché mette l’anima sotto la guida di satana e non di Dio e perché porta alla scandalosa conclusione che Dio possa chiedere ciò che Lui stesso anche attraverso la Chiesa ha definito nettamente come peccato grave, come adulteri, atti impuri contro natura, massacri etc. etc.

Appunto nella sua radicale opposizione alla Verità, il n. 303 dell’Esortazione in oggetto è anche causa di Sacramenti invalidi perché, con la falsa scusante che Dio voglia che una persona continui a compiere atti oggettivamente gravi contrari ai comandi negativi del Decalogo, toglie ai penitenti la necessità di proporsi di  evitare tali atti e di fuggire le occasioni prossime che la spingono ad essi, e così rende invalide le Confessioni per mancanza di proposito universale di non peccare!

Sottolineo che di fronte alla dottrina dogmatica fissata da Trento riguardo alla necessità della vera contrizione per i peccati, dottrina invalicabile, abbiamo qui un testo papale, come Amoris Laetitia n. 303, che non si lega a nessun testo biblico e tradizionale e appare del tutto avulso dalla Tradizione biblica e contrario ad essa … e sulla base di questo testo viene ad essere scavalcata una dottrina dogmatica.

Mai una dottrina dogmatica può essere scavalcata ma è particolarmente assurdo che ciò si compia attraverso un testo come quello di Amoris Laetitia n. 303!

Questo testo di Amoris Laetitia 303, inoltre, produce altri significativi danni perché è alla base di ciò che il Cardinale Müller ha notato  nella “Risposta” del Dicastero della Fede al Cardinale Duka per cui: “… chi decide sulla possibilità di amministrare l’assoluzione sacramentale ai divorziati in seconda unione al termine del percorso di discernimento …” è la coscienza del fedele (n.5) “il confessore si limita a obbedire a questa decisione di coscienza.”  “Sono i fedeli stessi a decidere se ricevere o meno l’assoluzione, e il sacerdote deve solo accettare questa decisione!” [61] … come vedemmo più sopra, secondo lo stesso prelato tedesco, questo ragionamento sviluppato dalla “Risposta” citata porta ad un’idea deviata, nella linea luterana, dell’azione del sacerdote nella Confessione.

Appunto alla base di tale deviazione vi è Amoris Laetitia n.303, se infatti il fedele, anche attraverso un discernimento con il sacerdote, può capire che veramente Dio gli chiede di commettere atti gravemente contrari alla sua Legge, chiaramente condannati dalla Chiesa, chi è il sacerdote per opporsi a Dio che parla attraverso il fedele? … è evidente che il sacerdote non può che accettare questo verdetto divino e assolvere il penitente che vuole continuare a compiere appunto tali atti oggettivamente gravi  …

Concludo aggiungendo che la dottrina errata che emerge da Amoris Laetitia n. 303 e con cui si afferma che Dio chiede ad alcune anime di compiere atti oggettivamente gravi come adulteri, atti impuri etc.  appare il fondamento di altre espressioni di Amoris Laetitia:

come questa in cui leggiamo :“Il discernimento deve aiutare a trovare le strade possibili di risposta a Dio e di crescita attraverso i limiti. Credendo che tutto sia bianco o nero, a volte chiudiamo la via della grazia e della crescita e scoraggiamo percorsi di santificazione che dànno gloria a Dio” (Amoris Laetitia  305), i percorsi di santificazione che danno gloria a Dio di cui parla qui il Papa sono evidentemente quelli che si aprono allorché si afferma che Dio chiede ad alcune anime di compiere atti oggettivamente gravi come adulteri, atti impuri etc.;

come questa del n. 308: “Ma credo sinceramente che Gesù vuole una Chiesa attenta al bene che lo Spirito sparge in mezzo alla fragilità: una Madre che, nel momento stesso in cui esprime chiaramente il suo insegnamento obiettivo, «non rinuncia al bene possibile, benché corra il rischio di sporcarsi con il fango della strada».[ …] ..” il bene che lo Spirito sparge nella fragilità è appunto il fatto che Dio chiede ad alcuni di compiere atti contrari alla Legge di Dio perché questo è a loro “possibile”, per cui Amoris Laetitia n. 303 è il fondamento di un’altra dottrina errata che vedremo nel prossimo paragrafo, cioè quella del “bene possibile”.

Dio intervenga.

 

 

e) Il principio bergogliano del “bene possibile” e le Confessioni invalide che causa.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce.

L’affermazione che Dio chiede ad alcuni di compiere atti chiaramente e radicalmente condannati sempre e per sempre da Dio stesso e dalla Chiesa e quindi la cancellazione dell’obbligatorietà assoluta delle norme negative della Legge divina producono in particolare l’errore che esamineremo in questo paragrafo.

Al n. 303 dell’Amoris Laetitia leggiamo, come già visto: «Ma questa coscienza può riconoscere non solo che una situazione non risponde obiettivamente alla proposta generale del Vangelo; può anche riconoscere con sincerità e onestà ciò che per il momento è la risposta generosa che si può offrire a Dio, e scoprire con una certa sicurezza morale che quella è la donazione che Dio stesso sta richiedendo in mezzo alla complessità concreta dei limiti, benché non sia ancora pienamente l’ideale oggettivo».(Amoris Laetitia 303)

Al n. 304 di Amoris Laetitia leggiamo:“Un piccolo passo, in mezzo a grandi limiti umani, può essere più gradito a Dio della vita esteriormente corretta di chi trascorre i suoi giorni senza fronteggiare importanti difficoltà” (Amoris Laetitia 304)

In Amoris Laetitia n. 305 leggiamo :“Il discernimento deve aiutare a trovare le strade possibili di risposta a Dio e di crescita attraverso i limiti. Credendo che tutto sia bianco o nero, a volte chiudiamo la via della grazia e della crescita e scoraggiamo percorsi di santificazione che dànno gloria a Dio” (Amoris Laetitia  305).

Afferma ancora l’Amoris Laetitia “ Per evitare qualsiasi interpretazione deviata, ricordo che in nessun modo la Chiesa deve rinunciare a proporre l’ideale pieno del matrimonio …  Comprendere le situazioni eccezionali non implica mai nascondere la luce dell’ideale più pieno né proporre meno di quanto Gesù offre all’essere umano. ” (Amoris Laetitia n. 307)

In Amoris Laetitia leggiamo, al n. 308: “Ma credo sinceramente che Gesù vuole una Chiesa attenta al bene che lo Spirito sparge in mezzo alla fragilità: una Madre che, nel momento stesso in cui esprime chiaramente il suo insegnamento obiettivo, «non rinuncia al bene possibile, benché corra il rischio di sporcarsi con il fango della strada».[ …] ..”

E ancora: “Tuttavia, dalla nostra consapevolezza del peso delle circostanze attenuanti – psicologi-che, storiche e anche biologiche – ne segue che «senza sminuire il valore dell’ideale evangelico, bisogna accompagnare con misericordia e pazienza le possibili tappe di crescita delle persone che si vanno costruendo giorno per giorno», lasciando spazio alla «misericordia del Signore che ci stimola a fa-re il bene possibile». (Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 44… ).” (Cfr. Amoris Laetitia n. 308)

Dio ci illumini sempre meglio.

Il Papa parla di ideale , di coscienza … e poi dice:

1) che non bisogna rinunciare al bene possibile e che un piccolo passo, in mezzo a grandi limiti umani, può essere più gradito a Dio;

2) che dobbiamo aiutare le persone a trovare le strade possibili di risposta a Dio e di crescita attraverso i limiti e che credendo che tutto sia bianco o nero, a volte chiudiamo la via della grazia e della crescita.

Ma il “bene possibile” di cui parla il Papa non è quello che la Tradizione intende.

Il bene possibile di cui parla Papa Francesco non è quello di cui parlò s. Giovanni Paolo II quando  affermò: “In merito non sarà fuori luogo ricordare che la fede insegna la possibilità di evitare il peccato con l’aiuto della grazia[62][63]

Questo “bene possibile” di cui parla il Papa Francesco, infatti, differentemente da s. Giovanni Paolo II, porta a dare i Sacramenti a coloro che non si propongono di evitare gli atti oggettivamente gravi della Legge divina, come vediamo ai nn. 5 e 6 della lettera dei Vescovi argentini, in essi leggiamo, in particolare riguardo ai divorziati risposati: se possibile, vivano in castità, se tale possibilità non è fattibile è possibile un cammino di discernimento  e quindi :“ Si se llega a reconocer que, en un caso concreto, hay limitaciones que atenúan la responsabilidad y la culpabilidad (cf.  301-302), particularmente cuando una persona considere que caería en una ulterior falta dañando a los hijos de la nueva unión,  Amoris laetitia  abre la posibilidad del acceso a los sacramentos de la Reconciliación y la Eucaristía (cf. notas  336  y  351). Estos a su vez disponen a la persona a seguir madurando y creciendo con la fuerza de la gracia.”[64] … Se si giunge a riconoscere che, nel caso concreto, esistono limitazioni che attenuano la responsabilità e la colpa (cfr 301-302), soprattutto quando una persona ritiene che cadrebbe in un’ulteriore colpa nuocendo ai figli della nuova unione, Amoris laetitia apre la possibilità di accesso ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia (cfr note 336 e 351). Questi a loro volta dispongono la persona a continuare a maturare e a crescere con la forza della grazia.

Evidentemente il “bene possibile” a queste persone non comprende la possibilità di attuare la Legge di Dio e quindi ne sono esentate e, senza proposito di non compiere atti oggettivamente contrari alla Legge di Dio, vengono assolte … ma attenzione … si notino bene le parole del testo appena presentato, esse sono alquanto sottili: non dicono che per queste persone è impossibile attuare la Legge di Dio, la dottrina cattolica nega infatti che sia assolutamente impossibile proporsi e attuare la Legge di Dio[65], non dicono che queste persone sono assolutamente impotenti a proporsi e ad attuare la Legge di Dio[66] perché se fossero incapaci ad un tale proposito sarebbero incapaci a ricevere l’assoluzione[67].

Tutti sono obbligati a vivere secondo la Legge di Dio, il Concilio di Trento è molto chiaro a riguardo[68].

Le persone di cui parlano i Vescovi argentini hanno grande difficoltà ad attuare la Legge di Dio.

Il Vangelo certamente non è una strada facile, ma, con l’aiuto di Dio tutti dobbiamo impegnarci a vivere la Buona Novella, nessuno è esentato e può essere esentato dall’obbligo di attuare la Parola di Dio e in particolare nessuno può essere esentato dall’obbligatorietà assoluta dei comandi negativi della Legge divina!

S. Giovanni Paolo II affermò, ripeto: “In merito non sarà fuori luogo ricordare che la fede insegna la possibilità di evitare il peccato con l’aiuto della grazia[69][70]

Il “bene possibile” per l’uomo, con l’aiuto della grazia che Dio ci vuole donare, è l’attuazione della Legge di Dio, invece il “bene possibile” di cui parlano i Vescovi argentini e con essi Papa Francesco è la non attuazione della Legge di Dio, in radicale ma subdola opposizione alla sana dottrina sull’obbligatorietà dei comandi divini [71]e sulla grazia.

Il Papa e i Vescovi citati parlano di grazia ma evidentemente in modo impreciso, ambiguo, deviante.

Il “bene possibile” di cui parlano il Papa e questi suoi collaboratori implica che alle persone, a causa di grande difficoltà, sia praticamente impossibile vivere secondo la Legge di Dio anche con l’ aiuto della grazia che Dio vuole donare loro; ma tale impossibilità è contraria alla dottrina cattolica fissata dal Concilio di Trento[72].

Nella “Veritatis Splendor” leggiamo appunto: “L’osservanza della legge di Dio, in determinate situazioni, può essere difficile, difficilissima: non è mai però impossibile. È questo un insegnamento costante della tradizione della Chiesa, così espresso dal Concilio di Trento: «Nessuno poi, benché giustificato, deve ritenersi libero dall’osservanza dei comandamenti; nessuno deve far propria quell’espressione temeraria e condannata con la scomunica dei Padri, secondo la quale è impossibile all’uomo giustificato osservare i comandamenti di Dio. Dio infatti non comanda ciò che è impossibile, ma nel comandare ti esorta a fare tutto quello che puoi, a chiedere ciò che non puoi e ti aiuta perché tu possa; infatti “i comandamenti di Dio non sono gravosi” (cf 1 Gv 5,3) e “il suo giogo è soave e il suo peso è leggero” (cf Mt 11,30)».”[73]

Come vedemmo più sopra: Cristo ci chiama e ci aiuta a vivere i suoi comandi fino al martirio (Mt. 10,28.37-44; 16,24s; Lc 9,22-25; 14,25-27; Gv. 15,12; 1 Gv. 3,14-18 etc.), ci chiama e ci aiuta ad essere pronti al martirio; la vera carità implica questo: essere pronti a dare la vita piuttosto che trasgredire gravemente un comando della Legge di Dio, specialmente un comando negativo di tale Legge; al n. 91 della Veritatis Splendor di s. Giovanni Paolo II leggiamo: “La Chiesa propone l’esempio di numerosi santi e sante, che hanno testimoniato e difeso la verità morale fino al martirio o hanno preferito la morte ad un solo peccato mortale. Elevandoli all’onore degli altari, la Chiesa ha canonizzato la loro testimonianza e dichiarato vero il loro giudizio, secondo cui l’amore di Dio implica obbligatoriamente il rispetto dei suoi comandamenti, anche nelle circostanze più gravi, e il rifiuto di tradirli, anche con l’intenzione di salvare la propria vita.” (“Veritatis Splendor” n.91)

Sottolineo: l’amore di Dio, cioè la carità, implica obbligatoriamente il rispetto dei suoi comandamenti, anche nelle circostanze più gravi, e il rifiuto di tradirli, anche con l’intenzione di salvare la propria vita.

Il martirio pone in evidenza appunto l’assoluta obbligatorietà della Legge divina che implica, per la fedeltà dovuta a Dio, il dovere assoluto di accettare la morte e la perdita di tutto, in questo mondo, piuttosto che compiere atti contrari a tale Legge;[74] questa assoluta obbligatorietà e questo dovere assoluto si fondano sul radicale aiuto che Dio ci dona in Cristo per vivere pienamente la sua Legge.

Dio ci aiuta ad essere radicalmente fedeli alla sua Legge e quindi a Lui, fino alla morte e alla perdita di tutto, in questo mondo, e quindi possiamo e dobbiamo essergli fedeli nell’assoluta osservanza della sua Legge, e soprattutto nell’osservanza assoluta delle norme negative di tale Legge, fino alla morte e alla perdita di tutto, in questo mondo.

È perciò possibile ed è un nostro preciso dovere, con l’aiuto di Dio, l’assoluta osservanza della Legge divina, e soprattutto l’osservanza assoluta delle norme negative di tale Legge, fino ad accettare la morte e la perdita di tutto, in questo mondo, piuttosto che compiere atti contrari a tale Legge.[75]

S. Ignazio di Antiochia affermò in questa linea: “Se noi, con la grazia sua, non siamo pronti a morire per partecipare alla sua Passione, la sua vita non è in noi.”[76]

Papa Francesco, attraverso Amoris Laetitia, e vari suoi collaboratori si oppongono chiaramente alla sana dottrina in questo ambito, mettono da parte l’assoluta obbligatorietà della Legge divina, in particolare dei comandi negativi (come detto più sopra), mettono da parte il martirio[77] e rendono possibile e lecito ciò che è radicalmente vietato!

Nella linea di Amoris Laetitia, nel capitolo VII p. 305 del libro “Etica teologica della vita.” della Pontificia Accademia della Vita[78], leggiamo : “Ci sono infatti condizioni e circostanze pratiche che renderebbero irresponsabile la scelta di generare, come lo stesso magistero ecclesiastico riconosce, appunto ammettendo i “metodi naturali”. Perciò, come accade in questi metodi, che già si servono di tecniche specifiche e di conoscenze scientifiche, ci sono situazioni in cui due sposi, che hanno deciso o decideranno di accogliere figli, possono operare un saggio discernimento nel caso concreto, che senza contraddire la loro apertura alla vita, in quel momento, non la prevede. La scelta saggia verrà attuata valutando opportunamente tutte le tecniche possibili in riferimento alla loro specifica situazione ed escludendo ovviamente quelle abortive”. Da sottolineare bene, «tutte le tecniche possibili»: una chiara apertura alla contraccezione. Monsignor Chiodi aggiunge subito dopo, molto significativamente, che il suo ragionamento si basa sulla dottrina del “bene possibile” di cui parla Amoris Laetitia, dottrina che rende praticamente leciti in certi casi gli atti intrinsecamente malvagi come adulterio, atti omosessuali  e contraccezione …

Come dice Monsignor Melina, criticando il testo appena citato della Pontificia Accademia della Vita e più a monte e indirettamente il Papa : “Un altro concetto chiave, che caratterizza il “nuovo paradigma”, è quello di “bene possibile” (TB[79]  104. 129), che era stato usato anche nell’esortazione apostolica post-sinodale Amoris laetitia (n. 308).  […] Da un lato, infatti esso esprime l’idea del tutto tradizionale che solo ciò che è possibile può essere un bene che obbliga (ad impossibilia nemo tenetur). D’altra parte però, quando viene usata, come è il caso del Testo Base, in riferimento ad asseriti conflitti di norme, per affermare che esse costituirebbero solo un ideale troppo difficile da chiedere, allora, come giustamente ha osservato Angel Rodriguez Luño, «si corre il rischio di fare del bene possibile il secondo nome del male». […]
E proprio qui si manifesta il punto più critico della proposta del “nuovo paradigma”. In nome di un personalismo equivoco e di un primato della coscienza esso nega la possibilità che si diano nella vita morale degli assoluti, cioè delle norme morali negative che per il loro contenuto intenzionale oggettivo sono incompatibili col bene della persona, cioè con le virtù morali e con la carità. Come insegna l’enciclica di san Giovanni Paolo II Veritatis splendor, al n. 78, tali atti, sono esclusi sempre e in ogni caso, perché contrari ai comandamenti di Dio, e non possono essere sottoposti ad un discernimento soggettivo della coscienza, che li permetta in via eccezionale come l’unico “bene possibile”.
Si vede così come ciò che smarrisce il sedicente “nuovo paradigma” è proprio il mistero dell’agire morale stesso, cioè quel nesso intimo tra la persona e il suo atto, per cui il soggetto agente, mediante le sue libere scelte non solo produce mutamenti nel mondo esteriore, ma muta se stesso, in qualche modo generando la propria identità etica. […]”[80]

Le affermazioni di Melina sono illuminanti e vanno applicate anche a quanto dicevamo prima, infatti i Vescovi argentini e il Papa negando fondamentalmente che si diano nella vita morale degli assoluti, cioè delle norme assolutamente obbligatorie, e negando che gli atti condannati da tali norme siano vietati sempre e in ogni caso, perché contrari ai comandamenti di Dio, sicché non possono essere sottoposti ad un discernimento soggettivo della coscienza, permettono tali atti in via eccezionale come l’unico “bene possibile”.

Negando che si diano nella vita morale degli assoluti, cioè delle norme assolutamente obbligatorie, il principio del “bene possibile” porta, quindi, a ricevere i Sacramenti senza decidere di abbandonare un modo di vivere che è in opposizione agli insegnamenti di Cristo.

Più profondamente: il Papa e i Vescovi citati con Lui, negando che Dio sia radicalmente contro gli atti contrari alle norme negative della sua Legge, e quindi ammettendo che Dio chieda di compiere atti oggettivamente contrari a tali norme, cancellano la dottrina sull’assoluta obbligatorietà delle norme negative della Legge divina, cancellano anche la dottrina per cui con la grazia per l’uomo è sempre possibile attuare la Legge di Dio ed evitare atti contrari alle norme negative del Decalogo, negano che si diano degli assoluti nella vita morale e quindi permettono che si compiano tali atti contrari come unico “bene possibile”

Nel 2018 il Cardinal Müller affermò: “Ora, il capitolo VIII di Amoris Laetitia è stato oggetto di interpretazioni contraddittorie. Quando in un contesto simile alcuni parlano di un cambio di paradigma, ciò sembra essere una ricaduta nel modo modernista e soggettivista di interpretare la fede cattolica. … Chi parla di una svolta copernicana nella teologia morale, che trasforma una diretta violazione dei comandamenti di Dio in una lodevole decisione di coscienza, si esprime abbastanza chiaramente contro la fede cattolica. … è impossibile per un cattolico ricevere i sacramenti in maniera degna, senza decidere di abbandonare un modo di vivere che è in opposizione agli insegnamenti di Cristo.”[81]

Le parole del Cardinale sono già particolarmente significative e vogliono dire, in fondo, che è indegna la Confessione e la Comunione ricevute sulla base del principio  del “bene possibile” bergogliano da chi non si propone di abbandonare ciò che è oggettivamente peccato grave; ma bisogna aggiungere che l’applicazione del principio del “bene possibile” rende, di più, invalida la Confessione, se infatti il penitente non si propone di vivere secondo la Legge divina e di evitare ciò che è oggettivamente peccato grave, quel proposito rende l’assoluzione invalida perché il proposito deve essere universale cioè deve essere un impegno di vivere secondo tutta la Legge divina e di evitare assolutamente tutti gli atti oggettivamente e gravemente contrari alle norme negative di essa.

Inoltre il principio del “bene possibile” espone al sacrilegio le Confessioni e le Comunioni, perché è sacrilegio ricevere colpevolmente la Confessione senza la contrizione e quindi ricevere colpevolmente l’Eucaristia mentre si è disposti a fare ciò che contrasta radicalmente con la Legge di Dio[82].

C’è da temere che a questo principio del bene possibile il Papa si riferisse quando affermava le seguenti parole a dei confessori “È il momento in cui ci si affida alla misericordia di Dio, e si ha piena fiducia di essere da Lui compresi, perdonati e sostenuti. Diamo grande spazio a questo desiderio di Dio e del suo perdono; facciamolo emergere come vera espressione della grazia dello Spirito che provoca alla conversione del cuore. E qui mi raccomando di capire non solo il linguaggio della parola, ma anche quello dei gesti. Se qualcuno viene da te e sente che deve togliersi qualcosa, ma forse non riesce a dirlo, ma tu capisci… e sta bene, lo dice così, col gesto di venire. Prima condizione. Seconda, è pentito. Se qualcuno viene da te è perché vorrebbe non cadere in queste situazioni, ma non osa dirlo, ha paura di dirlo e poi non poterlo fare. Ma se non lo può fare, ad impossibilia nemo tenetur. ”[83]

Si noti bene “Seconda, è pentito. Se qualcuno viene da te è perché vorrebbe non cadere in queste situazioni, ma non osa dirlo, ha paura di dirlo e poi non poterlo fare. Ma se non lo può fare, ad impossibilia nemo tenetur.”

Dio intervenga

 

 

f) Confessioni invalide a causa degli errori diffusi da Papa Francesco riguardo alla sana dottrina sulle attenuanti e sui condizionamenti nelle azioni umane.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce.

L’ “attrezzo” che agisce in profondità anche su Amoris Laetitia n. 303 e con cui Papa Francesco sta cercando di “scardinare” la sana dottrina è anche un insegnamento falso e deviante sulle attenuanti e i condizionamenti, come già ho anticipato nel I volume del mio libro[84]  in vari punti e come spiegherò meglio nel III volume (che spero di pubblicare entro il 2024) dello stesso; per tale dottrina ciò che il sano insegnamento cattolico indica come vero peccato grave (con materia grave, piena avvertenza e deliberato consenso) diviene, grazie alle deviazioni e imprecisioni di Amoris Laetitia, praticamente un atto solo venialmente peccaminoso per cui  coloro che lo compiono e sono disposti a proseguire nel compierlo sono considerati degni di ricevere i Sacramenti senza proporsi di non commetterlo più.

Come ho spiegato nella presentazione del mio libro: “… per far passare una falsa morale come teologicamente accettabile, Papa Francesco e i suoi sostenitori, hanno sfruttato in particolare 2 strade:

– quella per la quale, con astuzia, praticamente hanno messo da parte, per certi aspetti, la Legge divina rivelata e con essa l’obbligatorietà assoluta dei precetti negativi del decalogo,servendosi anche di una concezione deviata della coscienza morale; …

– quella per cui hanno diffuso un impreciso ed erroneo discernimento di casi particolari e quindi un’ambigua, imprecisa e deviante presentazione delle circostanze attenuanti degli atti umani; tali circostanze vengono infatti, dal Papa e da alcuni suoi collaboratori, astutamente, ampliate e vengono rese capaci praticamente di abbattere i precetti divini portando a considerare veri peccati gravi come peccati veniali o imperfezioni; in questa linea il Vescovo Schneider ha affermato: “i nuovi discepoli di Mosè ed i nuovi farisei hanno mascherato la loro negazione dell’indissolubilità del matrimonio nella prassi e la sospensione del sesto Comandamento in base al “caso per caso”, sotto le mentite spoglie del concetto di misericordia, usando espressioni come: “cammino di discernimento”, “accompagnamento” … insinuando una possibile soppressione dell’imputabilità per i casi di coabitazione nelle unioni irregolari …”[85][86]

Quindi anche grazie ad una falsa dottrina su attenuanti e condizionamenti l’ Amoris Laetitia e il Papa aprono le porte a Confessioni invalide, causandone sicuramente moltissime perché, ripeto, ciò che la sana dottrina indica come vero peccato grave (con materia grave, piena avvertenza e deliberato consenso) diviene, grazie alle deviazioni e imprecisioni di Amoris Laetitia, praticamente un atto solo venialmente peccaminoso per cui  coloro che lo compiono e sono disposti a proseguire nel compierlo sono considerati degni di ricevere i Sacramenti senza proporsi di non commetterlo più.

Va letto appunto in questa linea ciò che abbiamo visto al n. 6 della lettera dei Vescovi argentini per cui se la possibilità di vita in castità tra due conviventi non è fattibile, resta possibile un cammino di discernimento e quindi: “Se si riconosce che, nel caso concreto, esistono limitazioni che mitigano la responsabilità e la colpa (cfr 301-302), soprattutto quando una persona ritiene che cadrebbe in un’ulteriore colpa nuocendo ai figli della nuova unione, Amoris laetitia apre la possibilità di accesso ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia (cfr note 336 e 351). Questi a loro volta preparano la persona a continuare a maturare e a crescere con la forza della grazia.”[87]

Appunto grazie ad una falsa dottrina su attenuanti e condizionamenti (limitazioni che mitigano la responsabilità e la colpa, “limitaciones que atenúan la responsabilidad y la culpabilidad (cf. 301-302)”) nonché grazie ad una falsa dottrina sull’obbligatorietà delle norme negative del Decalogo, come detto, e grazie all’emarginazione, per non dire soppressione, della necessità del proposito di fuggire le occasioni prossime di peccato, come vedremo più avanti, si considera che il penitente che ha compiuto atti gravi oggettivamente non abbia compiuto peccati gravi e praticamente non li compirà in futuro e, senza che egli faccia un vero proposito di vivere secondo i divini comandi lo si assolve[88].

Sottolineo che questa falsa dottrina, per avere l’effetto devastante che ha, si unisce anche con quella altrettanto falsa per cui il vero proposito di non peccare è praticamente messo da parte, come detto più sopra,  sicché con il sostegno del Papa possono ricevere l’Eucaristia, e quindi la Confessione, anche noti e impenitenti peccatori come il Presidente Biden e la famosa esponente del Partito Democratico Nancy Pelosi che sostengono ampiamente l’aborto e il matrimonio omosessuale, come vedremo più avanti; se questi scandalosi personaggi, senza nessun vero pentimento e quindi senza nessun vero proposito di non commettere mai più tali atti e di riparare il male fatto, possono ricevere pubblicamente tali Sacramenti con il sostegno papale,  tanto più possono riceverli persone che hanno qualche attenuante evidente o condizionamento e che ugualmente non si propongono di vivere secondo tutta la Legge divina.

Ovviamente tutto questo è causa di grande scandalo, di Confessioni invalide e di sacrilega amministrazione e ricezione dei Sacramenti.

Dio intervenga.

 

 

  1. g) Papa Francesco ha affermato che il Confessore deve perdonare, cioè assolvere, sempre … causando ulteriori Confessioni invalide.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce.

Abbiamo visto in questi anni le deviazioni dottrinali che il Papa ha in testa e che diffonde sulla Confessione … in questi ultimi tempi ha più volte diffuso il grave errore per cui il Confessore deve perdonare sempre il penitente[89].

Si notino le parole ai Vescovi del Congo: “La misericordia. Perdonare sempre. Quando un fedele viene a confessarsi viene a chiedere il perdono, viene a chiedere la carezza del Padre. E noi, col dito accusatore: “Quante volte? E come lo hai fatto?…”. No, questo no. Perdonare. Sempre. “Ma non so…, perché il codice mi dice…”. Il codice dobbiamo osservarlo, perché è importante, ma il cuore del pastore va oltre! Rischiate. Per il perdono rischiate. Sempre. Perdonate sempre, nel Sacramento della Riconciliazione. E così seminerete perdono per tutta la società.”[90]

In altra occasione ha affermato: “E io qui mi rivolgo ai miei fratelli confessori: per favore, fratelli, perdonate tutto, perdonate sempre, senza mettere il dito troppo nelle coscienze; lasciate che la gente dica le sue cose e voi ricevete questo come Gesù, con la carezza del vostro sguardo, con il silenzio della vostra comprensione. Per favore, il sacramento della Confessione non è per torturare, ma è per dare pace. Perdonate tutto, come Dio perdonerà tutto a voi. Tutto, tutto, tutto.”[91]

Parole simili si possono leggere qui ““Non si va a confessarsi – ha spiegato il Papa ai giovani – come dei castigati che devono umiliarsi, ma come dei figli che corrono a ricevere l’abbraccio del Padre. E il Padre ci risolleva in ogni situazione, ci perdona ogni peccato. Sentite bene questo: Dio perdona sempre! Avete capito? Dio perdona sempre!”. Non si va da un giudice a regolare i conti, ma “da Gesù che mi ama e mi guarisce”.

Francesco ha consigliato ai preti di “sentirsi” al posto di Dio: “Che si sentano al posto di Dio Padre che perdona sempre e abbraccia e accoglie. Diamo a Dio il primo posto nella confessione. Se Dio, se Lui è il protagonista, tutto diventa bello e confessarsi diventa il Sacramento della gioia. Sì, della gioia: non della paura e del giudizio, ma della gioia”.”[92]

Qualcosa di simile temo l’abbia detto anche in altra occasione, questo è il resoconto di alcune affermazioni del Papa: “Per il Papa è una sofferenza, infatti, incontrare “persone che vengono a piangere perché si sono confessate e gli è stato detto di tutto. Se vai a confessarti perché hai fatto una, due, diecimila cose sbagliate… ringrazi Dio e le perdoni!”. E “se l’altra persona si vergogna” non bisogna bastonarla: “‘E non posso assolverti, non posso perché sei in peccato mortale, devo chiedere il permesso al vescovo…’. Questo accade, per favore! Il nostro popolo non può essere nelle mani di delinquenti! E un sacerdote che si comporta così è un delinquente, in ogni parola. Che piaccia o no”.[93]

In un’altra occasione: “Secondo quanto riportato da un seminarista, il Papa avrebbe invitato a «non essere clericali, a perdonare tutto». Più precisamente, avrebbe aggiunto che «se vediamo che non c’è un proposito di pentimento, dobbiamo perdonare tutti. Non possiamo mai negare l’assoluzione, perché diventiamo veicolo di un giudizio maligno, ingiusto e moralistico».”[94]

Papa Francesco ha detto ancora: “E’ tanto brutto quando nella Confessione il sacerdote incomincia a scavare, a scavare nell’anima dell’altro: “E come è stato, e come fai…”. Questo è un uomo che ammala! Tu sei lì per perdonare in nome dell’unico Padre che perdona, non per misurare fino a dove posso, fino a dove non posso… Credo che su questo punto della Confessione dobbiamo convertirci tanto: ricevere i penitenti con misericordia, senza scavare l’anima, senza fare della Confessione una visita psichiatrica, senza fare della Confessione un’indagine da detective per indagare. Perdono, cuore grande, misericordia. L’altro giorno un Cardinale molto severo, direi anche conservatore – perché oggi si dice: questo è conservatore, questo è aperto – un Cardinale così mi diceva: “Se uno viene al Padre, perché io sono lì a nome di Gesù e del Padre Eterno, e dice: Perdonami, perdonami, ho fatto questo, questo, questo…; e io sento che secondo le regole non dovrei perdonare, ma quale padre non dà il perdono al figlio che lo chiede con lacrime e disperazione?”. Poi, una volta perdonato, gli si consiglierà: “Dovrai fare questo…”; oppure: “Devo fare questo, e lo farò per te”.”[95]

Come si vede Papa Francesco non precisa che l’assoluzione va data solo a chi è contrito … le sue affermazioni invece vanno nel senso di perdonare anche chi non è pentito!

Ma assolvere sacramentalmente chi non è pentito è atto invalido e sacrilego, perciò il Rituale afferma : “Il sacerdote dovrà considerare attentamente quando e a chi l’assoluzione sia da impartire, o da negare, o da differire; non avvenga che egli assolva chi è incapace di tale beneficio, come sarebbe: chi non dà nessun segno di dolore; chi non vuole deporre un odio o una inimicizia; o chi, potendolo, non vuole restituire l’altrui; chi non vuole lasciare un’occasione prossima di peccato, o altrimenti abbandonare una via di peccato ed emendare la sua vita in meglio; chi ha dato scandalo in pubblico, salvo che dia una pubblica soddisfazione e rimuova lo scandalo; chi è incorso in peccati riservati ai Superiori.”[96]

Il Confessore, quindi, non deve assolvere sempre il penitente!

Come s. Alfonso scrive, obbligo del sacerdote è, dopo essersi informato di tali peccati: “ II. Di fare il dovuto giudizio della gravità, e numero de’ peccati. III. D’istruire il penitente in ciò che dee sapere circa la fede ed i costumi. IV. D’ammonirlo delle sue obbligazioni. V. Di assolverlo s’è disposto. VI. È obbligato il confessore a correggere gli errori da sé commessi nel prender le confessioni.” [97]

Il sacerdote deve assolvere il penitente disposto, cioè contrito non deve assolvere chi non è disposto.

Il Codice di Diritto Canonico afferma che, affinché i penitenti ricevano: “il rimedio salvifico del sacramento della penitenza, devono essere disposti in modo tale che, ripudiando i peccati commessi e avendo il proposito di emendare la propria vita, tornino a Dio”. (Canone 987)

S. Alfonso precisa che il Confessore “non è giudice delle controversie, come lo è il Papa; ma solamente è giudice della disposizione de’ penitenti, e della penitenza che meritano le loro colpe, secondo dichiarò il tridentino[98], dove si dice, che i sacerdoti in ciò solamente son giudici, in quanto essi dopo aver intesi i peccati debbono dare o negare l’assoluzione a’ penitenti secondo la loro disposizione, e loro imporre la penitenza secondo le colpe.” [99]

Sottolineo: i sacerdoti in ciò solamente son giudici, in quanto essi dopo aver intesi i peccati debbono dare o negare l’assoluzione a’ penitenti secondo la loro disposizione, e loro imporre la penitenza secondo le colpe.

Per essere assolti validamente occorre essere debitamente disposti, come spiega s. Giovanni Paolo II in questo passo: “È inoltre evidente di per sé che l’accusa dei peccati deve includere il proponimento serio di non commetterne più nel futuro. Se questa disposizione dell’anima mancasse in realtà non vi sarebbe pentimento: questo, infatti, verte sul male morale come tale, e dunque non prendere posizione contraria rispetto ad un male morale possibile sarebbe non detestare il male, non avere pentimento. Ma come questo deve derivare innanzi tutto dal dolore di avere offeso Dio, così il proposito di non peccare deve fondarsi sulla grazia divina, che il Signore non lascia mai mancare a chi fa ciò che gli è possibile per agire onestamente.”[100]

Le affermazioni di Papa Francesco contrastano, quindi, gravemente con la sana dottrina.

Un importante articolo di un famoso teologo ha appunto riportato che il Papa ha chiaramente affermato che il Confessore deve sempre dare l’assoluzione al penitente e ha criticato giustamente tali affermazioni.

Questo articolo è di p. Weinandy, il coraggioso teologo e sacerdote francescano che più volte in questi anni ha criticato il Papa per vari errori commessi dal Pontefice; in esso egli afferma che : “ È stato ampiamente riportato che Papa Francesco ha detto ai seminaristi di Barcellona, in Spagna, in un discorso non scritto, che non devono “essere clericali, perdonare tutto”. Questo deve avvenire anche “se vediamo che non c’è intenzione di pentirsi, dobbiamo perdonare tutto”. Negando l’”assoluzione” a qualcuno che non è pentito, “diventiamo veicolo di un giudizio malvagio, ingiusto e moralistico”. I sacerdoti che negano l’assoluzione a chi non è pentito sono “delinquenti”. A un certo punto, Francesco si è riferito a tali sacerdoti, che considera detestabili, in modo crudo e osceno. Lo scenario, così come è stato dipinto da Francesco … pone un’importante questione dottrinale … c’è … una condizione preliminare da parte del peccatore per ottenere il perdono misericordioso di Dio: la necessità di un doloroso pentimento e il desiderio di non peccare di nuovo. Citando il Concilio di Trento, il Catechismo dichiara: “Tra gli atti del penitente la contrizione occupa il primo posto. La contrizione è “dolore dell’anima e detestazione del peccato commesso, insieme al proposito di non peccare più”” (1451). Inoltre, il Codice di Diritto Canonico afferma che, affinché i penitenti ricevano “il rimedio salvifico del sacramento della penitenza, devono essere disposti in modo tale che, ripudiando i peccati commessi e avendo il proposito di emendare la propria vita, tornino a Dio”. (Canone 987)

La dichiarazione estemporanea di Papa Francesco secondo cui l’assoluzione dovrebbe essere data anche a coloro che sono impenitenti è assolutamente contraria alla tradizione apostolica viva della Chiesa, che si trova nel Catechismo ed è stata definita dal Concilio di Trento e sancita dal Diritto Canonico.”[101] L’articolo continua mettendo ulteriormente in evidenza il chiaro errore gravissimo del Papa.

Come già detto l’assoluzione senza la contrizione e quindi senza il pentimento è invalida, assolvere colpevolmente chi non si propone seriamente di non peccare è azione sacrilega[102] e invalida che non attua la remissione dei peccati del penitente ma profana il Sacramento. Affermare che l’assoluzione va data sempre è un gravissimo errore, praticamente è una eresia.

Dio intervenga.

 

 

h) Papa Francesco e i suoi collaboratori diretti hanno messo da parte il proposito di fuggire le occasioni prossime di peccato causando ulteriori Confessioni invalide.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce.

Rimando al mio libro chi volesse conoscere più ampiamente ciò che insegna la Chiesa sulla necessità, in ordine ad una valida Confessione, del proposito di fuggire le occasioni prossime di peccato.[103]

Per sintetizzare al massimo quanto affermai in quel libro faccio notare che il proposito di fuggire tali occasioni è parte del proposito efficace di non peccare; il Rituale dice: “Il sacerdote dovrà considerare attentamente quando e a chi l’assoluzione sia da impartire, o da negare, o da differire; non avvenga che egli assolva chi è incapace di tale beneficio, come sarebbe: chi non dà nessun segno di dolore; chi non vuole deporre un odio o una inimicizia; o chi, potendolo, non vuole restituire l’altrui; chi non vuole lasciare un’occasione prossima di peccato, o altrimenti abbandonare una via di peccato ed emendare la sua vita in meglio; chi ha dato scandalo in pubblico, salvo che dia una pubblica soddisfazione e rimuova lo scandalo; chi è incorso in peccati riservati ai Superiori.”[104]

Sottolineo: è incapace  di assoluzione “chi non vuole lasciare un’occasione prossima di peccato, o altrimenti abbandonare una via di peccato ed emendare la sua vita in meglio”, la ragione di questa affermazione va ricercata nel fatto che il proposito necessario per una Confessione valida deve includere il proposito di fuggire le occasioni prossime di peccato; chi non si propone di fuggire tali occasioni non si confessa validamente!

Il Catechismo di s. Pio X afferma in questa linea che il proposito “buono” per una valida Confessione : “735. … deve essere efficace, vuol dire che bisogna avere una volontà risoluta di perdere prima ogni cosa che commettere un nuovo peccato, di fuggire le occasioni pericolose di peccare, di distruggere gli abiti cattivi, e di adempiere gli obblighi contratti in conseguenza dei nostri peccati.”

Mancando questo proposito, la Confessione è evidentemente invalida.

S. Alfonso ha affermato: “Per parte poi del penitente è invalida la confessione. … 3. Se non ha il dovuto dolore e proposito; specialmente se non vuol restituire come deve le robe, l’onore, o la fama tolta: o se non vuol togliere l’occasione prossima volontaria.”[105]

Non consta che Papa Francesco abbia parlato qualche volta nel suo insegnamento di occasioni prossime di peccato da fuggire[106] … né Amoris Laetitia né varie affermazioni del Cardinale Fernández nel suo famoso articolo di commento a questa Esortazione[107] ne parlano … in particolare gli insegnamenti di Amoris Laetitia così come interpretati da vari autori importanti (come il Cardinale Coccopalmerio, il Cardinale Sistach, i Vescovi tedeschi, i Vescovi maltesi etc.) che seguono Papa Francesco non fanno emergere la necessità di fuggire le occasioni prossime di peccato in ordine ad una Confessione valida!

La necessità di un tale proposito è stata quindi messa da parte, praticamente è stata cancellata infatti, sulla base di Amoris Laetitia, coloro che vivono in occasione prossima di peccato impuro, come i divorziati risposati, senza proposito di non peccare più e senza proposito di fuggire le occasioni di peccato vengono assolti sacramentalmente e ricevono l’Eucaristia.

Il Papa ha detto che l’ Amoris Laetitia è tomista[108], ma ciò è falso, come ho mostrato in tutti e due i volumi del mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia”[109] con prove schiaccianti.

Papa Francesco diffonde colossali errori o vere e proprie eresie che contrastano radicalmente con le affermazioni di s. Tommaso, come ho detto nei due volumi citati, e appunto al contrario di s. Tommaso, e più generalmente al contrario della Bibbia e della Tradizione, l’attuale Pontefice non solo non parla della necessità di fuggire le occasioni prossime di peccato ma anzi permette che si diano i Sacramenti a chi vuole continuare a vivere in adulterio e quindi vuole peccare in modo oggettivamente grave e rimanere in occasione prossima di peccato grave come è una convivenza more uxorio[110].

Mettendo da parte l’importanza del proposito di fuggire le occasioni prossime di peccato, stravolgendo la sana dottrina riguardo la Confessione attraverso Amoris Laetitia e altri documenti in questa linea, Papa Francesco e i suoi collaboratori hanno causato ulteriormente Confessioni invalide.

Dio intervenga!

 

 

i) Confessioni invalide “grazie” alla nota 329 dell’Amoris Laetitia.  

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce.

Ricordo anzitutto che Monsignor Fernández, oggi Cardinale, probabile ghost writer di Amoris Laetitia, ha affermato “Aunque la cuestión del posible acceso a la comunión de algunos divorciados en nueva unión ha provocado mucho revuelo, el Papa intentó —sin lograrlo— que este paso se diera de una manera discreta. Por eso, después de desarrollar los presupuestos de esta decisión en el cuerpo del documento, la aplicación a la comunión de los divorciados en nueva unión se hizo explícita en notas a pie de página.”[111]

Ciò significa che sebbene la questione del possibile accesso alla comunione di alcuni divorziati in una nuova unione abbia suscitato scalpore, il Papa ha provato – senza riuscirci – a compiere questo passo in modo discreto. Pertanto, dopo aver sviluppato i presupposti di questa decisione nel corpo del documento, l’applicazione alla comunione dei divorziati in una nuova unione è stata resa esplicita nelle note a piè di pagina.

Questo ci fa capire l’importanza delle note, specie di alcune, in Amoris Laetitia e vedremo che tra queste note importanti dobbiamo inserire appunto la nota n. 329.

Al n. 298 dell’Amoris Laetitia leggiamo : “La Chiesa riconosce situazioni in cui «l’uomo e la donna, per seri motivi – quali, ad esempio, l’educazione dei figli – non possono soddisfare l’obbligo della separazione ». [112]”(Amoris Laetitia 298)

Il testo della nota 329 si inserisce a questo punto e in essa leggiamo: “Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio (22 novembre 1981), 84: AAS 74 (1982), 186. In queste situazioni, molti, conoscendo e accettando la possibilità di convivere “come fratello e sorella” che la Chiesa offre loro, rilevano che, se mancano alcune espressioni di intimità, «non è raro che la fedeltà sia messa in pericolo e possa venir compromesso il bene dei figli»”[113]

Le affermazioni della nota n. 329 dell’Amoris Laetitia sono un colossale errore come ho messo ampiamente in risalto nel mio libro.[114]

Non possono essere applicate ad una coppia che non è unita da Dio le affermazioni che riguardano la vita intima di una coppia sacramentalmente unita da Dio.

Nel testo di Gaudium et Spes citato nella nota si parla di fedeltà tra coniugi legittimamente sposatie si afferma più ampiamente: “Il Concilio sa che spesso i coniugi, che vogliono condurre armoniosamente la loro vita coniugale, sono ostacolati da alcune condizioni della vita di oggi, e possono trovare circostanze nelle quali non si può aumentare, almeno per un certo tempo, il numero dei figli; non senza difficoltà allora si può conservare la pratica di un amore fedele e la piena comunità di vita. Là dove, infatti, è interrotta l’intimità della vita coniugale, non è raro che la fedeltà sia messa in pericolo e possa venir compromesso il bene dei figli: allora corrono pericolo anche l’educazione dei figli e il coraggio di accettarne altri.”[115]

Il testo appena visto invita quindi i coniugi a praticare l’unione sessuale per il vero bene della famiglia.

I rapporti intimi tra coniugi sono benedetti da Dio, quando sono fatti secondo la Legge di Dio, e aiutano ad essere fedeli alla scelta fatta in Dio e davanti a Dio ma al di fuori del Sacramento del matrimonio i rapporti intimi sono gravemente peccaminosi, come visto, e, per chi era già sposato, sono rapporti adulterini, quindi sono rapporti che implicano infedeltà a Dio, a sé stessi e al prossimo …. servono ad essere fedeli al diavolo e a camminare sulla via della dannazione e non su quella della vita eterna …

Il testo del Concilio Vaticano II appena visto, che invita all’unione sessuale santa non può assolutamente essere utilizzato per una coppia di conviventi non sposati.

NON POSSONO ESSERE ACCOMUNATI GLI ATTI ADULTERINI DI UNA COPPIA DI DIVORZIATI RISPOSATI CON GLI ATTI SANTI DI UNA COPPIA DI CONIUGI UNITI LEGITTIMAMENTE IN MATRIMONIO DAVANTI A DIO … NON PUO’ ESSERE ACCOMUNATA LA FEDELTA’ CHE TALI RAPPORTI INTIMI PRODUCONO IN UNA COPPIA SANTA  CON L’INFEDELTÀ A DIO A SÉ E AL PROSSIMO CHE TALI RAPPORTI INTIMI  DETERMINANO IN UNA COPPIA DI PERSONE NON SPOSATE.

Per i nostri interessi è importante precisare che la nota n. 329 dell’Amoris Laetitia ispira questo testo di applicazione della stessa Esortazione realizzato dai Vescovi dell’Emilia Romagna: “9. Il discernimento sui rapporti coniugali

La possibilità di vivere da “fratello e sorella” per potere accedere alla confessione e alla comunione eucaristica è contemplata dall’AL alla nota 329. Questo insegnamento, che la Chiesa da sempre ha indicato e che è stato confermato nel magistero da “Familiaris Consortio” 84, deve essere presentato con prudenza, nel contesto di un cammino educativo finalizzato al riconoscimento della vocazione del corpo e del valore della castità nei diversi stati di vita. Questa scelta non è considerata l’unica possibile, in quanto la nuova unione e quindi anche il bene dei figli potrebbero essere messi a rischio in mancanza degli atti coniugali. È delicata materia di quel discernimento in “foro interno” di cui AL tratta al n. 300.” [116]

Notiamo subito che gli atti che incredibilmente i Vescovi emiliani indicano con il nome di  “atti coniugali”, sono rapporti non tra coniugi uniti in matrimonio secondo la dottrina cattolica ma sono atti adulterini o comunque gravemente peccaminosi.

Inoltre, come insinua la nota e come precisano i Vescovi emiliani, la nuova unione e il bene dei figli potrebbero essere messi a rischio in mancanza di tali atti sessuali e la scelta della vita come “fratello e sorella” non è più l’unica possibile per una coppia di persone non sposate, che vogliano vivere secondo Cristo, quindi vengono aperte le porte perché coloro che convivono al di fuori di un matrimonio sacramentale possano lecitamente unirsi sessualmente e siano praticamente giustificati sicché senza proporsi di evitare assolutamente gravi violazioni oggettive della Legge di Dio ricevano ugualmente i Sacramenti.

Come detto, però, la Confessione ricevuta senza proposito di non peccare più e quindi di non compiere atti oggettivamente e gravemente contrari alla Legge divina è invalida e sacrilega e la Comunione ricevuta senza la grazia santificante è sacrilega!

Quindi i Vescovi dell’ Emilia Romagna hanno chiaramente causato con tali affermazioni, nella linea di Papa Francesco, Sacramenti invalidi e sacrileghi!

La Nuova Bussola Quotidiana, con un articolo firmato da L. Bertocchi afferma significativamente a questo riguardo: “Questo passo ha una certa coerenza con la famigerata nota 329 di Amoris laetitia, anche se i vescovi dell’Emilia-Romagna lo esplicitano in modo ancor più evidente. Si possono compiere, in certi casi, atti coniugali che tali non sono e accedere ai sacramenti. La nota 329, in effetti, cita fuori contesto la Gaudium et spes del Vaticano II. Fuori contesto perché in modo chiaro la costituzione pastorale del Concilio al numero 51 si riferisce agli sposi e non a coloro che sposi non sono: «Là dove – si legge in Gaudium et spes – è interrotta l’intimità della vita coniugale, non è raro che la fedeltà sia messa in pericolo e possa venir compromesso il bene dei figli: allora corrono pericolo anche l’educazione dei figli e il coraggio di accettarne altri». Secondo la nota 329 di Amoris Laetitia, invece, sembra che gli atti coniugali tra divorziati risposati civilmente (e quindi non c’è nessuna intimità coniugale interrotta perché non c’è nessun matrimonio sacramentale) potrebbero, in certi casi, rappresentare una sorta di bene possibile.”… Sembra che queste linee guida emiliano romagnole siano state fortemente volute soprattutto da tre vescovi – Zuppi di Bologna; Castellucci di Modena e Perego di Ferrara – che hanno dovuto superare le resistenze di altri confratelli. ”[117]

Monsignor Livi scrisse un interessante articolo proprio sugli errori di questo testo dei Vescovi emiliani, in tale articolo egli affermava che la «voluta ambiguità» dell’Amoris Laetitia indica il desiderio di papa Francesco di introdurre con “discrezione” e surrettiziamente una riforma che sul piano della dottrina è ingiustificabile. La conseguenza di tale azione papale e della sua ambiguità è che, con l’avallo papale, i vescovi dell’Emilia Romagna, hanno deciso di ritenere che sia “in stato di grazia” e quindi libero di ricevere la comunione eucaristica un divorziato risposato che non si propone di rinunciare agli atti sessuali con il nuovo partner in quanto essi sarebbero necessari per mantenere il legame affettivo della coppia e l’unione all’interno della nuova famiglia. Quindi questi vescovi rendono esplicito ciò che Papa Francesco si limitava a lasciar intendere [118]

Ovviamente il Papa non ha condannato queste affermazioni dei Vescovi emiliani e romagnoli e anzi, l’Arcivescovo di Bologna è stato creato Cardinale nel Concistoro del 2019… insieme al “sacerdote-poeta portoghese  José Tolentino Mendonça, “… già vicerettore dell’Università Cattolica di Lisbona, poi promosso da Francesco archivista e bibliotecario vaticano dopo che l’anno scorso, su incarico dello stesso Bergoglio, predicò gli esercizi spirituali al papa e alla curia romana.

“Mendonça è noto per essere un fan di suor Maria Teresa Forcades i Vila, “teologa” ultra-femminista sostenitrice dell’aborto e del “matrimonio” omosessuale. Proprio nella prefazione a un libro della Forcades il neo-cardinale sostiene  che “Gesù di Nazareth non ha codificato né ha stabilito delle regole”.” [119]

Questi prelati, sostenitori di ciò che si oppone alla sana dottrina vengono promossi … Monsignor Melina, famoso teologo e diffusore della sana dottrina, è stato invece messo da parte e non può più insegnare al famoso Istituto Giovanni Paolo II di Roma …

Alla nota 329 si rifa il documento del Cardinal Vallini che apre le porte, con un errore molto grave, nella Diocesi di Roma, cioè la Diocesi il Vescovo è il Papa, alla Comunione e quindi alla Confessione di  coloro che convivono more uxorio e non si propongono di evitare atti gravemente contrari alla Legge di Dio: “Ma quando le circostanze concrete di una coppia lo rendono fattibile, vale a dire quando il loro cammino di fede è stato lungo, sincero e progressivo, si proponga di vivere in continenza; se poi questa scelta è difficile da praticare per la stabilità della coppia, Amoris laetitia non esclude la possibilità di accedere alla Penitenza e all’Eucarestia (A.L. note 329 e 364). Ciò significa una qualche apertura, come nel caso in cui vi è la certezza morale che il primo matrimonio era nullo, ma non ci sono le prove per dimostrarlo in sede giudiziaria; ma non invece nel caso in cui, ad esempio, viene ostentata la propria condizione come se facesse parte dell’ideale cristiano, ecc.”[120]

Le affermazioni del testo del Cardinal Vallini ci fanno capire l’importanza che riveste, in ordine alla sovversione  della sana dottrina, la nota 329; essa apre le porte, discretamente, alla dottrina per cui coppie che convivono in situazione di peccato e che non vogliono vivere come fratello e sorella, e quindi non si propongono di vivere secondo la Legge di Dio, possano essere assolte sacramentalmente e ricevere la Comunione.

In conclusione, e questo qui ci preme sottolineare, anche attraverso la nota 329 dell’ Amoris Laetitia il Papa e i suoi collaboratori affermano sottilmente ma realmente che chi si confessa con volontà di continuare a compiere atti realmente e oggettivamente gravi può essere assolto e quindi ricevere l’Eucaristia. … ma la Confessione ricevuta senza contrizione è invalida e sacrilega e la Comunione fatta con il proposito di continuare a peccare gravemente è sacrilega!

Quindi anche attraverso questa nota il Papa e i suoi collaboratori stanno causando Sacramenti invalidi e sacrileghi!

 

 

l) I casi Biden e Pelosi: quando un Papa approva Sacramenti invalidamente e sacrilegamente  amministrati e ricevuti da notori peccatori.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce.

Papa Francesco anche attraverso Amoris Laetitia  ha “calpestato” le regole di sana dottrina riguardo al divieto di amministrazione dell’ Eucaristia ai peccatori notori, regole tendenti ad evitare lo scandalo[121], in questa linea Papa Francesco ha impedito ai Vescovi americani di vietare la ricezione della Comunione Eucaristica al super abortista Biden[122], Presidente degli Stati Uniti, sostenitore anche del matrimonio omosessuale e mai pentitosi del male fatto; lo stesso Papa Francesco ha poi detto allo stesso Presidente  che è contento che è un buon cattolico e può fare la Comunione; il Presidente Biden ha infatti affermato: “Con il Papa abbiamo parlato del fatto che è contento che sono un buon cattolico e che continuo a ricevere la comunione”.[123] La Santa Sede non ha smentito le parole del Presidente americano. Ugualmente è stata data, con evidente beneplacito del Papa, la Comunione Eucaristica in Vaticano a Nancy Pelosi[124] nota esponente del Partito Democratico americano, schierata notoriamente a favore dell’aborto e di altre immoralità e mai pentitasi del male e dello scandalo che diffonde.

Preciso e sottolineo che questi due personaggi ricevono l’Eucaristia senza essersi mai convertiti da tali peccati notori!

Si noti bene: la disciplina della Chiesa che vieta la Comunione ai peccatori notori è una conferma e un sostegno della dottrina per cui chi si confessa validamente deve essere veramente contrito e quindi avere un vero proposito di conversione, come detto, la Confessione infatti è il Sacramento che dispone il peccatore a ricevere degnamente, in grazia santificante, l’Eucaristia; mettere da parte tale disciplina e dare l’Eucaristia, invece, a persone notoriamente in peccato grave fa crollare anche la dottrina sulla necessità della contrizione e del proposito di non peccare in ordine ad una valida Confessione perché implica che tali persone siano ben disposte per l’Eucaristia, che siano in grazia di Dio, e quindi siano ben disposte anche per la Confessione.

Papa Francesco appunto mettendo da parte la disciplina della Chiesa che vieta di amministrare l’Eucaristia a persone notoriamente in peccato grave, fa crollare anche la dottrina sulla necessità della contrizione e del proposito di non peccare per una valida Confessione perché implica che le persone che vivono notoriamente in peccato grave siano in grazia, siano ben disposte per l’Eucaristia e quindi ben disposte per una valida Confessione che è il Sacramento che prepara il peccatore a ricevere l’Eucaristia degnamente.

L’errore del Papa con cui ha messo da parte la disciplina cattolica che vieta l’amministrazione dell’ Eucaristia ai peccatori notori, forma, in certo modo, un tutt’uno con gli errori già visti nelle pagine precedenti.

Come sono state approvate dal Pontefice le affermazioni dei Vescovi tedeschi[125] e di quelli maltesi[126] e quelle dei Vescovi argentini viste più sopra cioè come è stata approvata e pubblicata l’Amoris Laetitia che è alla base di queste affermazioni per cui chi non ha il proposito di evitare atti gravemente peccaminosi può ricevere una Confessione valida e quindi l’Eucaristia, ugualmente, in questa linea, è stato approvato che Biden e la Pelosi nonostante chiaramente abbiano piena volontà di continuare a calpestare i comandamenti in materia gravissima possano ricevere Comunioni Eucaristiche e quindi, evidentemente, Confessioni “valide”!

L’ Amoris Laetitia appare quindi un importante documento di base su cui si fondano e vengono “sdoganati” questi colossali errori, in radicale opposizione alla sana dottrina.

Il  Card. Baldisseri disse “profeticamente” appunto riguardo all’Amoris Laetitia :“E in effetti non tanto il Sinodo, sarà importante, ma la sintesi che ne verrà preparata, e che porterà la firma del Papa come “Esortazione post-sinodale”. E’ molto probabile che non sarà un testo chiaro e definitivo, ma basato su un’interpretazione “fluttuante”. In modo che ciascuno leggendolo, possa tirarselo dalla parte che più gli fa comodo.”[127]

Attraverso Amoris Laetitia vengono sdoganati errori sopra errori in radicale opposizione alla Verità.

Per il nostro interesse è importante sottolineare che sono evidentemente invalide e sacrileghe le Confessioni di persone come il Presidente Biden e Nancy Pelosi che non si propongono seriamente di vivere secondo tutta la Legge di Dio e in particolare non si propongono di evitare atti gravi contro i comandi negativi di tale Legge e sono sacrileghe e scandalose le loro Comunioni; Papa Francesco è chiaramente responsabile in prima persona di tutto questo.

Ovviamente se, per il Papa, possono fare, senza una vera conversione, “lecite” Comunioni Eucaristiche e quindi Confessioni “valide” dei peccatori notori come il Presidente Biden e Nancy Pelosi, che sostengono la liceità del massacro di esseri umani con l’aborto nonché il matrimonio omosessuale, tanto più possono ricevere “lecitamente” e “validamente” tali Sacramenti altre persone che praticano “solo” adulterio o altri peccati gravi.

Siamo dunque testimoni di qualcosa di inaudito per la Chiesa Cattolica, per quanto mi consta, infatti stiamo vedendo che, sotto la regia del Papa, Vicario di Cristo,  i Sacramenti vengono invalidamente e/o sacrilegamente amministrati, con colossale scandalo e danno per le anime.

Dio intervenga presto.

Aggiungo in conclusione che vedremo meglio più avanti la dottrina cattolica sul Confessore come giudice del penitente, qui dico solo che, come il Papa, in nome di Dio, può e deve giudicare e condannare uomini di Chiesa ( e Papa Francesco con i suoi collaboratori ha emesso varie condanne), ugualmente in nome di Dio, sulla base della sana dottrina cattolica il Sacerdote può e deve giudicare riguardo alla celebrazione della Confessione e di altri Sacramenti, così da non amministrarli a persone indegne[128].

 

 

2) Confessioni invalide grazie alle parole del Papa riguardo all’accusa dei peccati da parte del penitente e riguardo all’opera del Confessore …

 

 

a)La sana dottrina della Chiesa sulla necessaria integrità della Confessione e casi di invalidità della stessa per mancanza di integrità.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce.

Sulla necessaria integrità della Confessione rimando a quanto ho scritto più ampiamente nel I volume del mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.”[129]

Sintetizzando quanto là ho precisato faccio notare quanto segue.

La lettera di s. Giovanni Paolo II al Cardinal Baum dice: “La confessione deve poi essere integra, nel senso che deve enunciare “omnia peccata mortalia”, come espressamente, nella sessione XIV, al capitolo V, afferma il Concilio di Trento, che spiega questa necessità non nei limiti di una semplice prescrizione disciplinare della Chiesa, ma come esigenza di diritto divino, perché nella stessa istituzione del sacramento così il Signore ha stabilito …

  1. … purtroppo oggi non pochi fedeli accostandosi al sacramento della penitenza non fanno l’accusa completa dei peccati mortali nel senso ora ricordato del Concilio Tridentino e, talvolta, reagiscono al sacerdote confessore, che doverosamente interroga in ordine alla necessaria completezza, quasi che egli si permettesse una indebita intrusione nel sacrario della coscienza. Mi auguro e prego affinché questi fedeli poco illuminati restino convinti, anche in forza di questo presente insegnamento, che la norma per cui si esige la completezza specifica e numerica, per quanto la memoria onestamente interrogata consente di conoscere, non è un peso imposto ad essi arbitrariamente, ma un mezzo di liberazione e di serenità.” [130]

Il Papa polacco offre queste sue importanti dichiarazioni fondate su affermazioni praticamente dogmatiche fissate dal Concilio di Trento per le quali tutta la Chiesa ha sempre creduto che è stata istituita dal Signore, la confessione integrale dei peccati (cfr. Gc 5, 6; 1 Gv 1, 9; Lc 5, 14 e 17, 14.), e che per tutti quelli che dopo il battesimo hanno peccato essa è necessaria per diritto divino poiché Nostro Signore che stava per ascendere dalla terra in cielo, lasciò i sacerdoti, (cfr. Mt 16, 19; 18, 18; Gv 20, 23)vicari di Lui stesso, come capi e giudici (cfr. Ambrogio, “De Cain et Abel”, II, 4 (CSEL 32/ 1, 391)), ai quali devono deferirsi tutti i peccati mortali, in cui i fedeli di Cristo fossero caduti, perché, in virtù del potere delle chiavi, i sacerdoti stessi pronunzino la sentenza di remissione o di ritenzione di tali peccati. È evidente, infatti, che se i penitenti dichiarassero i loro peccati solo genericamente, e non invece, nella loro specie ed uno per uno, i sacerdoti non potrebbero esercitare questo giudizio senza conoscerne l’oggetto né potrebbero imporre le penitenze con equità; perciò è necessario che i penitenti manifestino nella confessione tutti i peccati mortali di cui hanno consapevolezza dopo un diligente esame di coscienza, anche se tali peccati sono del tutto nascosti e sono stati commessi soltanto contro i due ultimi comandamenti del Decalogo (cfr. Es 20, 17; Dt 5, 21; Mt 5, 28.) [131]

E nei canoni sul Sacramento della penitenza il Concilio di Trento ha affermato :“Se qualcuno dirà che nel sacramento della penitenza non è necessario per diritto divino confessare tutti e singoli i peccati mortali, di cui si abbia memoria dopo debito e diligente esame, anche occulti, anche quelli commessi contro i due ultimi precetti del decalogo ed anche le circostanze che mutano la specie del peccato …  o che quelli che si studiano di confessare tutti i peccati non vogliono lasciar alcun perdono alla divina misericordia; o, finalmente, che non è lecito confessare i peccati veniali, sia anatema.

Se qualcuno dirà che la confessione di tutti i peccati, praticata dalla chiesa cattolica, è impossibile e che si tratta di una tradizione umana che va abolita dalle persone pie, o che ad essa non sono obbligati, una volta all’anno, tutti e singoli i fedeli di Cristo dell’uno e dell’altro sesso, secondo la costituzione del grande concilio Lateranense[132] e perciò bisogna persuadere i fedeli di Cristo perché non si confessino in tempo di quaresima, sia anatema.”[133]

Il Catechismo Romano afferma a questo riguardo. “255.  … Su questo punto il parere dei santi dottori è unanime.  Nella confessione si deve usare quella somma e diligentissima cura che usiamo nelle contingenze più gravi: dobbiamo mirare con tutte le energie a sanare le ferite dell’anima e a svellere le radici del peccato. Né dobbiamo limitarci a spiegare nella confessione i peccati gravi, ma anche le circostanze di ciascuno, che ne accrescono o diminuiscono notevolmente la malizia. …
E veramente indispensabile che la confessione sia integra e completa. Chi di proposito confessi in parte i peccati e in parte li ometta, non solo non ritrarrà alcun vantaggio dalla confessione, ma si renderà reo di una nuova colpa. Simile difettosa manifestazione di colpe non potrà meritare il nome di confessione sacramentale. In tal caso il penitente dovrà rinnovare la confessione, e in più si è fatto reo di un altro peccato, perché ha violato la santità sacramentale con la simulazione della Confessione…. .
La confessione deve essere schietta, semplice, aperta, non artificiosamente concepita, come sogliono fare tanti che sembrano fare più la storia della loro vita, che confessare i peccati. Essa deve mostrarci al Sacerdote quali noi siamo, quali compariamo a noi stessi, dando il certo per certo, il dubbio per dubbio. Simili doti mancheranno alla confessione, se i peccati non vengono nettamente espressi, o in essa vengono mescolati discorsi estranei alla materia.”[134]

Sottolineo: “Chi di proposito confessi in parte i peccati e in parte li ometta, non solo non ritrarrà alcun vantaggio dalla confessione, ma si renderà reo di una nuova colpa. Simile difettosa manifestazione di colpe non potrà meritare il nome di confessione sacramentale. In tal caso il penitente dovrà rinnovare la confessione, e in più si è fatto reo di un altro peccato, perché ha violato la santità sacramentale con la simulazione della Confessione….” Cioè chi di proposito omette l’accusa di alcuni peccati, gravi, da lui compiuti si Confessa invalidamente.

Il Catechismo di s. Pio X afferma a questo riguardo: “744. Quali sono le condizioni che deve avere l’accusa dei peccati o confessione?

Le condizioni principali che deve avere l’accusa dei peccati sono cinque: deve essere umile, intiera, sincera, prudente e breve.

  1. Che vuol dire: l’accusa deve esser umile?

L’accusa deve esser umile, vuol dire che il penitente deve accusarsi dinanzi al suo confessore, senza alterigia di animo o di parole, ma coi sentimenti di un reo, che riconosce la sua colpa e comparisce davanti al giudice.

  1. Che vuol dire: l’accusa dev’essere intiera?

L’accusa dev’essere intiera, vuoi dire che si debbono manifestare con le loro circostanze e nel loro numero tutti i peccati mortali commessi dopo l’ultima confessione ben fatta e dei quali si ha coscienza.

  1. Quali circostanze si devono manifestare, perché l’accusa sia intiera?

Perché l’accusa sia intiera, si devono manifestare le circostanze che mutano la specie del peccato.

  1. Quali sono le circostanze che mutano la specie del peccato?

Le circostanze che mutano la specie del peccato, sono:

quelle per le quali un’azione peccaminosa da veniale diventa mortale;

quelle per le quali un’azione peccaminosa contiene la malizia di due o più peccati mortali.

  1. Datemi l’esempio di una circostanza che faccia diventar mortale un peccato veniale.

Chi per iscusarsi dicesse una bugia dalla quale venisse grave danno al prossimo, dovrebbe manifestare questa circostanza che cambia la bugia da officiosa in gravemente dannosa.

  1. Datemi ora l’esempio di una circostanza per la quale una stessa azione peccaminosa contiene la malizia di due o più peccati.

Chi avesse rubato una cosa sacra dovrebbe accusare questa circostanza che aggiunge al furto la malizia del sacrilegio.”

L’integrità insieme alla sincerità della Confessione è fondamentale per la sua validità infatti, come ha detto più sopra il Catechismo Romano e come afferma s. Alfonso: la Confessione è invalida se il penitente “ lascia per malizia, o per colpevole trascuraggine, di confessare alcun peccato grave.” [135]

Il Catechismo di s. Pio X afferma significativamente a riguardo: “755. Chi per vergogna, o per qualche altro motivo tace colpevolmente nella confessione qualche peccato mortale, che cosa commette?

Colui che per vergogna o per qualche altro motivo tace colpevolmente qualche peccato mortale in confessione, profana il sacramento e perciò si fa reo di un gravissimo sacrilegio.

  1. Chi ha taciuto colpevolmente qualche peccato mortale nella confessione, come deve provvedere alla propria coscienza?

Chi ha taciuto colpevolmente qualche peccato mortale nella confessione, deve esporre al confessore il peccato taciuto, dire in quante confessioni l’abbia taciuto e rifare tutte le confessioni dall’ultima ben fatta.”

Cioè chi omette colpevolmente l’accusa di alcuni peccati, gravi, da lui compiuti, si confessa invalidamente.

S. Alfonso precisa che in alcuni casi il penitente è scusato dal dire tutti i peccati gravi dall’ultima Confessione valida precisando la specie e il numero dei peccati, cioè è scusato dall’integrità materiale della Confessione, in tali casi : “ … basta l’integrità formale, cioè che il penitente si confessi secondo moralmente può per allora, restando per altro obbligato a far la confessione materialmente intiera, quando sarà tolto l’impedimento, e vi sarà l’obbligo di confessarsi di nuovo. Sicché scusa dall’integrità materiale l’impotenza così fisica, come morale.”[136] Nel passo citato s. Alfonso spiega con grande precisione i vari casi di impotenza fisica o morale in cui la scusante suddetta opera ma ripeto ciò che ha appena affermato lo stesso Dottore: il penitente è obbligato a far la confessione materialmente intiera, quando sarà tolto l’impedimento, e vi sarà l’obbligo di confessarsi di nuovo.

 

 

b) Il Confessore è anche giudice, medico e padre delle anime è tenuto a informarsi della coscienza del penitente e in alcuni casi è obbligato a interrogarlo.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce.

Spiega s. Alfonso anzitutto “ Chi vuole amministrare il sagramento della penitenza, prima di tutto è obbligato ad acquistare la scienza ch’è necessaria per esercitare questo gran ministero. Ma qui bisogna avvertire quel che scrisse s. Gregorio, che l’officio di guidare l’anime per la vita eterna è l’arte delle arti: Ars artium, regimen animarum. E s. Francesco di Sales dicea, che l’officio di confessare è il più importante e ‘l più difficile di tutti. E così è: egli è il più importante, perch’è il fine di tutte le scienze, ch’è la salute eterna: il più difficile, mentre per prima l’officio di confessore richiede la notizia quasi di tutte l’altre scienze, e di tutti gli altri offici ed arti. … Alcuni che si vantano d’esser letterati e teologi d’alta sfera, sdegnano di leggere i moralisti, che chiamano col nome (appresso loro d’improperio) di casisti. Dicono, che basta, per confessare, possedere i principii generali della morale, poiché con quelli possono sciogliersi tutti i casi particolari. Chi niega, che tutti i casi si han da risolvere coi principii? Ma qui sta la difficoltà, in applicare a’ casi particolari i principii che loro convengono. Ciò non può farsi senza una gran discussione delle ragioni che son dall’una e dall’altra parte; e questo appunto è quel che han fatto i moralisti; han procurato di chiarire, con quali principii debbano risolversi molti casi particolari. … Pecca dunque senza dubbio gravemente chi senza la sufficiente scienza ardisce di porsi a sentir le confessioni; e pecca il vescovo che l’approva, o lo tollera; e peccano anche i penitenti, che, conoscendolo ignorante, vanno da lui a confessarsi.”[137]

Il Confessore deve essere dunque sapiente, deve studiare, acquisire la sana dottrina cattolica e aggiornarsi in essa per aiutare le anime a salvarsi; tale salvezza è nella Verità.

Questa sana dottrina ci insegna che il Confessore è, oltre che padre,  anche giudice e medico  delle anime: “Il confessore ricordi anzitutto che egli è insieme giudice e medico: egli è stato costituito da Dio ministro della sua giustizia e insieme della sua misericordia, come mediatore tra Dio e gli uomini, per procurare insieme la gloria di Dio e la salvezza delle anime.

  1. Egli dovrà dunque saper discernere tra male e male, e come un esperto medico curare abilmente le malattie delle anime, a ciascuna applicando il rimedio adatto. A tal fine procuri di prepararsi con impegno, acquistando la più vasta conoscenza teorica e pratica sia per mezzo dell’orazione sia con lo studio degli autori approvati, specialmente del Catechismo Romano, e con la consultazione di persone qualificate e prudenti.”[138]

Anche s. Alfonso dice chiaramente che il Confessore, oltre che padre, è medico e giudice.[139]

Il s. Dottore precisa che il Confessore “non è giudice delle controversie, come lo è il Papa; ma solamente è giudice della disposizione de’ penitenti, e della penitenza che meritano le loro colpe, secondo dichiarò il tridentino[140], dove si dice, che i sacerdoti in ciò solamente son giudici, in quanto essi dopo aver intesi i peccati debbono dare o negare l’assoluzione a’ penitenti secondo la loro disposizione, e loro imporre la penitenza secondo le colpe.” [141]

Come giudice e medico perciò deve acquisire le necessarie informazioni sui peccati del penitente prima di assolverlo, parlai lungamente di questo nel mio libro che ho citato[142], sintetizzando quanto affermai ricordo  che secondo s. Alfonso: “ … è tenuto il confessore a pienamente informarsi della coscienza del penitente. Il confessore è giudice: l’officio di giudice importa, che siccome il giudice è tenuto prima a sentire le ragioni delle parti, poi ad esaminare i meriti della causa, e finalmente a dar la sentenza: così il confessore per prima deve informarsi della coscienza del penitente, indi dee scorgere la sua disposizione, e per ultimo dare o negare l’assoluzione. E circa il primo obbligo d’informarsi de’ peccati del penitente, benché l’obbligo dell’esame principalmente al penitente s’appartenga, nulladimeno (checché alcuni dd.[143] si abbian detto) non dee dubitarsi, che il confessore, scorgendo, non esser a sufficienza esaminato il penitente, è obbligato egli ad interrogarlo, prima de’ peccati che ha potuto commettere, e poi delle loro specie e numero, come si prova dal testo in c. Omnis utriusque sexus, de poenit. etc., e dal rituale romano[144]. E non importa che vi sia concorso di penitenti, mentre sta dannata da Innoc. XI. la prop. 59. che dicea: Licet sacramentaliter absolvere dimidiate tantum confessos, ratione magni concursus poenitentium”[145]

Continua s. Alfonso “… non solo deve il confessore informarsi delle specie e del numero de’ peccati, ma anche della loro origine e cagioni, per applicarvi i rimedi opportuni. Alcuni confessori dimandano solamente la specie e ‘l numero de’ peccati, e niente più; se vedono il penitente disposto, l’assolvono; se no, senza dirgli niente, subito lo licenziano, dicendogli: va, che non ti posso assolvere. Non fanno così i buoni confessori: questi primieramente cominciano ad indagare l’origine e la gravezza del male: domandano la consuetudine e le occasioni che ha avuto il penitente di peccare: in qual luogo: in qual tempo: con quali persone: con qual congiuntura; poiché così poi meglio possono far la correzione, disporre il penitente all’assoluzione, ed applicargli i rimedi.

  1. Fatte le suddette dimande, e così ben informatosi il confessore dell’origine e della gravezza del male, proceda a far la dovuta correzione o ammonizione.”[146]

Il Confessore è obbligato a  esaminare diligentemente la coscienza del peccatore, come spiegava anche Papa Benedetto XIV “ …  non soltanto in quelle cose che il penitente tace “o per negligenza o per vergogna”, ma anche in quelle che tace per ignoranza: “ …  dato che si può temere che il penitente ignori per crassa ignoranza che secondo Guglielmo non è una scusante; oppure perché non capisce che quella azione è peccato; infatti, secondo Isidoro, l’ignorante pecca ogni giorno, e non lo sa”.[147]

Benedetto XIV continua quindi il discorso affermando che “ Infatti, non trattandosi ora di qualche jus positivo, da cui sia derivato un disordine noto al Confessore e sconosciuto al penitente, tanto che se fosse notificato a questi ne potrebbe conseguire qualche grave inconveniente; ma trattandosi ora di ignoranza vincibile, di azioni che ognuno dovrebbe sapere essere peccaminose; di cose che se trascurate dal Confessore danno motivo al penitente di continuare nel suo iniquo costume, ed agli altri o di scandalizzarsi o di considerare tali cose come indifferenti (dato che esse sono praticate con molta disinvoltura da coloro che frequentano i Sacramenti della Chiesa), i Teologi sono concordi nell’affermare che il Confessore è obbligato ad interrogare e ad ammonire il penitente, incurante del dispiacere che, ammonendolo, gli darà, e sperando che se forse in quel momento l’ammonizione non sarà del tutto giovevole, lo sarà in futuro con l’aiuto di Dio.”[148].

Anche s. Giovanni Paolo II ribadisce questa grande verità allorché afferma:  “Purtroppo oggi non pochi fedeli accostandosi al sacramento della penitenza non fanno l’accusa completa dei peccati mortali nel senso ora ricordato del Concilio Tridentino e, talvolta, reagiscono al sacerdote confessore, che doverosamente interroga in ordine alla necessaria completezza, quasi che egli si permettesse una indebita intrusione nel sacrario della coscienza. Mi auguro e prego affinché questi fedeli poco illuminati restino convinti, anche in forza di questo presente insegnamento, che la norma per cui si esige la completezza specifica e numerica, per quanto la memoria onestamente interrogata consente di conoscere, non è un peso imposto ad essi arbitrariamente, ma un mezzo di liberazione e di serenità.”[149]

Lo stesso santo Papa ha affermato: “La seconda convinzione riguarda la funzione del sacramento della penitenza per colui che vi ricorre. Esso è, secondo la più antica tradizionale concezione, una specie di azione giudiziaria; ma questa si svolge presso un tribunale di misericordia, più che di stretta e rigorosa giustizia, il quale non è paragonabile che per analogia ai tribunali umani…  Tribunale di misericordia o luogo di guarigione spirituale, sotto entrambi gli aspetti, il sacramento esige una conoscenza dell’intimo del peccatore, per poterlo giudicare ed assolvere, per curarlo e guarirlo. E proprio per questo esso implica, da parte del penitente, l’accusa sincera e completa dei peccati, che ha pertanto una ragion d’essere non solo ispirata da fini ascetici (quale esercizio di umiltà e di mortificazione), ma inerente alla natura stessa del sacramento.”[150]

Le interrogazioni del sacerdote servono, come è evidente per assicurare ciò che il Concilio di Trento, dall’alto delle sue fondamentali affermazioni, richiede.

 

 

c) Il sacerdote è giudice e medico, ma anche padre, deve illuminare e correggere chi si trova in situazione di peccato; la necessaria correzione dei penitenti che praticano adulterio o omosessualità.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce.

La necessaria conoscenza che il Confessore deve avere dei peccati del penitente deve portare il Confessore stesso a correggere il penitente come vedemmo ampiamente nel mio libro[151], sintetizzando quanto dissi ricordo che, come s. Alfonso scrive, obbligo del sacerdote è, dopo essersi informato di tali peccati: “ II. Di fare il dovuto giudizio della gravità, e numero de’ peccati. III. D’istruire il penitente in ciò che dee sapere circa la fede ed i costumi. IV. D’ammonirlo delle sue obbligazioni. V. Di assolverlo s’è disposto. VI. È obbligato il confessore a correggere gli errori da sé commessi nel prender le confessioni.” [152]

  1. Alfonso afferma anche: “Le opere poi in cui dee impiegarsi il sacerdote zelante sono le seguenti. Per 1º dee attendere a correggere i peccatori. I sacerdoti che vedono le offese di Dio e non parlano sono chiamati da Isaia cani muti: Canes muti, non valentes latrare (Is. 56. 10) . Ma a questi cani muti saranno imputati tutti i peccati che poteano impedire e non hanno impediti: Nolite tacere, ne populi peccata vobis imputentur (Albinus epist. 18.). Taluni sacerdoti lasciano di riprendere i peccatori, dicendo che non vogliono inquietarsi: ma dice s. Gregorio che costoro, per questa pace che desiderano, perderanno miseramente la pace con Dio: Dum pacem desiderant, pravos mores nequaquam redarguunt; et, consentiendo perversis, ab auctoris se pace disiungunt (Past. n. 3. admon. 23.). Gran cosa! scrive s. Bernardo. Cade un asinello e ben si trovano molti che si muovono a sollevarlo; cade un’anima e non si trova chi l’aiuti ad alzarsi: Cadit asinus, et est qui adiuvat; cadit homo, et non est qui sublevet. Quandoché, dice s. Gregorio, il sacerdote specialmente è costituito da Dio ad insegnar la buona via a chi erra: Eligitur viam errantibus demonstrare. Onde soggiunge s. Leone: Sacerdos qui alium ab errore non revocat, seipsum errare demonstrat. Scrive s. Gregorio che noi diamo la morte a tante anime quante ne vediamo andare a morire e lasciamo di ripararvi: Nos qui sacerdotes vocamur, quotidie occidimus quos ad mortem ire tepide videmus.”[153]

Come già detto, s. Dottore precisa che il Confessore “non è giudice delle controversie, come lo è il Papa; ma solamente è giudice della disposizione de’ penitenti, e della penitenza che meritano le loro colpe, secondo dichiarò il tridentino[154], dove si dice, che i sacerdoti in ciò solamente son giudici, in quanto essi dopo aver intesi i peccati debbono dare o negare l’assoluzione a’ penitenti secondo la loro disposizione, e loro imporre la penitenza secondo le colpe.” [155]

Spiega ancora s. Alfonso che il Confessore: “Fatte le suddette dimande, e così ben informatosi il confessore dell’origine e della gravezza del male, proceda a far la dovuta correzione o ammonizione. Sebben egli come padre dee con carità sentire i penitenti, nulladimeno è obbligato come medico ad ammonirli e correggerli quanto bisogna: specialmente coloro che si confessano di rado, e sono aggravati di molti peccati mortali. [156]

La carità, che ha portato Cristo ha dare la vita per illuminarci e salvarci, porta i Pastori, che  hanno veramente tale virtù, a fare come ha fatto Cristo.

Mi pare importante qui precisare e sottolineare, riprendendo quanto dissi nel mio libro e concentrandomi in particolare sui casi di persone che praticano peccati di adulterio o di fornicazione o di omosessualità (che sono oggetto particolare dell’ Amoris Laetitia) che il sacerdote, da parte sua, deve correggere il divorziato risposato o il fornicatore o colui che pratica l’omosessualità e che si manifesta tale nella Confessione.

Non vale in questo caso la regola secondo cui l’ammonizione non va fatta se non si spera frutto.

Ripeto: non vale in questo caso la regola secondo cui l’ammonizione non va fatta se non si spera frutto.

L’adulterio, la fornicazione e l’omosessualità praticata sono in evidente e grave opposizione ai 10 comandamenti; quindi il Confessore deve ammonire il penitente fornicatore, adultero o che pratica l’omosessualità, perché tali atti sono gravi violazioni dei 10 comandamenti. Papa Benedetto XIV ebbe a dire a questo riguardo che  “ Se il Confessore sa che dal penitente si commettono alcuni peccati dei quali questi non si accusa …  il Confessore che ha l’obbligo di preservare l’integrità della Confessione deve con buona maniera richiamare alla sua memoria ciò che tralascia, correggerlo, ammonirlo, inducendolo ad una vera Penitenza.”[157]

Benedetto XIV continua quindi il discorso affermando che “ Infatti, non trattandosi ora di qualche jus positivo, da cui sia derivato un disordine noto al Confessore e sconosciuto al penitente, tanto che se fosse notificato a questi ne potrebbe conseguire qualche grave inconveniente; ma trattandosi ora di ignoranza vincibile, di azioni che ognuno dovrebbe sapere essere peccaminose; di cose che se trascurate dal Confessore danno motivo al penitente di continuare nel suo iniquo costume, ed agli altri o di scandalizzarsi o di considerare tali cose come indifferenti (dato che esse sono praticate con molta disinvoltura da coloro che frequentano i Sacramenti della Chiesa), i Teologi sono concordi nell’affermare che il Confessore è obbligato ad interrogare e ad ammonire il penitente, incurante del dispiacere che, ammonendolo, gli darà, e sperando che se forse in quel momento l’ammonizione non sarà del tutto giovevole, lo sarà in futuro con l’aiuto di Dio.”[158]. La stessa dottrina è affermata da s. Alfonso M. de Liguori nella Theologia Moralis[159]  e appunto in questo passo riporta il testo di Benedetto XIV appena indicato.

In un altro testo s. Alfonso, citando ancora Benedetto XIV spiega che il confessore è obbligato ad esaminare bene la coscienza dei penitenti, ad istruirli e quindi ad ammonire i penitenti.[160]

Il cattolico è tenuto a conoscere e osservare i 10 comandamenti per la sua salvezza eterna, e quindi occorre che il sacerdote ammonisca il penitente che compie atti contrari ad essi (tra questi atti vi sono, ovviamente, quelli di adulterio e di omosessualità e di fornicazione), così il sacerdote può realmente indirizzarlo sulla vera via che conduce al Cielo. L’adulterio e l’omosessualità causano inoltre normalmente scandalo e quindi ancora di più occorre ammonire il fedele che li compie.

Il peccato grave poi misteriosamente ma realmente uccide Cristo, dice il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 598,  e questi di cui stiamo parlando sono peccati gravissimi …. quindi come è assurdo non dire con forza, in confessione, ad un assassino di convertirsi e non proporgli chiaramente di farlo, come è assurdo non dire con forza ad un menzognero, che con le sue menzogne sta causando gravi danni a qualcuno, che deve convertirsi, così è assurdo non dire chiaramente e con forza ad un adultero o ad uno che pratica atti omosessuali di convertirsi e non proporgli chiaramente di farlo!

Quanto detto finora è ovviamente di significativa importanza anche in ordine ad una valida Confessione perché, se il Confessore, quando deve, non aiuta adeguatamente il penitente a chiarirsi sulla gravità di certi atti, a detestarli e a pentirsene e quindi a dire con precisione i peccati da lui commessi c’è da temere che tali Confessioni siano invalide considerando che la Confessione è invalida se il penitente “lascia per malizia, o per colpevole trascuraggine, di confessare alcun peccato grave” e se non ha “il dovuto dolore e proposito ….”[161]

A questo riguardo occorre sottolineare che anche la colpevole negligenza grave nel conoscere la Legge di Dio e le cose della fede così come a ciascuno è possibile e deve, è gravemente peccaminosa, la crassa ignoranza su cose gravi è gravemente peccaminosa, l’ignoranza affettata non scusa dal peccato ma lo accresce[162]. Mancare della dovuta conoscenza del Sacramento della Confessione e della Legge di Dio può esporre il Sacramento all’invalidità; questo vale per il penitente ma anche per il sacerdote.

Il sacerdote deve conoscere a fondo la sana dottrina e aiutare il penitente in ordine ad una valida e santa Confessione.

Come ha detto s. Alfonso “ Chi vuole amministrare il sagramento della penitenza, prima di tutto è obbligato ad acquistare la scienza ch’è necessaria per esercitare questo gran ministero. … Pecca dunque senza dubbio gravemente chi senza la sufficiente scienza ardisce di porsi a sentir le confessioni; e pecca il vescovo che l’approva, o lo tollera; e peccano anche i penitenti, che, conoscendolo ignorante, vanno da lui a confessarsi.”[163]

 

 

d) Qualche affermazione “significativa” di Papa Francesco e dei suoi collaboratori riguardo all’integrità della Confessione e riguardo all’azione del Confessore.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce.

Vediamo ora qualche affermazione di Papa Francesco sulla necessaria integrità della Confessione e sulle domande che il Confessore, come visto, deve rivolgere al penitente. Ascoltate: “E’ tanto brutto quando nella Confessione il sacerdote incomincia a scavare, a scavare nell’anima dell’altro: “E come è stato, e come fai…”. Questo è un uomo che ammala! Tu sei lì per perdonare in nome dell’unico Padre che perdona, non per misurare fino a dove posso, fino a dove non posso… Credo che su questo punto della Confessione dobbiamo convertirci tanto: ricevere i penitenti con misericordia, senza scavare l’anima, senza fare della Confessione una visita psichiatrica, senza fare della Confessione un’indagine da detective per indagare. Perdono, cuore grande, misericordia. L’altro giorno un Cardinale molto severo, direi anche conservatore – perché oggi si dice: questo è conservatore, questo è aperto – un Cardinale così mi diceva: “Se uno viene al Padre, perché io sono lì a nome di Gesù e del Padre Eterno, e dice: Perdonami, perdonami, ho fatto questo, questo, questo…; e io sento che secondo le regole non dovrei perdonare, ma quale padre non dà il perdono al figlio che lo chiede con lacrime e disperazione?”. Poi, una volta perdonato, gli si consiglierà: “Dovrai fare questo…”; oppure: “Devo fare questo, e lo farò per te”.”[164]

Ascoltate questo discorso a dei confessori “È il momento in cui ci si affida alla misericordia di Dio, e si ha piena fiducia di essere da Lui compresi, perdonati e sostenuti. Diamo grande spazio a questo desiderio di Dio e del suo perdono; facciamolo emergere come vera espressione della grazia dello Spirito che provoca alla conversione del cuore. E qui mi raccomando di capire non solo il linguaggio della parola, ma anche quello dei gesti. Se qualcuno viene da te e sente che deve togliersi qualcosa, ma forse non riesce a dirlo, ma tu capisci… e sta bene, lo dice così, col gesto di venire. Prima condizione. Seconda, è pentito. Se qualcuno viene da te è perché vorrebbe non cadere in queste situazioni, ma non osa dirlo, ha paura di dirlo e poi non poterlo fare. Ma se non lo può fare, ad impossibilia nemo tenetur. E il Signore capisce queste cose, il linguaggio dei gesti. Le braccia aperte, per capire cosa c’è dentro quel cuore che non può venire detto o detto così… un po’ è la vergogna… mi capite. Voi ricevete tutti con il linguaggio con cui possono parlare.

…  Tante volte la vergogna ti fa muto … Alcuni mesi fa parlavo con un saggio cardinale della Curia Romana sulle domande che alcuni preti fanno nella confessione e lui mi ha detto: “Quando una persona incomincia e io vedo che vuol buttar fuori qualcosa, e me ne accorgo e capisco, le dico: Ho capito! Stia tranquilla!”. E avanti. Questo è un padre. ”[165]

Ascoltate quanto dice il Papa nel libro intervista realizzato con lui da un certo Wolton: “Conosco un cardinale che è un buon esempio. Mi ha confidato, parlando di queste cose, che appena qualcuno va da lui per parlargli di quei peccati sotto la cintura, egli dice subito: ‘Ho capito, passiamo ad altro’. Lo ferma, come per dirgli: ‘Ho capito, ma vediamo se hai qualcosa di più importante. Preghi? Cerchi il Signore? Leggi il Vangelo?’ Gli fa capire che ci sono degli sbagli molto più importanti di quello. Sì, è un peccato, ma… Gli dice: ‘Ho capito’: E passa ad altro. All’opposto vi sono certi che quando ricevono la confessione di un peccato del genere domandano: ‘Come l’hai fatto, e quando l’hai fatto, e per quanto tempo?’… E si fanno un ‘film’ nella loro testa. Ma questi hanno bisogno di uno psichiatra”[166]

Ancora un testo del Pontefice: “E poi, per favore, non fare domande. Io alcune volte mi domando: quei confessori che incominciano: “E come questo, questo, questo…”. Ma dimmi, cosa stai facendo, tu? Ti stai facendo il film nella tua mente? Per favore. …  Essere misericordioso non significa essere di manica larga, no. Significa essere fratello, padre, consolatore. “Padre, io non ce la faccio, non so come farò…” – “Tu prega, e torna ogni volta che hai bisogno, perché qui troverai un padre, un fratello, troverai questo”. Questo è l’atteggiamento. Per favore, non fare il tribunale di esame accademico: “E come, quando…”. Non fare i ficcanaso nell’anima degli altri. Padri, fratelli misericordiosi.”[167]

Si notino le parole ai Vescovi del Congo: “La misericordia. Perdonare sempre. Quando un fedele viene a confessarsi viene a chiedere il perdono, viene a chiedere la carezza del Padre. E noi, col dito accusatore: “Quante volte? E come lo hai fatto?…”. No, questo no.”[168]

In altra occasione ha affermato: “E io qui mi rivolgo ai miei fratelli confessori: per favore, fratelli, perdonate tutto, perdonate sempre, senza mettere il dito troppo nelle coscienze; lasciate che la gente dica le sue cose e voi ricevete questo come Gesù, con la carezza del vostro sguardo, con il silenzio della vostra comprensione. Per favore, il sacramento della Confessione non è per torturare, ma è per dare pace. Perdonate tutto, come Dio perdonerà tutto a voi. Tutto, tutto, tutto.”[169]

Questo è il resoconto di altre affermazioni del Papa: “Per il Papa è una sofferenza, infatti, incontrare “persone che vengono a piangere perché si sono confessate e gli è stato detto di tutto. Se vai a confessarti perché hai fatto una, due, diecimila cose sbagliate… ringrazi Dio e le perdoni!”. E “se l’altra persona si vergogna” non bisogna bastonarla: “‘E non posso assolverti, non posso perché sei in peccato mortale, devo chiedere il permesso al vescovo…’. Questo accade, per favore! Il nostro popolo non può essere nelle mani di delinquenti! E un sacerdote che si comporta così è un delinquente, in ogni parola. Che piaccia o no”.[170]

In un’altra occasione: “Secondo quanto riportato da un seminarista, il Papa avrebbe invitato a «non essere clericali, a perdonare tutto». Più precisamente, avrebbe aggiunto che «se vediamo che non c’è un proposito di pentimento, dobbiamo perdonare tutti. Non possiamo mai negare l’assoluzione, perché diventiamo veicolo di un giudizio maligno, ingiusto e moralistico».”[171]

Domandiamoci: questi insegnamenti di Papa Francesco, servono a confermare le persone nella sana dottrina cattolica per cui occorre confessare integralmente tutti i peccati mortali, precisando la specie, il numero e le circostanze che cambiano la specie, come insegna il Concilio di Trento, e per cui il confessore deve fare in certi casi le domande per capire bene il tipo di peccati in cui è precipitato il penitente e quindi deve esaminare bene la situazione e deve verificare bene se il penitente ha il vero proposito per vedere se può assolverlo o meno, validamente?

A me pare di no!

Papa Francesco non solo non precisa bene questioni fondamentali ma evidentemente apre le porte perché a tutti sia dato il perdono, senza esaminare bene i peccati del penitente.

Capisco che ci possano essere dei casi limite di confessori che fanno domande indiscrete ma a me sembra chiaramente che tali affermazioni del Papa non precisino bene le cose, e quindi che tali affermazioni servano piuttosto ad allontanare le persone dalla sana dottrina sulla necessaria integrità della Confessione, sulla necessità di una vera contrizione e quindi servano ad aprire le porte a Confessioni invalide.

Inoltre occorre considerare che Papa Francesco sta rivoluzionando la Confessione cioè sta diffondendo molti errori su questioni che riguardano la Confessione, come visto più sopra e nei miei due volumi[172], quindi le affermazioni appena viste possono essere considerate come indicazioni per un nuovo modo di celebrare il Sacramento della Penitenza, determinando così Sacramenti invalidi.

Le affermazioni del Papa viste in questo paragrafo serviranno molto probabilmente a mettere in contrasto i penitenti con i buoni Confessori che fanno le dovute domande e che rifiutano, quando necessario, l’assoluzione e quindi serviranno, molto probabilmente, a che i penitenti ricorrano ai Vescovi e al Papa contro tali buoni Confessori sicché il Papa o i Vescovi possano minacciare tali Confessori di togliere loro la facoltà di amministrare il Sacramento della Riconciliazione se fanno domande e se non danno sempre l’assoluzione … con il risultato che alcuni buoni Confessori saranno privati della facoltà di celebrare il Sacramento della Riconciliazione e alcuni continueranno a confessare ma assolvendo anche quando tale assoluzione è invalida ed esponendo altresì tale Sacramento all’invalidità non facendo le dovute domande … con evidente aumento di Confessioni nulle.

Quanto appena detto va approfondito servendoci anche di affermazioni di affermazioni approvate in vario modo  dal Papa e diffuse da suoi stretti collaboratori.

Al n. 5 della lettera dei Vescovi argentini, citata più volte, e considerata da Papa Francesco “Magistero autentico”  si afferma: “Quando le circostanze concrete di una coppia lo rendono fattibile, in particolare quando entrambi sono cristiani con un cammino di fede, si può proporre l’impegno di vivere la continenza sessuale”.

Nella linea dei Vescovi argentini, nel suo articolo intitolato: “El capítulo VIII de Amoris Laetitia: lo que queda después de la tormenta.”[173]  V. M. Fernández, ora Cardinale, precisa che : “Francisco reconoce la posibilidad de proponer la perfecta continencia a los divorciados en nueva unión, pero admite que pueda haber dificultades para practicarla (cf. nota 329).”

Francesco riconosce la possibilità di proporre la continenza perfetta ai divorziati in una nuova unione, ma ammette che possono esserci difficoltà nel praticarla

Nella linea dei Vescovi argentini e del Cardinale Fernández, i Vescovi dell’Emilia Romagna hanno affermato: “La possibilità di vivere da “fratello e sorella” per potere accedere alla confessione e alla comunione eucaristica è contemplata dall’AL alla nota 329. Questo insegnamento, che la Chiesa da sempre ha indicato e che è stato confermato nel magistero da Familiaris Consortio 84, deve essere presentato con prudenza, nel contesto di un cammino educativo finalizzato al riconoscimento della vocazione del corpo e del valore della castità nei diversi stati di vita. Questa scelta non è considerata l’unica possibile, in quanto la nuova unione e quindi anche il bene dei figli potrebbero essere messi a rischio in mancanza degli atti coniugali. È delicata materia di quel discernimento in “foro interno” di cui AL tratta al n. 300.”[174]

Scrive il prof.  Meiattini criticando il testo dei Vescovi argentini e fondamentalmente gli altri testi appena presentati : “Il nostro corsivo evidenzia che il requisito della continenza …  diventa una semplice proposta e per giunta facoltativa. Infatti, non è considerata neanche una proposta che il confessore deve fare loro. Al massimo la «si può proporre», quando le circostanze lo rendono fattibile. … In altre parole, non solo è facoltativa la continenza, ridotta da esigenza a proposta, ma è facoltativo anche per il sacerdote presentarla come tale. Stando al tenore verbale, il confessore potrebbe anche non proporre la continenza, per un qualche motivo non specificato, passando direttamente all’assoluzione senza altro chiedere o «proporre».  … La domanda che sorge è se il penitente debba almeno essere messo al corrente che egli quel proposito dovrebbe tentare di configurarlo, per esprimere se non altro un inizio di pentimento. Altrimenti, in assenza di questo pentimento-proposito, l’assoluzione non è valida e il peccato rimane (dottrina comune!).”[175]

Il prof. Meiattini mi pare che abbia colto nel segno.

Più a fondo possiamo dire che,  gli errori diffusi da Papa Francesco e dai suoi collaboratori, portano a ritenere, contrariamente alla sana dottrina, che in ordine alla ricezione valida dei Sacramenti della Confessione e della Comunione non è più necessario che il penitente abbia il proposito di non peccare più e di fuggire le occasioni prossime di peccato, e forse nemmeno è necessario che confessi, ordinariamente, integralmente i peccati, e forse non è necessario che il sacerdote faccia le dovute domande al penitente; e poiché tali errori sono diffusi dal Papa e dai suoi collaboratori come il nuovo insegnamento “magisteriale”, il Ministro della Riconciliazione è praticamente costretto in molti casi ad accettare tali errori e ad agire in base ad essi!

Così, invece di illuminare con la sana dottrina e correggere il penitente che vive in peccato, il Confessore, secondo questi insegnamenti del Papa e dei suoi collaboratori, deve essere anzitutto lui stesso ottenebrato dagli errori che il Pontefice e i suoi seguaci diffondono e quindi deve ottenebrare con tali errori anche il penitente … causando, come visto, molte Confessioni invalide.

Aggiungo inoltre che, secondo il Cardinale Müller, le affermazioni del Cardinale Fernandez e del Papa pubblicate nella “Risposta” del Dicastero della Fede dicono quanto segue: “… chi decide sulla possibilità di amministrare l’assoluzione sacramentale ai divorziati in seconda unione al termine del percorso di discernimento …” è la coscienza del fedele (n.5) “il confessore si limita a obbedire a questa decisione di coscienza.”  “Sono i fedeli stessi a decidere se ricevere o meno l’assoluzione, e il sacerdote deve solo accettare questa decisione! Se questo si applica in generale a tutti i peccati, allora il sacramento della Riconciliazione perde il suo significato cattolico e si avvicina alla visione protestante, condannata dal Concilio di Trento che insiste sul ruolo del sacerdote a modo di giudice nella confessione (cfr. DH 1685; 1704; 1709). Il Vangelo afferma, riferendosi al potere delle chiavi: “Tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli” (Mt 16,19). Ma il Vangelo non dice: “ciò che gli uomini decideranno in coscienza che tu devi sciogliere in terra, sarà sciolto in cielo”.” [176] L’errore indicato qui dal Cardinale Müller dall’alto della sua competenza ed esperienza espone ulteriormente il Sacramento all’invalidità nella misura in cui impedisce che il Confessore faccia adeguato giudizio delle disposizioni del penitente e assolva chi non è disposto.

Concludo: Dio intervenga, liberi la Chiesa dai gravi errori che il Papa attuale diffonde e dia grande luce ai penitenti per confessarsi precisamente e santamente anche in questi tempi difficili.

 

 

3) Affermazioni di vari importanti collaboratori del Papa che causano Sacramenti invalidi e sacrileghi.

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

Il Papa, come visto, diffonde gravi errori che producono Confessioni invalide, e ovviamente egli non interviene a correggere chi diffonde errori nella linea che lui stesso sostiene, anzi il Pontefice in alcuni casi, indirettamente o direttamente, elogia e sostiene tali suoi seguaci.

Qui di seguito vedremo errori che vari importanti prelati hanno diffuso nella linea  che il Pontefice stesso porta avanti proprio riguardo alla contrizione e che per sé stessi producono Confessioni invalide, nulle.

L’importanza di tali interventi di vari eminenti collaboratori del Papa sta nel fatto che, come vedremo, essi confermano pienamente con il loro insegnamento gli errori gravissimi del Pontefice che stanno causando Confessioni invalide e sacrileghe e Comunioni sacrileghe, infatti questi interventi, specialmente alcuni di essi come quelli del Vescovo di Como e del teologo Riva, manifestano in modo molto chiaro ciò che sta facendo il Vicario di Cristo in modo discreto e aiutano a capire più profondamente i colossali danni che sta producendo Francesco, coadiuvato dai suoi collaboratori, alla Chiesa e alle anime.

 

 

a) Affermazioni del Cardinale Fernández.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce.

Abbiamo già visto come il Cardinale Fernández stia attualmente, unitamente al Papa, diffondendo gravi errori riguardo a elementi fondamentali per la validità della Confessione[177]; va precisato che, secondo vari esperti, è proprio questo porporato ad essere il ghostwriter (autore nascosto) dell’Amoris Laetitia, come detto nel I volume del mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia”[178] e indubbiamente alcuni suoi scritti si ritrovano sostanzialmente in certi passi di questa esortazione; questo prelato è da molti anni molto vicino al Papa, che lo ha elevato all’Episcopato e lo ha nominato Arcivescovo assegnandogli una Diocesi in Argentina e ora lo ha creato Cardinale e Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede; per tutto questo è molto interessante vedere quello che egli affermava alcuni anni fa in un articolo[179] di commento all’Amoris Laetitia alla luce della famosa lettera dei Vescovi argentini elevata dal Papa al rango di “Magistero autentico”.

Preciso che nel primo volume del mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso “Amoris Laetitia”” ho lungamente e in varie parti mostrato vari errori che emergono da questo articolo e da altri lavori di questo teologo prima che fosse creato Cardinale.

Aggiungo che Fernández ha sempre accettato pienamente ciò che afferma Papa Francesco anche perché a suo giudizio nessuno può giudicare o criticare l’operato papale[180], quindi tutti gli errori visti più sopra nelle affermazioni del Pontefice e tutti quelli che abbiamo visto nei due volumi del mio libro intitolato : “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia”[181] sono da lui totalmente accolti e sostenuti e di alcuni lui stesso è, probabilmente, l’“ispiratore”.

Qui mi limiterò a sintetizzare e approfondire ciò che dissi nel capitolo III del mio libro per evidenziare come questo prelato argentino, in questo articolo, sostiene pienamente la dottrina per cui, sulla base di Amoris laetitia, il penitente che non ha il proposito di non più peccare e in particolare di non compiere atti oggettivamente e gravemente contrari alla Legge divina può essere, “validamente”, assolto.

All’inizio del documento Fernández cita il testo decisivo, in questa linea, della lettera dei Vescovi argentini[182] : “Si se llega a reconocer que, en un caso concreto, hay limitaciones que atenúan la responsabilidad y la culpabilidad (cf. 301-302), particularmente cuando una persona considere que caería en una ulterior falta dañando a los hijos de la nueva unión, Amoris Laetitia abre la posibilidad del acceso a los sacramentos de la Reconciliación y la Eucaristía (cf. notas 336 y 351)”.

Cioè se non è “fattibile” che i due divorziati risposati vivano come “fratello e sorella” e si giunge a riconoscere che, nel caso concreto, esistono limitazioni che attenuano la responsabilità e la colpevolezza (cfr 301-302), soprattutto quando una persona ritiene che cadrebbe in un’ulteriore colpa nuocendo ai figli della nuova unione, Amoris Laetitia apre la possibilità di accesso ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia (cfr note 336 e 351). Questi a loro volta dispongono la persona a continuare a maturare e a crescere con la forza della grazia.

Si noti bene qui si parla di Confessione ed Eucaristia … questi Sacramenti vanno considerati insieme, perché per ricevere degnamente l’Eucaristia occorre passare, dopo il Battesimo, per la Confessione.

Alle pagine 451ss il suddetto autore spiega che l’ Amoris Laetitia con l’interpretazione datale dai Vescovi argentini e approvata dal Papa cambia la prassi anteriore  (p. 460) e ammette ai Sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia divorziati risposati conviventi che non hanno il proposito di vivere come fratello e sorella.

Alla p. 453 leggiamo in particolare: “Francisco reconoce la posibilidad de proponer la perfecta continencia a los divorciados en nueva unión, pero admite que pueda haber dificultades para practicarla (cf. nota 329). La nota 364 da lugar a administrarles el sacramento de la Reconciliación aun cuando sean previsibles nuevas caídas. Francisco cuestiona allí a los sacerdotes que “exigen a los penitentes un propósito de enmienda sin sombra alguna, con lo cual la misericordia se esfuma debajo de la búsqueda de una justicia supuestamente pura” (ibíd.). Y allí mismo retoma una importante afirmación de san Juan Pablo II, quien sostenía que aun la previsibilidad de una nueva caída “no prejuzga la autenticidad del propósito””[183].

Francesco riconosce la possibilità di proporre la continenza perfetta ai divorziati in una nuova unione, ma ammette che possono esserci difficoltà nel praticarla (cfr nota 329), la nota 364 dà luogo ad amministrare loro il sacramento della Riconciliazione anche quando sono prevedibili nuove cadute. Francesco critica i sacerdoti che «esigendo dai penitenti un proposito di emendamento senza alcuna ombra, con il quale la misericordia scompare sotto la ricerca di una giustizia apparentemente pura» (ibid.). E proprio lì riprende un’importante affermazione di san Giovanni Paolo II, il quale sosteneva che anche la prevedibilità di una nuova caduta non pregiudica la autenticità del proposito.

Anche Fernández, come il Papa, usa un linguaggio “discreto” che, se esaminato a fondo, si smaschera e rivela l’errore profondo che si cela nelle sue affermazioni.

Si noti come Fernández evita di ribadire le caratteristiche fondamentali della contrizione e del proposito necessarie per una valida contrizione, parla in maniera vaga e, senza fissare le caratteristiche citate, attacca, con il Papa, i sacerdoti che «esigendo dai penitenti un proposito di emendamento senza alcuna ombra, con il quale la misericordia scompare sotto la ricerca di una giustizia apparentemente pura».

Si tratta di un attacco vago che è rivolto molto probabilmente ai sacerdoti che seguono la sana dottrina e in particolare ai “nemici” di Francesco, cioè a quei prelati che seguono la sana dottrina e per questo si oppongono ai suoi errori, e che Francesco allontana dai posti importanti nella Chiesa (come il Cardinale Burke, monsignor Melina etc.) cioè è un attacco a coloro che, con la Chiesa, affermano che il penitente deve attuare un proposito che sia assoluto, universale ed efficace perché si possa realizzare una valida Confessione.

Inoltre Fernández con il Papa chiama in causa le affermazioni di s. Giovanni Paolo II facendo pensare che Papa Francesco segua la dottrina di questo santo, ma in realtà non è così, il Papa polacco infatti sulla base della Bibbia e della Tradizione, contrariamente a Papa Francesco affermava chiaramente che per una Confessione valida occorre un vero proposito di non peccare e inoltre precisava appunto che i divorziati risposati potevano essere assolti sacramentalmente e potevano ricevere l’Eucaristia solo se avevano il proposito di evitare, in particolare, l’adulterio.

In questo modo il prelato spagnolo con il Papa, attraverso una intelligente strategia di difesa nella quale cita s. Giovanni Paolo II:

– afferma, molto discretamente, che in realtà Papa Francesco sta aprendo le porte a Confessioni senza vero proposito di evitare atti gravemente contrari ai comandi negativi della Legge divina, come abbiamo visto e  come ha detto molto bene il Cardinale Müller più sopra[184];

– cerca di legittimare, in modo impreciso, tale apertura.

Sottolineo che quando Fernández afferma: “Francisco reconoce la posibilidad de proponer la perfecta continencia a los divorciados en nueva unión, pero admite que pueda haber dificultades para practicarla (cf. nota 329).”(p. 453) vuol dire che la perfetta continenza, secondo Papa Francesco, può essere proposta ma ci sono persone che hanno difficoltà per praticarla e in particolare ci sono persone che hanno dei limiti, impedimenti; infatti Fernández spiega: “Pero Francisco dijo explícitamente que “los límites no tienen que ver solamente con un eventual desconocimiento de la norma” (301). ….  Los condicionamientos pueden atenuar o anular la responsabilidad y la culpabilidad frente a cualquier norma, aun frente a los preceptos negativos y a las normas morales absolutas. Ello hace posible que no siempre se pierda la vida de la gracia santificante en una convivencia “more uxorio”.” (p. 455-6)

I limiti non riguardano solo l’ignoranza della norma. I condizionamenti possono attenuare o annullare la colpevolezza davanti a qualsiasi norma anche davanti ai precetti negativi e alle norme morali assolute … quest’ultima affermazione è sostanzialmente ripetuta alla p. 458 : “A causa de los condicionamientos o factores atenuantes, es posible que, en medio de una situación objetiva de pecado —que no sea subjetivamente culpable o que no lo sea de modo pleno— se pueda vivir en gracia de Dios” (Amoris Laetitia n. 305).”

Quindi sono possibili dei condizionamenti che attenuano o annullano la responsabilità dinanzi alla norma sicché evidentemente in alcuni casi si può rimanere in grazia di Dio pur vivendo in una situazione di convivenza more uxorio e appunto in questi casi, secondo mons. Fernández, è possibile dare i Sacramenti nonostante la persona non abbia il proposito di vivere oggettivamente secondo la Legge di Dio. Il discernimento che il sacerdote è chiamato a fare precisamente serve a questo: “el discernimiento puede reconocer que en una situación particular no hay culpa grave” (nota 336).”(p. 459)

Il discernimento serve, secondo mons. Fernández, a riconoscere se i divorziati risposati che vivono more uxorio non hanno colpa grave, e quindi, pur vivendo in una situazione peccaminosa sono in grazia santificante a causa dei condizionamenti in cui si trovano.

Questo discernimento che si compie nel foro interno della Confessione può avere conseguenze nella disciplina ecclesiastica (p. 459)

Cioè attraverso questo discernimento la persona può essere assolta e ricevere l’Eucaristia pubblicamente.

In questo discernimento ha un ruolo centrale la coscienza della persona: “En este discernimiento juega un papel central la conciencia de la persona concreta sobre su situación real ante Dios, sobre sus posibilidades reales y sus límites. Esa conciencia, acompañada por un pastor e iluminada por las orientaciones de la Iglesia, es capaz de una valoración que da lugar a un juicio suficiente para discernir acerca de la posibilidad de acceder a la comunión.”(p. 459)

In questo discernimento gioca un ruolo centrale la coscienza della persona concreta sulla sua reale situazione davanti a Dio, sulle sue reali possibilità e sui suoi limiti. Quella coscienza, accompagnata da un pastore e illuminata dagli orientamenti della Chiesa, è capace di una valutazione che dia luogo ad un giudizio sufficiente per discernere circa la possibilità di accedere alla comunione.

La coscienza, secondo mons. Fernández, è capace di valutare e quindi di offrire un giudizio sufficiente per discernere circa la possibilità di accedere alla Comunione e prima ancora, alla Confessione, nella quale appunto si compie in profondità il discernimento e quindi la persona può essere assolta e può ricevere l’Eucaristia.

Con Papa Francesco, dice Fernández, si permette un discernimento e quindi la recezione dei Sacramenti laddove si ritenga che l’atto oggettivo non sia accompagnato da colpa grave.

Il cambiamento posto in atto da Papa Francesco viene precisato in questi termini: l’attuale Pontefice permette che si attui un discernimento che possa portare a dare i Sacramenti a coloro che, avendo delle attenuanti, non si propongono di non compiere atti oggettivamente gravi (cfr. p. 459-460)

Non mi addentro nel confutare tutti gli errori e i discorsi “tattici” usati da Fernández per cercare di giustificare e anche nascondere l’ingiustificabile, ne parlo ampiamente nel mio libro più volte citato, nel volume I[185], e penso che ne parlerò ancora nel III volume che spero di pubblicare fra qualche mese.

Ricordo quanto dissi più sopra: l’ “attrezzo” con cui Papa Francesco sta cercando di “scardinare” la sana dottrina è anche un insegnamento falso e deviante sulle attenuanti e i condizionamenti, come già ho anticipato nel I volume del mio libro[186]  in vari punti; questo insegnamento falso e deviante è accolto e sostenuto da Fernández.

Quello che qui ci interessa sottolineare in particolare è che il “succo” dell’articolo di Fernández che stiamo vedendo è che Papa Francesco ha reso lecita e “valida” la Confessione che manca di contrizione e in particolare di proposito di evitare atti gravemente contrari alla Legge divina, come l’adulterio, e che manca di proposito di fuggire le occasioni prossime di peccato.

Fernández giustifica, come visto, questa “novità” realizzata da Papa Francesco dicendo che  “el discernimiento puede reconocer que en una situación particular no hay culpa grave” (nota 336).”(p. 459) Il discernimento serve, secondo mons. Fernández, a riconoscere se i divorziati risposati che vivono more uxorio non hanno colpa grave, e quindi, pur vivendo in una situazione peccaminosa sono in grazia santificante a causa dei condizionamenti in cui si trovano.

Abbiamo visto più sopra come il discernimento del Pontefice sia inficiato da radicali errori che lo portano ad affermare che Dio chiede ad alcuni di continuare a compiere atti gravemente contrari alle norme negative della Legge divina, e questo errore radicale si manifesta anche nelle affermazioni di Fernández.

Il discernimento, di cui parla Fernández, deve scoprire infatti la volontà di Dio riguardo ad una certa situazione per poi poter attuare tale volontà.

Discernere significa esaminare una situazione sotto la guida dello Spirito Santo per far emergere il giudizio dello stesso Spirito riguardo ad essa e per seguire tale giudizio.

La Commissione Teologica Internazionale in un documento su Bibbia e morale tratta in modo profondo del discernimento sulla base della Scrittura e nota che: “La conoscenza e il discernimento fanno parte del dono di Dio. L’uomo è capace e, come creatura, obbligato a indagare il progetto di Dio e a cercare di discernere la volontà di Dio per poter agire giustamente. … A causa della libertà che gli è data, l’uomo è chiamato al discernimento morale, alla scelta, alla decisione.”[187]

Quindi il discernimento riguarda la volontà di Dio su di noi, cioè l’oggetto del discernimento è ciò che Dio vuole per noi.

Continua la stessa Commissione: “Anche se Paolo chiede poche volte ai credenti di discernere, lo fa in modo tale da far capire loro che tutte le decisioni devono essere prese con discernimento, come dimostra l’inizio della parte esortativa della lettera ai Romani (Rm 12,2). … Il discernimento consiste nell’esaminare, sotto la guida dello Spirito, ciò che è migliore e perfetto in ogni circostanza (cf. 1 Ts 5,21; Fil 1,10; Ef 5,10). … Paolo è convinto che lo Spirito che si manifesta nell’esempio di Cristo e che è vivo nei cristiani (cf. Gal 5,25; Rm 8,14), darà loro la capacità di decidere che cosa sia conveniente in ogni occasione.”[188]

Il discernimento quindi consiste nel porsi sotto la guida dello Spirito Santo perché Egli ci guidi a ciò che è migliore e perfetto, cioè alla volontà di Dio per noi; lo Spirito Santo che si manifesta nell’esempio di Cristo e che è vivo in noi ci dà la capacità di discernere.

Il manifestarsi dello Spirito nell’esempio di Cristo, che riconosciamo nella Bibbia, ci porta a capire che per conoscere la volontà di Dio, il Signore stesso ci ha donato precise indicazioni nella sua Parola: “” Anche se il Nuovo Testamento non associa che una volta esplicitamente i due termini “coscienza” morale e “Spirito Santo” (Rm 9,1), è chiaro che in regime cristiano il “discernimento del buono dal cattivo” ha per chiave di volta “gli elementi essenziali delle parole di Dio” (Eb 5,12-14), che conducono “alla perfezione” (6,1) “coloro che una volta per tutte sono stati illuminati, hanno gustato il dono celeste e sono divenuti partecipi dello Spirito Santo” (6,4) “[189]

La Parola di Dio, interpretata dalla Chiesa, è quindi somma guida per il nostro discernimento e per la nostra coscienza, perché in tutto facciamo la volontà di Dio, “ciò che è migliore e perfetto in ogni circostanza (cf. 1 Ts 5,21; Fil 1,10; Ef 5,10)” [190]

Le cosiddette mozioni dello Spirito Santo, che è Dio, sono ovviamente conformi alla S. Scrittura che lo stesso Spirito ci ha donato e in particolare ai comandamenti che il Signore ci ha offerto per guidare la nostra vita. Lo Spirito Santo non ci guida certamente a peccare o a commettere adulterio ma a santificarci e quindi a seguire Cristo sulla via dei comandamenti e della Croce … sottolineo: della Croce ; il discernimento ci porta appunto a seguire Cristo sulla via dei comandamenti e della Croce, in questo troviamo ciò che Dio vuole da noi.

Gesù è molto chiaro nel Vangelo: chi vuole seguirlo deve anzitutto rinnegare sé stesso, poi prendere la Croce.(Mt 16,24-25; Lc 9,22-25)

Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma: “L’uomo talvolta si trova ad affrontare situazioni che rendono incerto il giudizio morale e difficile la decisione. Egli deve sempre ricercare ciò che è giusto e buono e discernere la volontà di Dio espressa nella Legge divina.”(n. 1787)

Sulla base di quanto appena detto dobbiamo concludere che, per Fernández come per Francesco, attraverso il discernimento, si può arrivare praticamente a capire che Dio voglia che una persona, che ha alcuni limiti e difficoltà nell’attuare la Legge di Dio, continui a compiere atti gravi contro le norme negative della Legge divina, e in particolare che continui a compiere atti di adulterio.

Abbiamo visto più sopra che Dio comanda assolutamente di evitare atti contro i comandi negativi della sua Legge. Non è Dio, dicemmo, che vuole che le persone compiano adulterio ma il diavolo!

Le affermazioni di  Fernández sono essenzialmente false e per certi aspetti blasfeme, infatti fanno pensare che Dio possa volere che una persona, dopo che Dio stesso anche attraverso la Chiesa ha dichiarato l’assoluta illiceità del peccato di adulterio, compia tale peccato, tali affermazioni mettono i fedeli e i Confessori sotto la guida di Satana e non di Dio.

Il Confessore, che tiene il posto di Dio, mai può dichiarare che il frutto di un discernimento è che Dio voglia che una persona commetta adulterio.

Il Confessore, quindi, in quanto ministro di Dio non può e non deve assolvere un penitente che non si propone assolutamente, universalmente ed efficacemente[191], come visto, di non peccare e che non si propone di fuggire le occasioni prossime di peccato, perché tale assoluzione è nulla, come detto.

Tale proposito implica, sottolineo, l’impegno, con l’aiuto di Dio, ad attuare i comandamenti divini ed in particolare ad evitare atti oggettivamente gravi contro di essi, specie contro i precetti negativi, implica l’impegno a fuggire le occasioni prossime di peccato; questo è ciò che Dio vuole da ogni persona e questo conduce una valida Confessione.

Chi è incapace di questo proposito è incapace di ricevere un’ assoluzione sacramentale valida[192].

Va notato a questo riguardo che Fernández, unitamente al Papa, mette da parte e quindi praticamente cancella la necessità di un vero proposito di fuggire le occasioni prossime di peccato, esponendo così, ulteriormente le Confessioni alla nullità.

Aggiungo che Fernandez parla di grazia e di carità, ma la carità, che è sempre unita alla grazia santificante, porta il cristiano ad accettare di perdere tutto piuttosto che peccare e compiere atti gravi contro la Legge di Dio, specialmente contro i precetti negativi di essa, tale virtù, inoltre, porta a proporsi di accettare di perdere tutto piuttosto che peccare e compiere atti gravi contro la Legge di Dio, specialmente contro i precetti negativi di essa, come vedemmo ampiamente nel I volume del mio libro: “Tradimento della sana dottrina attraverso “Amoris Laetitia”.”[193], quindi non esiste alcuna giustificazione che porti la carità e chi è guidato da essa ad accettare il compimento di atti gravemente contrari ai precetti negativi del Decalogo, come l’adulterio.

Il penitente in quanto guidato dalla carità si propone necessariamente di evitare l’adulterio e quindi di fuggire, secondo retta prudenza, le occasioni prossime di peccato.

Il Confessore, in quanto guidato dalla carità, dispone necessariamente il penitente a proporsi di non peccare e quindi di non commettere adulterio.

La carità guida noi stessi assolutamente a non commettere atti gravi contro i comandi negativi della Legge divina e ci porta a guidare gli altri assolutamente a non commetterli.

Faccio notare ancora, che,come già detto, nessuno può dispensare il penitente dall’osservanza dei divini comandamenti, né lui stesso né il Confessore e neppure il Papa (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2072). S. Tommaso nella Somma Teologica fa un’affermazione per noi estremamente significativa: “.. Praecepta autem Decalogi continent ipsam intentionem legislatoris, scilicet Dei. … Et ideo praecepta Decalogi sunt omnino indispensabilia. ”(I-II q. 100 a. 8) I precetti del Decalogo contengono la stessa intenzione del Legislatore cioè di Dio , quindi tali precetti sono del tutto indispensabili! I comandamenti negativi in particolare, come quello che proibisce l’adulterio, sono validi e obbligatori sempre e per sempre, san Giovanni Paolo II affermò a questo riguardo: “I precetti morali negativi, cioè quelli che proibiscono alcuni atti o comportamenti concreti come intrinsecamente cattivi, non ammettono alcuna legittima eccezione; essi non lasciano alcuno spazio moralmente accettabile per la «creatività» di una qualche determinazione contraria. Una volta riconosciuta in concreto la specie morale di un’azione proibita da una regola universale, il solo atto moralmente buono è quello di obbedire alla legge morale e di astenersi dall’azione che essa proibisce”[194]

Un Confessore che agisce secondo le indicazioni dei Vescovi argentini e di Fernández, nonché del Papa, sta praticamente dispensando il penitente dal vivere secondo la Legge di Dio perché, sapendo che non si propone di evitare l’adulterio e dandogli l’assoluzione, accetta e “benedice” che lui non si proponga di vivere i comandamenti in materia grave, lo considera perdonato da Dio, quindi santo, e degno di ricevere l’ Eucaristia, cioè il Corpo di Cristo.

In conclusione le affermazioni di Fernández sono in vario modo in contrasto con la sana dottrina, esse sono, per certi aspetti, blasfeme e sono causa di Confessioni invalide e sacrileghe, infatti è nulla l’assoluzione di chi non ha un vero proposito di non peccare ed è sacrilegio ricevere colpevolmente[195] il Sacramento della Confessione senza tale proposito, perché ciò costituisce profanazione di tale Sacramento.

Ugualmente è sacrilegio amministrare l’assoluzione sapendo che il penitente non ha il suddetto proposito e quindi manca di contrizione.

Le affermazioni del Cardinale in oggetto causano anche Comunioni sacrileghe, infatti la mancanza dell’impegno di non peccare oltre a invalidare la Confessione implica ordinariamente la mancanza della carità, perché questa virtù porta sempre il soggetto a evitare il peccato grave e a proporsi di evitarlo[196]; la mancanza di tale proposito quindi implica ordinariamente  la mancanza della grazia santificante, che è sempre unita alla carità, perciò rende sacrilega la Comunione Eucaristica.

È triplicemente blasfemo far pensare che lo Spirito Santo, attraverso il discernimento, guidi i fedeli oltre che all’adulterio, anche a Confessioni invalide e sacrileghe e a Comunioni eucaristiche sacrileghe.

Dio intervenga.

 

 

b) Affermazioni del Card. Coccopalmerio.

 

 

La Croce sacra sia la nostra luce.

Esaminiamo ora un testo scritto dal Cardinale Coccopalmerio, un porporato italiano esperto in Diritto Canonico. [197]

Il testo è un commento al capitolo ottavo dell’ Amoris Laetitia.

Il libro è di una superficialità, a livello teologico, colossale, al di fuori di un testo del Concilio Vaticano II non presenta citazioni e dati della Tradizione per evidenziare cosa afferma la sana dottrina e confrontarla seriamente e profondamente con ciò che dice Papa Francesco.

L’autore non muove critica agli errori di questo testo papale, ma anzi mostra fondamentalmente di accettarli e sostenerli e cade lui stesso in gravi errori, in particolare  riguardo al proposito necessario per la validità della Confessione, infatti afferma che l’Amoris Laetitia rispetta la dottrina per cui, in ordine ad una valida Confessione, è necessario un vero proposito di non peccare perché tale Esortazione permette l’assoluzione di fedeli che hanno coscienza della situazione di peccato in cui si trovano ed hanno l’impegno di cambiare anche se sono impossibilitati a farlo (p. 29).

Invece, continua il porporato, non possono essere assolti coloro che sanno di essere in peccato e possono cambiare ma non hanno intenzione di farlo. (p. 29)

Il Cardinale milanese in realtà commette non uno ma cinque errori con queste affermazioni infatti:

1) la lettera dei Vescovi argentini e quindi l’Amoris Laetitia non parlano di assoluta necessità del proposito per essere assolti, come visto in precedenza, e quindi evidentemente permettono che si dia l’assoluzione anche a chi non ha tale proposito ed ha dei condizionamenti e delle difficoltà nell’osservare la Legge divina;

2)il proposito necessario per una valida Confessione non è quello che Coccopalmerio, ma è un impegno assoluto, universale, efficace di non peccare;

3)chi è incapace di un tale proposito assoluto, universale, efficace di non peccare è incapace di ricevere l’assoluzione; le persone di cui parla il prelato sono dunque incapaci di ricevere l’assoluzione;

4) l’ Amoris Laetitia non rispetta la sana dottrina circa la necessità di un vero proposito di non peccare per una valida Confessione;

5)rende praticamente possibile al Confessore dispensare il penitente dall’osservanza dei comandamenti. [198]

Riguardo all’errore n. 1 sono eloquenti le parole del n. 6 della lettera dei Vescovi argentini che il Papa ha elevato a “Magistero autentico”, in esse si afferma in particolare riguardo ai divorziati risposati che se possibile, vivano in castità, se tale possibilità non è fattibile è possibile un cammino di discernimento, e quindi si aggiunge :“ Si se llega a reconocer que, en un caso concreto, hay limitaciones que atenúan la responsabilidad y la culpabilidad (cf. 301-302), particularmente cuando una persona considere que caería en una ulterior falta dañando a los hijos de la nueva unión, Amoris laetitia abre la posibilidad del acceso a los sacramentos de la Reconciliación y la Eucaristía (cf. notas 336 y 351). Estos a su vez disponen a la persona a seguir madurando y creciendo con la fuerza de la gracia.”[199]

Se si giunge a riconoscere che, nel caso concreto, esistono limitazioni che attenuano la responsabilità e la colpevolezza (cfr 301-302), soprattutto quando una persona ritiene che cadrebbe in un’ulteriore colpa nuocendo ai figli della nuova unione, Amoris Laetitia apre la possibilità di accesso ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia (cfr note 336 e 351). Questi a loro volta dispongono la persona a continuare a maturare e a crescere con la forza della grazia.

Come si vede non si parla della necessità di un vero proposito per una valida Confessione.

Il presunto ghostwriter di Amoris Laetitia, l’attuale Cardinale Fernández, nel suo commento a tale Esortazione, come visto nel precedente paragrafo, non ha parlato della necessità di un vero proposito di non peccare, in ordine ad una valida assoluzione.

Anche altri testi di Vescovi che seguono il Papa nei suoi errori non hanno ribadito la necessità di un tale impegno.

La strategia che il Pontefice e questi suoi seguaci stanno attuando è evidentemente quella di cancellare attraverso l’oblio la dottrina sulla necessità del proposito di non peccare, in ordine ad una valida Confessione.

Il fatto che tale dottrina non sia citata e sottolineata come merita da questi prelati significa evidentemente che per loro essa non è importante e che non deve essere importante neppure per il Confessore cioè significa che il Papa sta cancellando in modo discreto ma netto questa dottrina;

alcuni autori però, in chiara opposizione rispetto agli errori del Papa, l’hanno messa in evidenza in ordine ad una valida Confessione.

Il testo del Cardinale Coccopalmerio è quindi molto utile in ordine al sostegno dei gravi errori del Papa, perché afferma che la dottrina di Amoris Laetitia è perfettamente coerente con quella proclamata in particolare dal Concilio di Trento sulla necessità, in ordine ad una valida Confessione, del proposito di non peccare; come stiamo vedendo e come meglio vedremo, tale affermazione di questo libro è falsa.

L’errore n. 2 va individuato nel fatto che, secondo il Cardinale in oggetto, il proposito necessario per una valida Confessione è quello per cui il penitente si impegna a cambiare vita in futuro, anche se attualmente non è in grado di attuare tale proposito “a motivo dell’impossibilità di farlo”(p. 29)

A questo riguardo occorre precisare anzitutto che, come detto più sopra, l’ “attrezzo” con cui Papa Francesco sta cercando di “scardinare” la sana dottrina è anche un insegnamento falso e deviante sulle attenuanti e i condizionamenti, come già ho anticipato nel I volume del mio libro[200]  in vari punti e come spiegherò meglio nel III volume (che spero di pubblicare entro il 2024) dello stesso; per tale dottrina ciò che il sano insegnamento cattolico indica come vero peccato grave (con materia grave, piena avvertenza e deliberato consenso) diviene, grazie alle deviazioni e imprecisioni di Amoris Laetitia, praticamente un atto solo venialmente peccaminoso per cui  coloro che lo compiono e sono disposti a proseguire nel compierlo sono considerati degni di ricevere i Sacramenti senza proporsi di non commetterlo più.

Il Papa e i suoi collaboratori hanno diffuso un impreciso ed erroneo discernimento di casi particolari e quindi un’ambigua, imprecisa e deviante presentazione delle circostanze attenuanti degli atti umani; tali circostanze vengono infatti, dal Papa e da alcuni suoi collaboratori, astutamente, ampliate e vengono rese capaci praticamente di abbattere i precetti divini portando a considerare veri peccati gravi come peccati veniali o imperfezioni; in questa linea il Vescovo Schneider ha affermato: “i nuovi discepoli di Mosè ed i nuovi farisei hanno mascherato la loro negazione dell’indissolubilità del matrimonio nella prassi e la sospensione del sesto Comandamento in base al “caso per caso”, sotto le mentite spoglie del concetto di misericordia, usando espressioni come: “cammino di discernimento”, “accompagnamento” … insinuando una possibile soppressione dell’imputabilità per i casi di coabitazione nelle unioni irregolari …”[201]”.[202]

Il Papa e i suoi collaboratori, come detto più sopra, non parlano di impossibilità, non dicono che per queste persone è impossibile attuare la Legge di Dio, la dottrina cattolica nega infatti che sia assolutamente impossibile proporsi e attuare la Legge di Dio[203], non dicono che queste persone sono assolutamente impotenti a proporsi e ad attuare la Legge di Dio[204], sono persone che hanno semplicemente delle significative difficoltà ad osservare la Legge di Dio a causa di vari condizionamenti.

Il Cardinale Coccopalmerio parla, riguardo a queste persone di impossibilità a osservare la Legge di Dio ma essa appunto è una significativa difficoltà ad osservare la Legge di Dio (cfr. in particolare p. 24).

Occorre sottolineare a questo riguardo che come ha ribadito il Cardinale Müller riportando le affermazioni del Concilio di Trento: “… al battezzato non è impossibile osservare i precetti divini (DH 1536,1568)”[205] e, come ha aggiunto lo stesso Cardinale tedesco: “… queste affermazioni non richiedono solo un assenso religioso, ma devono essere credute con fede ferma, in quanto sono contenute nella rivelazione, o almeno accolte e ritenute fermamente in quanto sono proposte dalla Chiesa in modo definitivo.” [206]

Ciò che appare impossibile agli uomini è possibile a Dio (Mt 19,26).

La Veritatis Splendor afferma al n. 52: “ … è sempre possibile che l’uomo, in seguito a costrizione o ad altre circostanze, sia impedito di portare a termine determinate buone azioni; mai però può essere impedito di non fare determinate azioni, soprattutto se egli è disposto a morire piuttosto che a fare il male.”

Aggiunge la stessa enciclica al n. 102: “L’osservanza della legge di Dio, in determinate situazioni, può essere difficile, difficilissima: non è mai però impossibile. È questo un insegnamento costante della tradizione della Chiesa, così espresso dal Concilio di Trento: «Nessuno poi, benché giustificato, deve ritenersi libero dall’osservanza dei comandamenti; nessuno deve far propria quell’espressione temeraria e condannata con la scomunica dei Padri, secondo la quale è impossibile all’uomo giustificato osservare i comandamenti di Dio. Dio infatti non comanda ciò che è impossibile, ma nel comandare ti esorta a fare tutto quello che puoi, a chiedere ciò che non puoi e ti aiuta perché tu possa; infatti “i comandamenti di Dio non sono gravosi” (cf 1 Gv 5,3) e “il suo giogo è soave e il suo peso è leggero” (cf Mt 11,30)».”[207]

Non esiste, quindi, impossibilità assoluta ad osservare la Legge di Dio e nessuno può essere dispensato da tale Legge (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2072).

Le situazioni di cui parla il Cardinale Coccopalmerio dalla pag. 17 alla pag. 27 del suo libro e che, a suo parere, rendono impossibile l’osservanza del VI comandamento, sono superabili con l’aiuto di Dio e in particolare con l’aiuto del Confessore che illumina l’anima del penitente con la sana dottrina, come visto più sopra parlando della necessaria azione del Ministro della Confessione in ordine alla validità del Sacramento, con la preghiera[208] e con la grazia divina, come disse s. Giovanni Paolo II “… non sarà fuori luogo ricordare che la fede insegna la possibilità di evitare il peccato con l’aiuto della grazia[209]”.[210]

I casi di impotenza assoluta all’attuazione della divina Legge sono casi estremamente rari negli adulti e in tali situazioni la persona è incapace di ricevere una valida Confessione, come vedremo meglio, più avanti.

Inoltre le affermazioni del prelato milanese per cui il proposito necessario per una valida Confessione è quello per cui il penitente si impegna a cambiare vita in futuro, anche se attualmente non è in grado di attuare tale proposito “a motivo dell’impossibilità di farlo”(p. 29) non hanno nessun fondamento nella Tradizione, non sono accompagnate da citazioni che le sostengano, sono totalmente inventate da lui probabilmente per poter sostenere le affermazioni del Papa e affermare la bontà dottrinale di Amoris Laetitia.

Come ho detto altrove riportando testi fondamentali della dottrina cattolica[211] il proposito per una valida confessione deve essere efficace, serio e universale …

Come leggiamo nel Catechismo di s. Pio X :

“731. …  Il proponimento consiste in una volontà risoluta di non commettere mai più il peccato e di usare tutti i mezzi necessari per fuggirlo.

  1. … Il proponimento, affinché sia buono, deve avere principalmente tre condizioni: deve essere assoluto, universale ed efficace.
  2. Che cosa vuol dire: proponimento assoluto?

Vuol dire che il proponimento deve essere senza alcuna condizione di tempo, di luogo, o di persona.

  1. Che cosa vuol dire: il proponimento deve essere universale?

Il proponimento deve essere universale, vuol dire che dobbiamo voler fuggire tutti i peccati mortali, tanto quelli già altre volte commessi, quanto altri che potremmo commettere.

  1. Che cosa vuol dire: il proponimento deve essere efficace?

Il proponimento deve essere efficace, vuol dire che bisogna avere una volontà risoluta di perdere prima ogni cosa che commettere un nuovo peccato, di fuggire le occasioni pericolose di peccare, di distruggere gli abiti cattivi, e di adempiere gli obblighi contratti in conseguenza dei nostri peccati.”

Un proposito che manchi delle caratteristiche dette rende invalida l’assoluzione.

Questo significa ovviamente che il penitente, con l’aiuto di Dio, deve proporsi di non più peccare dal momento in cui si confessa e da allora deve proporsi di fuggire le occasioni prossime di peccato. Se manca questo proposito l’assoluzione è invalida, come visto.

Ricordo che il Concilio di Trento richiede che la contrizione, e quindi il proposito, escluda assolutamente la volontà di peccare[212].

Con l’aiuto di Dio e in particolare con quello della grazia il penitente può proporsi di non peccare più e quindi di non compiere certi atti gravi fin da subito.

Con l’aiuto di Dio e in particolare con l’aiuto della grazia il penitente può proporsi di fuggire le occasioni prossime di peccato …

Quanto appena detto ci introduce all’errore n. 3 del prelato che va individuato nel fatto che le sue affermazioni si oppongono alla sana dottrina per cui chi è incapace di un tale proposito assoluto, universale, efficace di non peccare, visto poc’anzi, è incapace di ricevere l’assoluzione; per tale dottrina le persone cui il Cardinale afferma che possa essere concessa una valida assoluzione sono in realtà incapaci di riceverla.

A questo riguardo occorre ricordare che chi è incapace di credere con la fede cattolica non può ricevere validamente questo Sacramento, ugualmente chi non ha ricevuto il Battesimo è incapace a ricevere validamente la Confessione o la Cresima, in modo simile chi è incapace della contrizione, e quindi di un proposito assoluto, universale ed efficace di non peccare e perciò di evitare atti gravemente contrari ai comandi negativi della Legge divina, è evidentemente incapace a ricevere questo Sacramento della Penitenza[213].

Il Rituale spiega: “Il sacerdote dovrà considerare attentamente quando e a chi l’assoluzione sia da impartire, o da negare, o da differire; non avvenga che egli assolva chi è incapace di tale beneficio, come sarebbe: chi non dà nessun segno di dolore; chi non vuole deporre un odio o una inimicizia; o chi, potendolo, non vuole restituire l’altrui; chi non vuole lasciare un’occasione prossima di peccato, o altrimenti abbandonare una via di peccato ed emendare la sua vita in meglio; chi ha dato scandalo in pubblico, salvo che dia una pubblica soddisfazione e rimuova lo scandalo; chi è incorso in peccati riservati ai Superiori.” [214]

Chi è incapace del beneficio dell’assoluzione non può essere assolto.

Il Confessore non può assolvere il penitente che manca di tale contrizione soprannaturale e di tale proposito.

L’assoluzione che manca di un vero proposito di non peccare con tutte le caratteristiche viste e quindi manca di una vera contrizione è nulla[215].

Va peraltro precisato che, come dice s. Tommaso “Ad secundam quaestionem dicendum, quod sicut Deus non alligavit virtutem suam rebus naturalibus, ut non possit praeter eas operari cum voluerit quod in miraculosis actibus facit, ita non alligavit virtutem suam sacramentis, ut non possit sine sacramentorum ministris aliquem sanctificare”(Super Sent., lib. 4 d. 6 q. 1 a. 1 qc. 2 co.).

Dio non ha legato la sua potenza ai Sacramenti e può santificare qualcuno anche senza ministri dei Sacramenti.

Questo vuol dire in particolare che coloro che sono incapaci di compiere un atto di fede o di contrizione e quindi non sono capaci di un vero proposito di non peccare, penso in particolare ai bambini infanti o ai dementi etc. e quindi non possono ricevere il Sacramento della Confessione validamente non per questo sono dannati, Dio ha altri percorsi per la loro salvezza e santificazione.

Tornando più direttamente alle affermazioni del porporato italiano dobbiamo sottolineare che esse, in realtà, entrano nel grande fiume di perversione dottrinale con cui Papa Francesco e i suoi collaboratori, attraverso una vaga e imprecisa dottrina sulle circostanze dell’azione stanno in realtà legittimando Sacramenti invalidi e sacrileghi.

Le affermazioni del Cardinale milanese sono in realtà causa di nullità per le Confessioni non solo perché presentano una falsa dottrina sul proposito di non peccare ma anche perché esse, come anche quelle del Papa e dei Vescovi argentini nonché del Cardinale Fernández, non menzionano la necessità di un vero proposito di fuggire le occasioni prossime di peccato in ordine ad una valida Confessione, tale impegno è praticamente messo da parte, esponendo così, ulteriormente le Confessioni alla nullità!

Anche le affermazioni di Coccopalmerio sono, quindi, causa di Confessioni invalide ma anche sacrileghe, infatti è nulla l’assoluzione di chi non ha un vero proposito di non peccare ed è sacrilegio ricevere colpevolmente[216] il Sacramento della Confessione senza tale proposito, perché ciò costituisce profanazione di tale Sacramento.

Ugualmente è sacrilegio amministrare l’assoluzione sapendo che il penitente non ha il suddetto proposito e quindi manca di contrizione.

Le affermazioni del Cardinale in oggetto causano anche Comunioni sacrileghe, infatti la mancanza dell’impegno di non peccare oltre a invalidare la Confessione implica ordinariamente la mancanza della carità, perché questa virtù porta sempre il soggetto a evitare il peccato grave e a proporsi di evitarlo[217]; la mancanza di tale proposito quindi implica ordinariamente  la mancanza della grazia santificante, che è sempre unita alla carità, perciò rende sacrilega la Comunione Eucaristica.

L’errore n. 4 porta all’errore n. 5 per cui il Confessore dispensa praticamente il penitente dall’osservanza dei comandi negativi della Legge divina.

Se infatti il Confessore dà l’assoluzione sapendo che il penitente non si propone di evitare di peccare gravemente, con tale assoluzione egli praticamente dispensa il penitente dall’osservanza dei comandamenti, come detto; ciò è espressamente riprovato dalla sana dottrina. [218]

Aggiungo che la carità (e quindi la grazia) porta il cristiano ad accettare subito di perdere tutto piuttosto che peccare e compiere atti gravi contro la Legge di Dio, specialmente contro i precetti negativi di essa, tale virtù, inoltre, porta a proporsi subito di accettare di perdere tutto piuttosto che peccare e compiere atti gravi contro la Legge di Dio, specialmente contro i precetti negativi di essa, come vedemmo ampiamente nel I volume del mio libro: “Tradimento della sana dottrina attraverso “Amoris Laetitia”.”[219].

Né il Confessore né il penitente stesso in quanto guidati dalla carità possono indirizzare il penitente a compiere adulterio.

Il penitente in quanto guidato dalla carità si propone necessariamente e immediatamente di evitare l’adulterio e quindi di fuggire, secondo retta prudenza, le occasioni prossime di peccato.

Il Confessore, in quanto guidato dalla carità, dispone necessariamente il penitente a proporsi immediatamente di non peccare e quindi di non commettere adulterio.

La carità guida noi stessi assolutamente e immediatamente a non commettere atti gravi contro i comandi negativi della Legge divina e ci porta a guidare gli altri assolutamente a non commetterli.

Non esiste alcuna giustificazione che porti la carità ad accettare il compimento di atti gravemente contrari ai precetti negativi del Decalogo, come l’adulterio.

La carità fa che la persona ami Dio al di sopra di tutto, anche della sua famiglia, e fa quindi che la persona mai violi in maniera grave un comandamento divino.

Dio e la sua volontà vengono prima di tutto!

Contrariamente a ciò che afferma il Cardinale milanese non è lecito commettere atti gravi contro la Legge di Dio, in particolare contro i precetti negativi di essa,  neppure nel caso che tale violazione della Legge eviti danni ai figli (p. 20), essa è ingiustificata ed è materia grave di peccato anche in tale caso.

Gli errori qui rilevati nello scritto del Cardinale sono già gravissimi ma temo che anche altri errori siano racchiusi in tale libro.

Notiamo che nessuna condanna hanno ricevuto questi errori, anzi, per la presentazione del libro in oggetto, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana (la casa editrice del Papa), possiamo leggere le lodi fatte da vari esperti al suo autore per questo testo!

Nel resoconto fatto dal SIR leggiamo:  “Noi come editori diamo voce a interlocutori così autorevoli – ha precisato Costa a proposito del volume, firmato dal cardinale e pubblicato dalla Lev – ma il libro del cardinale Coccopalmerio non è una risposta ufficiale del Vaticano. Il dibattito è sempre aperto, noi lo incoraggiamo e offriamo strumenti di approfondimento”. Un libro “destinato alla gente”, lo ha definito Costa, di natura “pastorale”: “Un testo leggibile, fruibile e chiarificatore”.” [220]

Il professor Costa era il direttore della Libreria Editrice Vaticana.

Il teologo Gronchi ha realizzato per l’Osservatore Romano una recensione del libro del Card. Coccopalmerio in cui ha scritto: “ Il pregio principale della lettura guidata del capitolo ottavo di Amoris laetitia del Cardinale Francesco Coccopalmerio (Città del Vaticano, Libreria editrice vaticana, 2017, pagine 56, euro 8) è di far parlare il documento, lasciando emergere ciò che a un rapido sguardo fin troppo sbrigativo rischia di venir trascurato, se non sacrificato o ancor peggio travisato, come talvolta è avvenuto. Con asciutta precisione e chiarezza essenziale, il canonista mostra che non sono necessarie acrobazie per cogliervi la novità pastorale nella continuità della tradizione dottrinale della Chiesa. I fondamenti della teologia del matrimonio sono uniti, senza confusione, con quelli della teologia morale; il profilo ideale della famiglia cristiana è distinto, senza separazione, dalla saggezza pastorale rivolta a quanti hanno sperimentato il fallimento matrimoniale. L’acribia con cui viene commentato il documento pontificio mostra in modo limpido in quale maniera sia sempre necessario interpretare i testi magisteriali: non per dubitarne, ma per comprenderli e accoglierli.”[221]

Luciano Moia, su Avvenire ha scritto , riportando anche le parole del Cardinale Coccopalmerio: “Il cuore della questione, secondo quanto spiega Coccopalmerio, è il proposito del cambiamento. Le persone che vivono in condizioni di “irregolarità” – le virgolette sono usate nel testo di Amoris laetitia – sono «coscienti della loro condizione di peccato… si pongono il problema di cambiare e quindi – si legge nel testo – hanno l’intenzione o, almeno, il desiderio di cambiare la loro condizione». La serietà della questione di coscienza è quindi il punto decisivo, come argomentato anche da don Gronchi, per «la possibilità di accedere ai sacramenti da parte di coloro che non riescono ad astenersi dai rapporti coniugali».  Una situazione che, secondo quanto scrive il presidente del Pontificio consiglio per i Testi legislativi, non fa venir meno né la dottrina dell’indissolubilità del matrimonio, né quella del sincero pentimento, e neppure la dottrina della grazia santificante. «Ed è proprio questo – conclude – l’elemento teologico che permette l’assoluzione e l’accesso all’Eucaristia, sempre nell’impossibilità di cambiare subito la condizione di peccato». [222]

Anche questi giudizi, evidentemente, sono “frutti” pessimi dell’Amoris Laetitia e di questo Pontificato, infatti:

– esaltano un libro che su vari punti devia dalla sana dottrina  cattolica, in particolare da quella fissata in modo praticamente dogmatico dal Concilio di Trento e sempre ribadita circa la contrizione e quindi circa il vero proposito di non voler peccare;

– esaltano un libro che sostiene totalmente i gravi errori di Amoris Laetitia facendoli apparire del tutto concordi con l’insegnamento della Tradizione;

– esaltano un testo che, come detto, causa Confessioni invalide e sacrileghe e Comunioni sacrileghe!

Dio intervenga!

 

 

c) Le affermazioni del Card. Sistach, e di un famoso Arcivescovo molto vicino al Papa.

 

 

A servizio della strategia papale di sovversione della sana dottrina occorre inserire anche il libro del Card. Sistach pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana e intitolato: “Come applicare l’ Amoris Laetitia”(ed. LEV, Città del Vaticano, 2017); in esso, alla pag. 57, il Card. Sistach afferma che con il punto 6 della lettera dei Vescovi argentini approvata dal Papa e da lui dichiarata Magistero autentico si offrono dei criteri e un aiuto per accompagnare le persone divorziate in procinto di risposarsi civilmente; tradotto in italiano tale punto 6 insegna che: “ In altre circostanze più complesse, e quando non si è potuta ottenere la dichiarazione di nullità, l’opzione appena menzionata può di fatto non essere percorribile. Ciò nonostante, è ugualmente possibile un percorso di discernimento. Se si giunge a riconoscere che, in un determinato caso, ci sono dei limiti personali che attenuano la responsabilità e la colpevolezza (cfr. 301-302), particolarmente quando una persona consideri che cadrebbe in ulteriori mancanze danneggiando i figli della nuova unione, Amoris laetitia apre la possibilità dell’ accesso ai sacramenti della Riconciliazione e dell’ Eucarestia (cfr. nota 336 e 351). Questi, a loro volta, disporranno la persona a continuare il processo di maturazione e a crescere con la forza della grazia.”[223]

L’opzione di cui parla questo testo è il proposito di non compiere atti impuri da parte di una coppia di persone non sposate che convivono, il testo afferma quindi che coloro che non hanno tale proposito possono essere assolte validamente in Confessione e ricevere l’Eucaristia.

Alla pag. 62 del testo del Cardinale Sistach leggiamo che: nel sesto criterio, cioè nel n. 6 della Lettera dei Vescovi argentini che ho appena riportato, si indica solo la circostanza attenuante per cui una persona (in particolare una persona divorziata risposata), ritiene che, con la rottura dell’unione nuova, concubinaria, cadrebbe in una ulteriore mancanza, danneggiando i figli della nuova unione. Quindi l’unica circostanza attenuante precisata bene sarebbe questa … e sulla base di essa si potrebbero amministrare i Sacramenti in particolare ai divorziati risposati che non hanno il proposito di non peccare più e in particolare di non compiere atti adulterini. Quindi concretamente, per il Card. Sistach, si potrebbe assolvere senza proposito di evitare atti di adulterio, quindi senza contrizione, una persona (in particolare una persona divorziata risposata), la quale ritiene che, evitando tali atti si produrrebbe la rottura dell’unione nuova, concubinaria, cadrebbe in una ulteriore mancanza, danneggiando i figli della nuova unione.

Come potete ben capire questo va radicalmente contro le affermazioni della Tradizione e in particolare del Concilio di Trento che afferma la necessità della contrizione e quindi del proposito (che è parte della contrizione) per una valida assoluzione.

Assolvere chi non ha la contrizione produce l’invalidità della Confessione e i peccati restano non rimessi.

Ricordo che il Concilio di Trento ha affermato: sono quasi materia del Sacramento della Penitenza gli atti dello stesso penitente e cioè: la contrizione, la confessione, la soddisfazione. Questi atti poiché si richiedono, nel penitente, per l’integrità del sacramento e per la piena e perfetta remissione dei peccati, per questo sono considerati parti della penitenza.[224] S. Giovanni Paolo II affermò in questa linea in un’ importante Enciclica sullo Spirito Santo: “Senza una vera conversione, che implica una interiore contrizione e senza un sincero e fermo proposito di cambiamento, i peccati rimangono «non rimessi», come dice Gesù e con lui la Tradizione dell’Antica e della Nuova Alleanza.” [225]

La contrizione, come insegna la sana dottrina, implica il proposito di non peccare più, cioè di attuare i santi comandamenti e in particolare di evitare atti gravemente contrari ad essi; se manca tale proposito, come stiamo vedendo, la Confessione è invalida.

Chi è incapace del proposito assoluto, universale ed efficace di non peccare è incapace di ricevere l’assoluzione[226].

Le persone che si trovano nella situazione indicata dal Cardinale Sistach possono, con l’aiuto della grazia, proporsi di evitare i peccati gravi e in particolare l’adulterio e quindi possono evitare tali atti.

La grazia e la carità portano infatti il cristiano ad accettare di perdere tutto piuttosto che peccare e compiere atti gravi contro la Legge di Dio, specialmente contro i precetti negativi di essa, la grazia e la carità, inoltre, portano a proporsi di accettare di perdere tutto piuttosto che peccare e compiere atti gravi contro la Legge di Dio, specialmente contro i precetti negativi di essa, come vedemmo ampiamente nel I volume del mio libro: “Tradimento della sana dottrina attraverso “Amoris Laetitia”.”[227].

Non esiste alcuna giustificazione che porti la carità ad accettare il compimento di atti gravemente contrari ai precetti negativi del Decalogo, come l’adulterio.

La carità fa che la persona ami Dio al di sopra di tutto, anche della sua famiglia, e fa quindi che la persona mai violi in maniera grave un comandamento divino.

Dio e la sua volontà vengono prima di tutto!

Non è lecito commettere atti gravi contro la Legge di Dio, in particolare contro i precetti negativi di essa,  neppure nel caso che tale violazione della Legge eviti danni ai figli, essa è ingiustificata ed è materia grave di peccato anche in tale caso.

Anche questo Cardinale, inoltre, concedendo l’assoluzione e quindi l’Eucaristia a coloro che non si propongono di evitare atti gravemente contrari alle norme negative della Divina Legge, cade nell’errore di concedere al Confessore di poter praticamente dispensare il penitente dall’osservanza dei comandi negativi della Legge divina.

Se infatti il Confessore può assolvere il penitente che chiaramente non si propone di evitare di peccare, con tale assoluzione egli praticamente dispensa il penitente dall’osservanza dei comandamenti, ciò è espressamente riprovato dalla sana dottrina, come detto. [228]

In conclusione, le affermazioni del porporato in oggetto contengono gravi errori contrari alla dottrina cattolica,  per i nostri interessi è di particolare importanza sottolineare che anche il Cardinale Sistach insieme con i Vescovi argentini e con il Papa sostiene e diffonde una dottrina falsa che produce Confessioni invalide e sacrileghe, infatti è nulla l’assoluzione di chi non ha un vero proposito di non peccare ed è sacrilegio ricevere colpevolmente[229] il Sacramento della Confessione senza tale proposito, perché ciò costituisce profanazione di tale Sacramento.

Ugualmente è sacrilegio amministrare l’assoluzione sapendo che il penitente non ha il suddetto proposito e quindi manca di contrizione.

Le affermazioni del Cardinale in oggetto causano anche Comunioni sacrileghe, infatti la mancanza dell’impegno di non peccare oltre a invalidare la Confessione implica ordinariamente la mancanza della carità, perché questa virtù porta sempre il soggetto a evitare il peccato grave e a proporsi di evitarlo[230]; la mancanza di tale proposito quindi implica ordinariamente  la mancanza della grazia santificante, che è sempre unita alla carità, perciò rende sacrilega la Comunione Eucaristica. Il Papa, ovviamente, non ha corretto tali errori del Cardinale spagnolo ma il  libro che stiamo esaminando è stato pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana, la casa editrice che fa capo a Francesco.

Il porporato spagnolo infatti, per quanto mi consta, accetta completamente il Magistero di Papa Francesco attraverso Amoris Laetitia e non eleva contro di esso nessuna critica come si vede anche nel testo che stiamo esaminando, se quanto mi consta corrisponde a verità possiamo rivolgere a questo porporato e al suo insegnamento praticamente tutti i rilievi critici mossi all’Amoris Laetitia e quindi al Papa nei miei due volumi[231].

Dio intervenga.

 

 

d) Altre affermazioni di Vescovi e di Conferenze Episcopali.

 

 

Sulla scia dell’ Amoris Laetitia e quindi della lettera dei Vescovi argentini, i Vescovi Maltesi hanno potuto affermare: “Nel processo di discernimento, esaminiamo anche la possibilità della continenza coniugale. Nonostante che sia un ideale non facile, ci possono essere coppie che con l’aiuto della grazia pratichino questa virtù senza mettere a rischio altri aspetti della loro vita insieme. D’altronde, ci sono delle situazioni complesse quando la scelta di vivere «come fratello e sorella» risulta umanamente impossibile o reca maggior danno (cfr. Amoris laetitia, nota 329).  Qualora come esito del processo di discernimento, compiuto con «umiltà, riservatezza, amore alla Chiesa e al suo insegnamento, nella ricerca sincera della volontà di Dio e nel desiderio di giungere ad una risposta più perfetta ad essa» (Amoris laetitia, 300), una persona separata o divorziata che vive una nuova unione arriva — con una coscienza formata e illuminata — a riconoscere e credere di essere in pace con Dio, non le potrà essere impedito di accostarsi ai sacramenti della riconciliazione e dell’eucaristia (cfr. Amoris laetitia, nota 336 e 351).” [232]

Anzitutto notiamo l’assurda affermazione per cui: la Legge di Dio risulta impossibile … o reca maggior danno!

Come già detto: la Legge di Dio non è impossibile al battezzato[233], e se umanamente ciò è impossibile, Dio lo rende possibile (Mc. 10,27s), come ha precisato anche il Cardinale Müller a proposito della “Risposta” del Dicastero per la Dottrina della Fede al Cardinale Duka vista più sopra[234], in tale precisazione il porporato tedesco ha concluso: “ Gesù dice: “Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio” (Mc 10,11s). E la conseguenza è: “Né i fornicatori né gli adulteri […] erediteranno il regno di Dio” (1 Cor 6,10). Questo significa anche che questi divorziati non sono degni di ricevere la comunione prima di aver ricevuto l’assoluzione sacramentale, il che a sua volta richiede il pentimento dei propri peccati, insieme al proposito di emendarsi.” [235]

Queste parole di portata generale vanno applicate anche ai divorziati risposati di cui parlano i Vescovi maltesi sicché anch’essi non sono degni di ricevere la comunione prima di aver ricevuto l’assoluzione sacramentale, il che a sua volta richiede il pentimento dei propri peccati, insieme al proposito di emendarsi.

Inoltre i Vescovi maltesi affermano che osservare la Legge di Dio reca danno … anzi maggior danno … mentre, evidentemente, attuare ciò che contrasta gravemente con la Legge divina fa minor danno!

Le parole dei Vescovi maltesi appaiono blasfeme in quanto affermano che Dio ci comanda ciò che ci fa più danno non ciò che ci fa più bene …

Affermare che l’attuazione della Legge di Dio è impossibile e reca maggior danno, implica evidentemente, per i Vescovi maltesi, che al penitente non possa essere chiesto il proposito di attuare integralmente tale Legge … e quindi l’assoluzione può essere data anche se manca tale impegno.

Come abbiamo detto più volte, però: se manca tale proposito l’assoluzione è nulla.

Un ulteriore errore che emerge dal testo dei Vescovi maltesi  è stato sottolineato da mons. Melina il quale ha affermato: “Un secondo tema da considerare attentamente riguarda la sacramentalità in relazione con la coscienza. Alcuni interventi di conferenze episcopali (in maniera esplicita quello dei vescovi di Malta e, più implicitamente anche quello del comitato dei vescovi tedeschi), hanno affermato che l’accesso al sacramento dell’Eucaristia dovrebbe essere lasciato al giudizio della coscienza di ciascuno. Non si tratta qui ovviamente dell’interiore verifica della propria situazione di fronte a Dio, su cui “ciascuno deve esaminare se stesso” (I Cor 11, 28). Non è in questione infatti la valutazione della colpevolezza soggettiva rispetto a peccati del passato. Piuttosto è in gioco il giudizio o sulla sussistenza del vincolo coniugale sacramentale pubblico o sul fatto che relazioni sessuali non coniugali, che si configurano come adulterio o almeno come fornicazione, da cui non si intende recedere, siano compatibili o meno con la vita cristiana. Una simile visione introduce una ferita all’economia sacramentale della Chiesa e una soggettivizzazione radicale, cosicché una verità che la Chiesa insegna come fondata sulla rivelazione divina dovrebbe essere ultimamente sottoposta al giudizio della coscienza. La Chiesa mai ha confuso il foro sacramentale con il foro della coscienza; se così fosse, non avrebbero senso le parole del sacerdote che a nome della Chiesa dice: «Io ti assolvo». Egli dovrebbe piuttosto dire: «Prendo atto che la tua coscienza ti assolve» e così il sacramento della confessione perderebbe ogni significato ecclesiale obiettivo, come è tra i luterani.”[236]

Ciò che a noi interessa soprattutto, nelle affermazioni dei Vescovi maltesi è appunto sottolineare che essi non solo non parlano della necessità di una vera contrizione in ordine ad una valida Confessione, non solo non parlano della necessità di un vero proposito di non peccare in ordine ad una valida Confessione, non solo non parlano della necessità del proposito di fuggire le occasioni prossime di peccato in ordine ad una valida Confessione, ma le loro parole vanno nel senso precisamente opposto, come detto, e come evidenziano in modo particolare le parole per cui: chi si sente in pace con Dio, anche se non ha contrizione, praticamente deve essere assolto e può ricevere l’Eucaristia, infatti nella dichiarazione dei Vescovi maltesi leggiamo: “Qualora come esito del processo di discernimento, compiuto con «umiltà, riservatezza, amore alla Chiesa e al suo insegnamento, nella ricerca sincera della volontà di Dio e nel desiderio di giungere ad una risposta più perfetta ad essa» (Amoris laetitia, 300), una persona separata o divorziata che vive una nuova unione arriva — con una coscienza formata e illuminata — a riconoscere e credere di essere in pace con Dio, non le potrà essere impedito di accostarsi ai sacramenti della riconciliazione e dell’eucaristia (cfr. Amoris laetitia, nota 336 e 351).” [237] Come si vede il senso fondamentale del testo è che chi si sente in pace con Dio deve ricevere l’assoluzione sacramentale e l’ Eucaristia, anche se non ha una vera contrizione perché non ha, in particolare, il proposito di non peccare e di fuggire le occasioni prossime di peccato, ma l’assoluzione data a chi non è veramente contrito è invalida e sacrilega, come detto, e la Comunione di chi vive in peccato grave è sacrilega.

Siamo dunque spettatori di un colossale tradimento della sana dottrina realizzato dal Papa e dai suoi collaboratori, con grande danno delle anime …

E questo orrendo  “spettacolo” prosegue con un documento molto significativo dei Vescovi tedeschi che segue la linea di perversione dottrinale che stiamo riscontrando nei Vescovi maltesi e in quelli dell’ Emilia Romagna e finalmente nel Papa, in esso i prelati teutonici:

1) sottolineano che secondo Amoris Laetitia nessuno può essere condannato per sempre (cfr. Amoris Laetitia n. 297), la  Chiesa possiede un solido corpo di riflessione sui fattori e situazioni attenuanti, quindi non si può più semplicemente dire che tutti coloro che si trovano in una situazione “irregolare”vivono in uno stato di peccato mortale e sono privati ​​della grazia santificante  (cfr. Amoris Laetitia n. 301);

2) fanno notare che Amoris Laetitia  non si ferma a una categorica esclusione irreversibile dai sacramenti;

3) citano la nota  336 e la nota 351 di Amoris Laetitia;

4) precisano che, in una situazione oggettiva di peccato (che potrebbe non essere soggettivamente colpevole, o non pienamente tale) una persona può vivere nella grazia di Dio, può amare e può crescere anche nella vita di grazia e di carità (cfr. Amoris Laetitia 305), ricevendo l’aiuto della Chiesa e in alcuni casi anche l’aiuto dei sacramenti;

5) affermano che non tutti i fedeli il cui matrimonio è fallito e sono divorziati e risposati civilmente possono ricevere i sacramenti senza alcun discernimento e che Papa Francesco sottolinea il significato delle decisioni determinanti basate sulla coscienza quando dice che troviamo anche difficile fare spazio per le coscienze dei fedeli, che molto spesso rispondono come meglio possono al Vangelo in mezzo ai loro limiti, e sono in grado di svolgere il proprio discernimento in situazioni complesse; infatti siamo stati chiamati a formare coscienze, non a sostituirle  (cfr. AL n. 37);

6) dichiarano che le decisioni individuali dei divorziati risposati per cui essi ritengono di  non poter ancora ricevere i sacramenti meritano rispetto e riconoscimento, ma va ugualmente rispettata la decisione di costoro a favore della ricezione dei sacramenti.[238]

Quindi secondo i Vescovi tedeschi chi ritiene giusto in coscienza di poter ricevere i Sacramenti senza proposito di non peccare gravemente e anche continuando a peccare gravemente, può riceverli .

Quello che affermano i Vescovi tedeschi è un grave errore che determina Confessioni e assoluzioni invalide e sacrileghe.

Tutte le Conferenze Episcopali citate in questo paragrafo, concedendo l’assoluzione e quindi l’Eucaristia a coloro che non si propongono di evitare atti gravemente contrari alle norme negative della Divina Legge, cadono anche nell’errore di concedere al Confessore di poter praticamente dispensare il penitente dall’osservanza dei comandi negativi della Legge divina.

Se infatti il Confessore può assolvere il penitente che chiaramente non si propone di evitare di peccare, con tale assoluzione egli praticamente dispensa il penitente dall’osservanza dei comandamenti, ciò è espressamente riprovato dalla sana dottrina, come detto. [239]

In conclusione le affermazioni di tutte queste Conferenze Episcopali, appunto in quanto legittimano Confessioni fatte senza vero proposito di non peccare e di fuggire le occasioni prossime di peccato, sono causa di Confessioni invalide e sacrileghe, infatti, come detto, è nulla l’assoluzione di chi non ha tale proposito ed è sacrilegio ricevere colpevolmente[240] il Sacramento della Confessione senza proposito di evitare atti gravemente contrari alla Legge divina in particolare ai precetti negativi e quindi senza contrizione, perché ciò costituisce profanazione di tale Sacramento.

Ugualmente è sacrilegio amministrare l’assoluzione sapendo che il penitente non ha il suddetto proposito e quindi manca di contrizione.

Aggiungo che le affermazioni delle Conferenze Episcopali in oggetto causano anche Comunioni sacrileghe, infatti la mancanza dell’impegno di non peccare oltre a invalidare la Confessione implica ordinariamente la mancanza della carità, perché questa virtù porta sempre il soggetto a evitare il peccato grave e a proporsi di evitarlo[241]; la mancanza di tale proposito quindi implica ordinariamente  la mancanza della grazia santificante, che è sempre unita alla carità, perciò rende sacrilega la Comunione Eucaristica.

Dio intervenga e liberi la sua Chiesa da questi gravi errori.

 

 

e) Le affermazioni del Vescovo di Como, ora Cardinale, del teologo A. Riva e del Card. Kasper.  

 

 

Antonio Ureta in un suo interessante libro dopo avere citato le parole del prof. Seifert[242] per cui il n. 303 di Amoris Laetitia minaccia di distruggere l’intera morale cattolica, afferma:“ In materia di adulterio, il via libera è stato già dato dal vescovo di Como, che in una nota pastorale, riguardo ai divorziati risposati conviventi more uxorio, ha asserito che “i singoli atti coniugali (sic) restano un ‘disordine oggettivo’, ma non sono necessariamente ‘peccato grave’ che impedisce di accogliere in pienezza la vita della grazia” (https://famigliechiesacomo.files.wordpress.com/2018/02/diocesicomo_notapastorale_capviii_al2.pdf.). Il suo testo è stato pubblicato insieme ad un “Approfondimento di Teologia Morale” del moralista don Angelo Riva, il quale afferma tassativamente che tali atti adulterini “non sono peccati, sono atti buoni della vita coniugale”[243]. [244]

Andando a vedere il testo del Vescovo appena citato leggiamo tra l’altro: “Dunque, ecco la novità prospettata da AL: ai singoli fedeli che si trovano in una nuova unione non sacramentale e che, attraverso il discernimento  … giungano in coscienza alla certezza morale della impossibilità della separazione nella nuova coppia, vivendo pienamente inseriti in una comunità cristiana con tutti gli impegni che ne conseguono, non viene più richiesto, per accedere all’Eucaristia, di astenersi necessariamente dagli atti sessuali coniugali e di ricevere la santa Comunione in chiese dove non sia conosciuta la loro condizione. La valutazione morale dei singoli atti coniugali avviene all’interno di un itinerario spirituale di discernimento, guidato dai pastori della Chiesa, dentro ad una comunità di fede che li accompagna. I singoli atti coniugali restano un “disordine oggettivo”, ma non sono necessariamente “peccato grave” che impedisce di accogliere in pienezza la vita della grazia. Riammettendoli alla comunione eucaristica la Chiesa non perdona i peccati senza conversione, ma riadatta la sua prassi disciplinare-penitenziale, partendo dall’evidenza della irreversibilità della nuova unione e quindi dal fatto che tale nuova unione e i suoi atti più tipici possano non essere peccati mortali, ma solo “disordine oggettivo” e “oggettiva irregolarità”.[245]

Il Vescovo di Como Oscar Cantoni con queste affermazioni nella linea di Amoris Laetitia, si pone in netto contrasto con la sana dottrina cattolica.

Come abbiamo visto più sopra, parlando delle affermazioni del Cardinale Fernandez, discernere significa esaminare una situazione sotto la guida dello Spirito Santo per far emergere il giudizio dello stesso Spirito riguardo ad essa e per seguire tale giudizio.

Sulla base di quanto appena detto dobbiamo concludere che, secondo Cantoni, attraverso il discernimento, si può arrivare praticamente a capire che Dio voglia che una persona, che ha alcuni limiti e difficoltà nell’attuare la Legge di Dio, continui a compiere atti gravi contro le norme negative della Legge divina, e in particolare che continui a compiere atti di adulterio.

Abbiamo visto più sopra che Dio comanda assolutamente di evitare atti contro i comandi negativi della sua Legge.

Non è Dio che vuole che le persone compiano adulterio ma il diavolo!

Le affermazioni di Cantoni sono essenzialmente false e per certi aspetti blasfeme, infatti fanno pensare che Dio possa volere che una persona, dopo che Dio stesso anche attraverso la Chiesa ha dichiarato l’assoluta illiceità del peccato di adulterio, compia tale peccato, tali affermazioni mettono i fedeli e i Confessori sotto la guida di Satana e non di Dio.

Inoltre ciò che il Cardinale Müller ha detto riguardo  alla “Risposta” del Dicastero per la Dottrina della Fede alle domande del Cardinale Duka vale anche per questo testo del Vescovo di Como:

“ … questo insegnamento si oppone ad altre dottrine della Chiesa, che non sono solo affermazioni del magistero ordinario, ma sono state insegnate in modo definitivo come appartenenti al deposito della fede. …

Questo significa anche che questi divorziati non sono degni di ricevere la comunione prima di aver ricevuto l’assoluzione sacramentale, il che a sua volta richiede il pentimento dei propri peccati, insieme al proposito di emendarsi.”[246]

Inoltre, in quanto accetta completamente il Magistero di Papa Francesco attraverso Amoris Laetitia e non eleva contro di esso nessuna critica come si vede nel testo che stiamo esaminando possiamo probabilmente rivolgere a questo Vescovo e al suo insegnamento praticamente tutti i rilievi critici mossi all’Amoris Laetitia e quindi al Papa nei miei due volumi[247].

Ciò che a noi interessa notare, qui, in modo particolare è il fatto che, sulla base delle affermazioni del Vescovo di Como, e contrariamente alla fede cattolica definita a Trento, non è più necessario, per un divorziato risposato, che non possa separarsi dalla persona con cui convive, il proposito di evitare in particolare i peccati di adulterio per ricevere l’Eucaristia e quindi per confessarsi “validamente”.

La mancanza di un tale proposito, però, rende invalida e sacrilega la Confessione, come detto.

Inoltre, come visto più sopra, la mancanza di un tale proposito implica ordinariamente la mancanza della carità, perché questa virtù porta sempre il soggetto a evitare il peccato grave e a proporsi di evitarlo[248] e quindi porta a proporsi di evitare assolutamente l’adulterio; la mancanza di tale proposito quindi implica ordinariamente  la mancanza della grazia santificante, che è sempre unita alla carità, perciò rende sacrilega la Comunione Eucaristica.

Sottolineo che il Vescovo di Como oltre a cancellare la necessità del proposito di non peccare più, cancella anche la necessità del proposito di fuggire le occasioni prossime di peccato; come già detto, anche la mancanza di questo impegno determina ordinariamente l’invalidità della Confessione.

Le parole del Vescovo di Como in quanto disciplinano l’attività dei ministri sacri di quella Diocesi sono evidentemente causa di molte Confessioni invalide e sacrileghe e di Comunioni sacrileghe, come visto più sopra!

Dio ci illumini sempre meglio.

Andiamo ora a vedere l’altro testo citato da Ureta, cioè quello di don Angelo Riva sul sito della stessa Diocesi di Como[249], notiamo che dice tra l’altro: “AL afferma che il discernimento pastorale in foro interno, visto che può arrivare a concludere alla «giustificazione soggettiva» dello stato di vita neo-coniugale, può anche giungere alla «giustificazione soggettiva» degli «atti». Questa è la novità disciplinare introdotta da AL. All’interno del discernimento pastorale in foro interno è dunque possibile stabilire che anche gli «atti» sessuali tipici della «nuova unione», e non solo lo «stato» di «nuova unione», possono essere giustificati soggettivamente – ancorché rimangano oggettivamente disordinati – in ragione dell’insufficiente conoscenza e/o libertà che caratterizza il soggetto agente: il quale appunto non è consapevole, o non è in grado di apprezzare interiormente l’astinenza coniugale, o non ha la forza morale necessaria per viverla.”

Quindi questo teologo precisa che ai penitenti divorziati risposati si può proporre dopo Amoris Laetitia:

– la via di FC 84 (non esclusa, ma neanche auspicata da AL 298, nota 329) dell’astensione

dagli atti sessuali coniugali;

– la via (non esclusa, ma anche dissuasa da AL 311, nota 364) della confessione perpetua e

frequente degli atti sessuali coniugali, cui il penitente è aperto;

– la via indicata da AL del discernimento personale e pastorale in foro interno (o della coscienza dialogica e formata) con confessione unica e discernimento che rimane aperto per quanto riguarda gli atti sessuali coniugali (considerati legittimi se giustificati soggettivamente “ad acta”)”

Lo stesso Don Riva si chiede: dopo che il discernimento pastorale ha portato il fedele alla riammissione ai Sacramenti, come devono essere considerati in foro interno i successivi atti sessuali di un fedele divorziato risposato?

E la risposta è la seguente: secondo la via indicata da AL, non sono peccati, sono disordini oggettivi, soggettivamente giustificati, non vanno confessati, ma su di essi si mantiene aperto il discernimento in foro interno.

Tutto questo significa, per i nostri interessi, che, secondo questo autore e sulla base di Amoris Laetitia, i comandi negativi della Legge divina, come quello che vieta l’adulterio, possono essere lecitamente e volontariamente infranti e il penitente può legittimamente mancare di un vero proposito di evitare di compiere atti oggettivamente contrari alla Legge divina, specie alle norme negative di tale Legge, ed essere, comunque, “validamente” assolto in Confessione e può ricevere l’Eucaristia.

Anche per don Riva valgono alcune delle cose che il Cardinale Müller ha detto riguardo  alla “Risposta” del Dicastero per la Dottrina della Fede alle domande del Cardinale Duka e che ho riportato poco più sopra, in questo stesso paragrafo. [250]

Le affermazioni del teologo Riva sono nettamente contrarie alla sana dottrina fissata dalla Bibbia e dalla Tradizione e definita, in particolare, dal Concilio di Trento, che abbiamo visto finora.

Tale dottrina infatti afferma, tra l’altro:

1) i comandi negativi della Legge divina sono assolutamente obbligatori quindi mai e per nessuna ragione può essere dato il permesso di infrangerli[251];

3) “ condizione per dare l’assoluzione è la contrizione del penitente, che include il dolore per il peccato e il proposito di non peccare più (DH 1676; 1704)”[252];

4) “ …  al battezzato non è impossibile osservare i precetti divini (DH 1536,1568).” [253]

Occorre notare anche come questo teologo accetti pacificamente sebbene con qualche riflessione i colossali errori di Amoris Laetitia e anzi li giustifichi arrivando a dire che questo documento è più fedele alla Tradizione rispetto alla Familiaris Consortio[254], quindi tutta o buona parte della critica rivolta all’ Amoris Laetitia per la sua deviazione dalla sana dottrina può essere rivolta alle affermazioni di questo sacerdote.

Per quanto riguarda più specificamente la materia che stiamo trattando il teologo comasco evidentemente accetta che una “valida” Confessione possa essere fatta senza il proposito di evitare atti oggettivamente contrari ai comandi negativi del Decalogo, e senza il proposito di fuggire le occasioni prossime di peccato.

Le dichiarazioni di questo teologo, dunque, sono causa di Confessioni invalide e sacrileghe, come visto e di Comunioni sacrileghe, infatti la mancanza dell’impegno di non peccare oltre a invalidare la Confessione implica ordinariamente la mancanza della carità, perché questa virtù porta sempre il soggetto a evitare il  peccato grave e a proporsi di evitarlo[255], e quindi implica la mancanza della grazia santificante, perciò rende sacrilega la Comunione Eucaristica.

Inoltre nello stesso testo dello stesso teologo leggiamo che nelle prospettive in corso di approfondimento, in linea con AL: gli atti adulterini di persone divorziate risposate, sono cosiderati come legittimi in quanto in sé stessi buoni, legittimi in quanto giustificati soggettivamente.

Don Riva continua dicendo che, secondo tali prospettive, dopo che il discernimento pastorale ha portato il fedele alla riammissione ai Sacramenti i successivi atti sessuali di un fedele divorziato risposato devono essere considerati:

– secondo la prima via ipotetica, come disordini oggettivi, soggettivamente giustificati, perciò non vanno confessati;

– secondo la seconda via ipotetica come atti buoni della vita coniugale.

Per tali prospettive, quindi, la persona può, evidentemente, legittimamente proporsi di commettere atti impuri in quanto “buoni” o soggettivamente giusti e quindi confessarsi “validamente” rimanendo in tale proposito e poi può comunicarsi.

Sono prospettive che mostrano quali danni possa fare ulteriormente Amoris Laetitia, sono prospettive che ovviamente causano ancora più chiaramente Confessioni invalide e sacrileghe e Comunioni sacrileghe.

Anche gli autori indicati finora in questo paragrafo concedendo l’assoluzione e quindi l’Eucaristia a coloro che non si propongono di evitare atti gravemente contrari alle norme negative della Divina Legge, cadono nell’errore di concedere al Confessore di poter praticamente dispensare il penitente dall’osservanza dei comandi negativi della Legge divina. Se infatti il Confessore può assolvere il penitente che chiaramente non si propone di evitare di peccare, con tale assoluzione egli praticamente dispensa il penitente dall’osservanza dei comandamenti, ciò è espressamente riprovato dalla sana dottrina, come detto. [256]

Come già detto: è triplicemente blasfemo far pensare che lo Spirito Santo, attraverso il discernimento, guidi i fedeli, oltre che all’adulterio, anche a Confessioni invalide e sacrileghe e a Comunioni eucaristiche sacrileghe.

Non mi consta che la S. Sede sia intervenuta a condannare questi errori … anzi, il Vescovo di Como, appena citato, responsabile principale di tali pubblicazioni, è stato creato Cardinale da Papa Francesco nel 2022.

Evidentemente il Papa appoggia queste affermazioni che diffonde la Diocesi di Como che, d’altra parte, sostengono chiaramente i gravi errori del Papa.

Come diceva il Card. Kasper, con Papa Francesco la “porta è aperta” [257]

Il Cardinale tedesco ha fatto anche un esempio concreto che ulteriormente rivela come sia stata “aperta la porta”, infatti ha spiegato che quando era vescovo di Rottenburg : “… un pastore gli pose il caso di una madre divorziata risposata che però aveva preparato la figlia alla Santa Comunione «molto meglio» di altri. «Una donna molto attiva nella Chiesa e che era in Caritas», sottolinea. Il prete non vietò a questa madre di accedere all’Eucaristia il giorno della prima comunione della figlia. «Quel prete aveva ragione», spiega Kasper, e «ho detto questo a Papa Francesco che ha confermato il mio atteggiamento».”[258]

Come si può capire dalle parole di questo porporato tedesco, l’apertura della porta di cui lui parla significa apertura alla legittimazione delle Comunioni sacrileghe.

Ovviamente dobbiamo ritenere che sarebbe stata “valida”, secondo Kasper e secondo il Papa, la Confessione di  quella donna nonostante volesse continuare praticamente a peccare gravemente …

Dio intervenga presto e liberi la Chiesa dagli errori che Kasper, Cantoni, Riva e soprattutto il Papa diffondono causando Confessioni invalide e sacrileghe e Comunioni sacrileghe!

 

 

4) Supplet Ecclesia alle Confessioni invalide di cui abbiamo parlato finora? No!

 

 

Voglio rispondere a quella che potrebbe essere la domanda che qualchee persona poco competente in Teologia e in Diritto Canonico potrebbe porre: Supplet Ecclesia alle Confessioni invalide di cui abbiamo parlato finora riconvalidandole?

Il canone 144 afferma: “§1. Nell’errore comune di fatto o di diritto, e parimenti nel dubbio positivo e probabile sia di diritto sia di fatto, la Chiesa supplisce, tanto nel foro esterno quanto interno, la potestà di governo esecutiva.

  • 2. La stessa norma si applica alle facoltà di cui nei cann. 882, 883, 966, e 1111, §1.”

Il can. 966 riguarda il Sacramento della Confessione e precisa che: “§1. Per la valida assoluzione dei peccati si richiede che il ministro, oltre alla potestà di ordine, abbia la facoltà di esercitarla sui fedeli ai quali imparte l’assoluzione.

  • 2. Il sacerdote può essere dotato di questa facoltà o per il diritto stesso o per concessione fatta dalla competente autorità a norma del Can. 969.”

La Chiesa quindi supplisce nel caso che il Confessore manchi della facoltà che doveva avere per il diritto stesso o attraverso la concessione fatta dalla competente autorità, e conferisce al confessore la facoltà di cui manca ma non supplisce nel senso di convalidare Confessioni fatte senza il necessario proposito di non peccare o fatte evitando, per malizia, o per colpevole trascuraggine, di confessare alcun peccato grave.[259]

 

 

5) Le significative affermazioni del Cardinale McElroy che illustrano chiaramente ciò che sta già facendo Papa Francesco.

 

 

Il Cardinale McElroy, creato tale da Francesco, ha affermato, in un articolo sulla rivista “America” [260], che qui sintetizzerò, che dai dialoghi sinodali della Conferenza episcopale statunitense emerge che nella vita della Chiesa ci sono: «Coloro che sono emarginati perché le circostanze della propria vita sono vissute come impedimenti alla piena partecipazione alla vita della Chiesa”. Di questo gruppo fanno parte i divorziati risposati senza dichiarazione di nullità da parte della chiesa, i membri della comunità LGBT e coloro che sono sposati civilmente ma non si sono sposati in chiesa.

Queste esclusioni si basano su importanti insegnamenti della Chiesa ma l’ esclusione di uomini e donne a causa del loro stato civile o del loro orientamento/attività sessuale è una questione eminentemente pastorale, non dottrinale; bisogna infatti domandarsi: come dovremmo trattare gli uomini e le donne risposati o LGBT nella vita della Chiesa, soprattutto per quanto riguarda le questioni dell’Eucaristia?

Il prelato  cita un contributo della Chiesa cattolica di Inghilterra e Galles per cui la Chiesa è chiamata a proclamare la pienezza del suo insegnamento offrendo al tempo stesso una testimonianza di inclusione continua nella sua pratica pastorale.

Mentre si inizia a discernere come affrontare la situazione dei cattolici divorziati risposati e LGBT, specie riguardo alla partecipazione all’Eucaristia, tre dimensioni della fede cattolica sostengono un movimento verso l’inclusione e l’appartenenza condivisa.

1) Anzitutto l’immagine che Papa Francesco ci ha proposto della Chiesa come ospedale da campo, per cui il primo imperativo pastorale è curare i feriti e poiché siamo tutti feriti occorre rendere la nostra Chiesa una realtà di amore e misericordia che di accompagna e include.

La dottrina della Tradizione secondo cui tutti gli atti sessuali al di fuori del matrimonio costituiscono un peccato oggettivamente grave ha concentrato la vita morale cristiana in modo sproporzionato sull’attività sessuale e le

le pratiche pastorali, basate sulla Tradizione, che hanno l’effetto di escludere alcune categorie di persone dalla piena partecipazione alla vita della Chiesa, sono in contrasto con l’immagine della Chiesa come ospedale da campo.

2) Occorre considerare il rispetto per la coscienza nella fede cattolica. Sebbene l’insegnamento cattolico debba svolgere un ruolo fondamentale nel processo decisionale dei credenti, è la coscienza ad avere il posto privilegiato. Le esclusioni categoriche non possono comprendere la conversazione interiore tra donne e uomini e il loro Dio e quindi minano la priorità della coscienza.

3) Occorre considerare le realtà contrapposte della fragilità umana e della grazia divina che fanno da sfondo a qualsiasi discussione sulla dignità di ricevere l’Eucaristia. Il Cardinale riprende un testo di Papa Francesco in cui si afferma: “La grazia, proprio perché suppone la nostra natura, non ci rende di colpo superuomini. Pretenderlo sarebbe confidare troppo in noi stessi. In questo caso, dietro l’ortodossia, i nostri atteggiamenti possono non corrispondere a quello che affermiamo sulla necessità della grazia, e nei fatti finiamo per fidarci poco di essa. Infatti, se non riconosciamo la nostra realtà concreta e limitata, neppure potremo vedere i passi reali e possibili che il Signore ci chiede in ogni momento, dopo averci attratti e resi idonei col suo dono. La grazia agisce storicamente e, ordinariamente, ci prende e ci trasforma in modo progressivo. Perciò, se rifiutiamo questa modalità storica e progressiva, di fatto possiamo arrivare a negarla e bloccarla, anche se con le nostre parole la esaltiamo.”[261]

La grazia, quindi, ci prende e ci trasforma progressivamente.

Qui, secondo il Cardinale, sta il fondamento dell’esortazione di Papa Francesco “a vedere l’Eucaristia non come un premio per i perfetti, ma come una fonte di guarigione per tutti noi”.

La Chiesa deve abbracciare una teologia eucaristica che inviti effettivamente tutti i battezzati alla Comunione e non una teologia che moltiplica le barriere per ricevere  la grazia e l’Eucaristia, perché l’Eucaristia è un elemento centrale della trasformazione di tutti i battezzati attraverso la grazia.

L’accompagnamento dei discepoli del Dio della grazia e della misericordia fa saltare l’idea di indegnità a ricevere i Sacramenti.

Il cuore del discepolato cristiano è una relazione con Dio Padre, Figlio e Spirito radicata nella vita, morte e risurrezione di Gesù Cristo, la Chiesa ha una gerarchia di verità che scaturiscono da questo kerygma fondamentale. Le norme riguardo l’attività sessuale non sono al centro di questa gerarchia, eppure nella pratica pastorale le abbiamo messa al centro stesso delle nostre strutture di esclusione dall’Eucaristia. Questo dovrebbe cambiare.

Per il Cardinale è un mistero demoniaco dell’animo umano il motivo per cui così tanti uomini e donne nutrono un’animus profondo e viscerale nei confronti dei membri delle comunità LGBT.

La testimonianza principale della Chiesa di fronte a questo “bigottismo” deve essere quella dell’abbraccio piuttosto che della distanza o della condanna. La distinzione tra orientamento e attività non può essere il focus principale di un simile abbraccio pastorale perché suggerisce inevitabilmente di dividere la comunità LGBT tra coloro che si astengono dall’attività sessuale e coloro che non lo fanno. Piuttosto, la dignità di ogni persona come figlio di Dio che lotta in questo mondo, e l’amorevole intervento di Dio, devono essere il cuore, l’anima, il volto e la sostanza della posizione e dell’azione pastorale della Chiesa.[262]

Le affermazioni del Cardinale americano sono in chiaro contrasto con la Tradizione e portano ad aprire le porte dei Sacramenti dell’Eucaristia e quindi della Confessione, anche a coloro che vivono in peccato grave e non si vogliono convertire.

Ritenere degni dell’Eucaristia coloro che vivono chiaramente in peccato grave porta a ritenerli degni anche di assoluzione … ma sappiamo bene che una Confessione fatta senza reale conversione e senza reale proposito di evitare atti gravemente contrari ai comandi negativi della divina Legge è invalida … e sappiamo anche che i Sacramenti ricevuti in peccato grave sono sacrileghi!

Il Papa ovviamente non ha condannato né corretto tali gravissime affermazioni, esse infatti non fanno che esplicitare ciò che il Papa sta attuando in modo subdolo e discreto …

Ripeto e sottolineo: le affermazioni del Cardinale americano sono dunque gravemente contrarie alla dottrina cattolica, il Papa ovviamente non ha condannato né corretto tali gravissime affermazioni, esse infatti non fanno che esplicitare ciò che il Papa sta attuando in modo subdolo e discreto …

Le parole del Cardinale americano infatti illustrano molto bene ciò che ho detto più sopra: visto che il Papa  approva che si diano i Sacramenti della Eucaristia, e quindi della Confessione, ai notori super abortisti e sostenitori del matrimonio omosessuale che rispondono ai nomi di Joe Biden, Presidente degli stati Uniti, e di Nancy Pelosi, visto che non c’è più assolutamente bisogno di proposito di non peccare per ricevere una “valida” Confessione, visto che le attenuanti e i condizionamenti che permettono appunto di essere assolti sono molto “larghi” e visto altresì che praticamente tutti i battezzati possono ricevere questi Sacramenti dato che Papa Francesco ha detto che i Confessori devono assolvere tutti, come visto più sopra; cadono quindi le barriere che impediscono ad alcuni di ricevere i Sacramenti dell’ Eucaristia e della Penitenza e già si sta attuando l’inclusione indicata da sua Eminenza McElroy.

Come i Cardinali Maradiaga etc.  nei Sinodi 2014-5  fecero da “rompighiaccio” per aprire la strada  agli errori che Papa Francesco avrebbe legittimato con Amoris Laetitia, anche il Cardinale McElroy fa da rompighiaccio per dire apertamente e francamente ciò che il Papa senza dare spiegazioni precise già sta attuando e che probabilmente affermerà più esplicitamente fra qualche mese …

Chiaramente tutto questo è grandemente sacrilego e scandaloso.

Dio intervenga!

 

 

Conclusione.

 

 

Papa Francesco, insieme con i suoi collaboratori, attraverso i suoi errori e/o eresie, ha posto le basi per la nullità di molte Confessioni e dobbiamo ritenere che abbia causato moltissime Confessioni invalide e sacrileghe sia affermando che Dio può chiedere che un uomo compia atti contrari alla Legge divina chiaramente dichiarata dalla Chiesa, sia approvando la dottrina per cui non occorre il proposito di evitare atti oggettivamente e gravemente contrari alle norme negative del Decalogo per una valida Confessione, sia diffondendo una dottrina imprecisa e fuorviante sulle attenuanti e i condizionamenti, sia inventando una nuova dottrina sulla coscienza morale che rende leciti e quindi possibili atti gravemente peccaminosi, sia diffondendo l’idea che il Confessore deve perdonare sempre, sia permettendo la Comunione, e quindi la Confessione, di peccatori notori, sia diffondendo affermazioni fuorvianti sull’integrità della Confessione e in particolare sul ministero del Confessore … tutto ciò è evidentemente gravissimo e scandaloso e si aggiunge alle Comunioni pubbliche, sacrileghe e scandalose da lui stesso approvate!

A questo riguardo delle Comunioni Eucaristiche va sottolineato che la mancanza del proposito di non peccare più e in particolare di evitare atti oggettivamente e gravemente contrari ai comandi negativi della Legge divina implica ordinariamente la mancanza della carità, perché questa virtù porta sempre il soggetto a evitare il peccato grave e a proporsi di evitarlo[263], e quindi implica ordinariamente la mancanza della grazia santificante, sempre unita alla carità, perciò rende ordinariamente sacrilega la Comunione Eucaristica.

Papa Francesco ha quindi causato Comunione scandalose e sacrileghe sia approvando la dottrina  per cui non occorre il proposito di evitare atti oggettivamente e gravemente contrari alle norme negative del Decalogo per una valida Confessione, sia approvando la Comunione Eucaristica di pubblici e notori peccatori come il Presidente Biden e Nancy Pelosi, come detto più sopra.

Sottolineo che è triplicemente blasfemo far pensare che lo Spirito Santo, attraverso il discernimento, guidi i fedeli oltre che all’adulterio, anche a Confessioni invalide e sacrileghe e a Comunioni eucaristiche sacrileghe.

Contrariamente a ciò che dice il Papa occorre affermare che non è Dio ma satana che spinge le anime all’adulterio e alla violazione della s. Legge di Dio.

Faccio notare che in tutta questa azione di perversione della sana dottrina che il Papa e i suoi collaboratori stanno attuando si può rilevare una significativa coerenza nell’errore per cui:

– Dio può chiedere di compiere atti gravemente contrari alle norme divine negative;

– il discernimento può far capire ad alcuni fedeli cristiani appunto che Dio chiede loro di compiere atti gravemente contrari alle norme divine negative;

–  il Confessore può praticamente dispensare costoro dall’osservanza dei precetti negativi della Legge divina;

– quindi il “bene possibile” per costoro, nella volontà di Dio, è che compiano atti oggettivamente e gravemente contrari alla Legge divina;

– quindi non occorre, per costoro, il proposito di evitare tali atti e di fuggire le occasioni prossime che li spingono a tali atti, per una “valida” assoluzione;

– occorre assolvere tutti;

– quindi si possono dare i Sacramenti a notori peccatori come coppie di divorziati risposati che vivono more uxorio;

– si possono dare i Sacramenti a notori peccatori, come il Presidente Biden, la Pelosi etc.

– se si possono dare i Sacramenti ai super abortisti Biden, Presidente degli Stati Uniti, Pelosi favorevoli anche al matrimonio omosessuale … tanto più possono essere dati i Sacramenti, ampiamente, a chi compie adulterio, atti contro natura etc. etc.

– si attua quindi la completa inclusione dei peccatori notori di cui parla, come visto, il Cardinale McElroy.

Siamo davvero al caos e alla perversione dottrinale più grandi e dobbiamo ritenere che i Sacramenti invalidi e sacrileghi si diffondano a livello universale in numero molto grande …

Aggiungo che l’errore di Papa Francesco per cui ha escluso in alcuni casi la necessità del proposito di non peccare e quindi di una vera contrizione in ordine ad una valida Confessione, è un errore molto grave e si oppone addirittura a un insegnamento infallibile solennemente sancito in modo chiarissimo nel Concilio di Trento[264], quindi tale errore appare praticamente ereticale, come ha sommessamente insinuato il Cardinale Müller[265]

Il Cardinale tedesco ha anche precisato, che sono eretiche le affermazioni dell’attuale Cardinale Fernández per cui i fedeli devono accettare “con religiosa obbedienza di mente e volontà” quanto afferma la Lettera dei Vescovi argentini, che abbiamo più volte visto nelle pagine precedenti, per cui è lecito dare la Comunione ai divorziati risposati senza che essi si impegnino a vivere in piena continenza[266].

Il Cardinale ha aggiunto che le parole eretiche non erano del Papa.

Mi permetto di precisare che: certamente il Papa non ha detto ciò che è “eretico” , è stato il Cardinale Fernández, ma le affermazioni del Cardinale Fernández incriminate sono state approvate dal Papa Francesco per iscritto!

Ereticale appare anche l’affermazione dell’attuale Pontefice per cui il Confessore deve assolvere sempre il penitente, perché lo stesso Concilio di Trento richiede la contrizione per una valida assoluzione, come visto, mancando tale contrizione il Confessore non deve assolvere il penitente.

Ricordo infine che per diritto divino[267] la Confessione deve essere integra per essere valida, quindi in quanto certe affermazioni di Papa Francesco viste più sopra, in particolare quelle con cui condanna il Confessore che pone domande, tendono a escludere, contro la sana dottrina, la necessità dell’integrità della Confessione per la sua validità, appaiono ereticali.

Faccio rilevare l’importanza, per il nostro lavoro, degli interventi di vari importanti collaboratori del Papa, che ho inserito nelle pagine precedenti, e che confermano pienamente con il loro insegnamento gli errori gravissimi del Papa che stanno causando Confessioni invalide e Comunioni sacrileghe, infatti questi interventi, specialmente alcuni di essi come quelli del Vescovo di Como e del teologo Riva nonché quelli del Cardinale McElroy, manifestano in modo molto chiaro ciò che sta facendo il Papa in modo discreto e aiutano a capire più profondamente i colossali danni che sta facendo il Papa, coadiuvato appunto dai suoi collaboratori, alla Chiesa e alle anime.

Nel documento da lui approvato e pubblicato dal Dicastero per la Dottrina della Fede[268], il Papa ha condannato  gli errori che hanno prodotto l’invalidità di alcuni Sacramenti, ma non ha riprovato i suoi stessi errori che dobbiamo ritenere stiano causando moltissime Confessioni invalide e sacrileghe.

Risponderanno certamente davanti a Dio, nel rendiconto finale, Papa Francesco e i suoi collaboratori per il grande male che stanno producendo nella Chiesa di Cristo, e temo che li aspetti un giudizio estremamente negativo.

Preghiamo perché possano rinsavire mentre sono qui sulla terra e possano riparare anzitutto i danni dottrinali da essi prodotti in questi 10 anni di Pontificato.

Dio intervenga presto nella sua Chiesa!

 

Sac. Tullio Rotondo, Dottore in Teologia e in Giurisprudenza.

 

 

 

 

[1] Dicastero per la Dottrina della Fede, Nota “Gestis verbisque” sulla validità dei Sacramenti, 03.02.2024 https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2024/02/03/0115/00224.html

[2] Il libro è scaricabile interamente e gratuitamente  a questo mio sito www.tradimentodellasanadottrina.it , https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[3]S. Paciolla, “Card. Müller: nessun Papa può proporre alla fede di tutta la Chiesa i suoi soggettivi punti di vista” Il Blog di www.sabinopaciolla.com, 30.10.2020 https://www.sabinopaciolla.com/card-Müller-nessun-papa-puo-proporre-alla-fede-di-tutta-la-chiesa-i-suoi-soggettivi-punti-di-vista/

[4]Card. Müller”Non è cambiamento pastorale: è corruzione”, La Bussola Quotidiana, 26-2-2018 http://www.lanuovabq.it/it/non-e-cambiamento-pastorale-e-corruzione

[5] Si veda Tullio Rotondo  “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia” vol. I, cap. II, Appendice II, pp. 143ss, il libro è scaricabile interamente e gratuitamente  a questo mio sito: www.tradimentodellasanadottrina.it , https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[6] Mons. Aguer non ha parlato precisamente di eresia ma lo hanno fatto altri, parlando degli errori di Papa Francesco, lo ha fatto in particolare il Cardinale Müller cfr. M. Hickson “Cardinal Müller: Some statements by Pope Francis could be understood as material heresy.” 7.11.2023  https://www.lifesitenews.com/news/exclusive-cardinal-muller-says-francis-has-uttered-material-heresy-but-is-still-the-pope/; traduzione italiana “; Card. Müller: Papa Francesco e la sua promozione dell’”eresia della prassi” 8.11.2023 www.sabinopaciolla.com https://www.sabinopaciolla.com/card-muller-papa-francesco-e-la-sua-promozione-delleresia-della-prassi/ ; lo ha fatto mons. Schneider e altri con lui, si veda il paragrafo conclusivo del II volume del mio libro: “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia” vol. I, cap. II, Appendice II, pp. 143ss, il libro è scaricabile interamente e gratuitamente  a questo mio sito: www.tradimentodellasanadottrina.it , https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[7]Mons. H. Aguer ““Fiducia Supplicans” no debe ser obedecida – Mons. Héctor Aguer” 23.12.2023 centropieper.blogspot.com https://centropieper.blogspot.com/2023/12/fiducia-supplicans-no-debe-ser.html

[8] Si veda il III capitolo del I volume del mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.”; il libro è scaricabile interamente e gratuitamente  a questo mio sito: www.tradimentodellasanadottrina.it , https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[9] Concilio di Trento, Sess. 14a, Doctrina de sacramento Paenitentiae, c. 4: DS 1676.

[10]Cfr. Heinrich Denzinger “Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hünermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003, n. 1678; “Catechismo Tridentino” ed Cantagalli 1992, n. 249

[11] Si veda il n. 14 del III capitolo del I volume del mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.” pp. 353-390, il libro è scaricabile interamente e gratuitamente  a questo mio sito: www.tradimentodellasanadottrina.it , https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[12]Heinrich Denzinger “Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hünermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003, nn. 1323

[13]Heinrich Denzinger “Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hünermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003,  1461s

[14]Aa. Vv.. Decisioni dei Concili Ecumenici (Classici della religione) (Italian Edition) (posizioni nel Kindle 9189-9191). UTET. Edizione del Kindle 2013; cfr.  Heinrich Denzinger “Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hünermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003, n. 1673

[15]Cfr.  Heinrich Denzinger

“Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hünermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003, n. 1676

[16]Aa. Vv.. “Decisioni dei Concili Ecumenici” (Classici della religione) (Italian Edition) (posizioni nel Kindle 9200-9202). UTET. Edizione del Kindle.

[17]“Lettera al Card. William W. Baum in occasione del corso sul foro interno organizzato dalla Penitenzeria Apostolica” , 22 marzo 1996, www.vatican.va ,  https://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/letters/1996/documents/hf_jp-ii_let_19960322_penitenzieria.html

[18] Giovanni Paolo II “Lettera al Card. William W. Baum in occasione del corso sul foro interno organizzato dalla Penitenzeria Apostolica” , 22 marzo 1996, www.vatican.va ,  https://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/letters/1996/documents/hf_jp-ii_let_19960322_penitenzieria.html

[19] S. Giovanni Paolo II, Lettera  Enciclica “Dominum et Vivificantem”, 18.5.1986, n. 42 , www.vatican.va , https://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/encyclicals/documents/hf_jp-ii_enc_18051986_dominum-et-vivificantem.pdf

[20] Cfr. Heinrich Denzinger“Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hünermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003, n. 1673.1676.1677.1678.1704.1705

[21] Si veda il n. 14 del III capitolo, del I volume  mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.” pp. 353-390 scaricabile interamente e gratuitamente qui https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[22] Il Rituale precisa. “Il sacerdote dovrà considerare attentamente quando e a chi l’assoluzione sia da impartire, o da negare, o da differire; non avvenga che egli assolva chi è incapace di tale beneficio, come sarebbe: chi non dà nessun segno di dolore; chi non vuole deporre un odio o una inimicizia; o chi, potendolo, non vuole restituire l’altrui; chi non vuole lasciare un’occasione prossima di peccato, o altrimenti abbandonare una via di peccato ed emendare la sua vita in meglio; chi ha dato scandalo in pubblico, salvo che dia una pubblica soddisfazione e rimuova lo scandalo; chi è incorso in peccati riservati ai Superiori.” Rituale Romanum – Editio Typica 1952  in italiano, www.maranatha.it;  https://www.maranatha.it/rituale/21page.htm ; in inglese www.ewtn.com. https://www.ewtn.com/catholicism/library/roman-ritual-part-i-11882; Prummer “Manuale Theologiae Moralis”, Herder  1961, vol. III, p. 242; Palazzini “Dictionarium Morale et Canoni-cum” Romae, 1968, v. IV, pag.165.

[23]Papa Francesco, “Carta del santo Padre Francisco a los obispos de la region pastoral de Buenos Aires en respuesta al documento “Criterios basicos para la aplicacion del capitulo VIII  de la Amoris Laetitia” , www.vatican.va ,  http://w2.vatican.va/content/francesco/es/letters/2016/documents/papa-francesco_20160905_regione-pastorale-buenos-aires.html

[24]L. Bertocchi “Comunione ai divorziati? Ma prima serve la confessione” La Nuova Bussola Quotidiana, 14.11.2014  https://www.lanuovabq.it/it/comunione-ai-divorziati-ma-prima-serve-la-confessione

[25]Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1650; cf. Giovanni Paolo  II, Esortazione Apostolica Familiaris consortio, n. 84: AAS 74 (1982), 184-186; Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera Annus Internationalis Familiae circa la recezione della comunione eucaristica da parte di fedeli divorziati risposati (14 settembre 1994): AAS 86 (1994), 974-979.

[26]Notificazione sul libro: “ Just love. A framework for christian sexual ethics”, di SR. Margaret A. Farley, R.S.M. 30 marzo 2012 , www.vatican.va ,  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20120330_nota-farley_it.html#_ftn6

[27]Giovanni Paolo PP. II, “Omelia per la chiusura del VI Sinodo dei Vescovi”, 7 [25 Ottobre 1980]: AAS 72 [1980] 1082)” (Giovanni Paolo II, “Familiaris Consortio” 22.11.1992 , www.vatican.va , http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/apost_exhortations/documents/hf_jp-ii_exh_19811122_familiaris-consortio.html

[28]Congregazione per la Dottrina della Fede “Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica circa la recezione della Comunione Eucaristica da parte dei divorziati risposati” 14.9.1994, n.  4 , www.vatican.va ,  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_14091994_rec-holy-comm-by-divorced_it.html

[29]Benedetto XVI, Sacramentum Caritatis , n. 29 , www.vatican.va , http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/apost_exhortations/documents/hf_ben-xvi_exh_20070222_sacramentum-caritatis.html

[30] Cardinale Joseph Ratzinger “Introduzione”, in Congregazione per la Dottrina della Fede, “Sulla pastorale dei divorziati risposati”, LEV, Città del Vaticano 1998 pp.  7-29 Un estratto di questo testo si trova sul sito del Vaticano a questo indirizzo  , www.vatican.va , http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19980101_ratzinger-comm-divorced_it.html#_ftn1

[31]Si veda il n. 10  del capitolo IV  del I volume  mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.”, pp. 443-454, il libro è scaricabile interamente e gratuitamente  a questo mio sito: www.tradimentodellasanadottrina.it , https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[32] Cardinale Joseph Ratzinger “Introduzione”, in Congregazione per la Dottrina della Fede, “Sulla pastorale dei divorziati risposati”, LEV, Città del Vaticano 1998 pp.  7-29 Un estratto di questo testo si trova sul sito del Vaticano a questo indirizzo  , www.vatican.va , http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19980101_ratzinger-comm-divorced_it.html#_ftn1

[33]S. Giovanni Paolo II, Lettera  Enciclica “Dominum et Vivificantem”, 18.5.1986, n. 42 , www.vatican.va , https://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/encyclicals/documents/hf_jp-ii_enc_18051986_dominum-et-vivificantem.pdf

[34] Si veda il III capitolo del I volume  mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.”, il libro è scaricabile interamente e gratuitamente  a questo mio sito: www.tradimentodellasanadottrina.it , https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[35] Dicastero per la Dottrina della Fede: “Risposta a una serie di domande, proposte da S.Em. il Card. Dominik Duka OP, riguardo all’amministrazione dell’Eucaristia ai divorziati che vivono in una nuova unione https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_pro_20230925_risposte-card-duka_it.html#_ftnref7

[36] blog.messainlatino.it “Esclusiva Magister: “Müller scrive a Duka: Fernández va contro la dottrina cattolica, e con lui c’è il papa” blog.messainlatino.it 14.10.2023 https://blog.messainlatino.it/2023/10/esclusiva-magister-muller-scrive-duka.html

[37] blog.messainlatino.it “Esclusiva Magister: “Müller scrive a Duka: Fernández va contro la dottrina cattolica, e con lui c’è il papa” blog.messainlatino.it 14.10.2023 https://blog.messainlatino.it/2023/10/esclusiva-magister-muller-scrive-duka.html

[38]Van Kol “Theologia Moralis”, Editorial Herder, Barcelona , 1968, t. II, p. 217

[39] Cipriano. “Gli apostati” cap. XV in Opere (Classici della religione) (Italian Edition) . UTET. Edizione del Kindle.

[40] Si veda ciò che afferma Giovanni Paolo II “Veritatis Splendor” n. 90 ss. https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/encyclicals/documents/hf_jp-ii_enc_06081993_veritatis-splendor.html . Si veda il mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.”, Youcanprint 2022 c. V, 7, b,2 pp. 552ss ; il libro può essere letto o scaricato gratuitamente a questo sito https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[41]S. Ignazio di Antiochia “Lettera ai cristiani di Magnesia”, Intr.; Capp. 1, 1 5, 2; Funk 1, 191-195;  Ufficio Letture della XXVI dom. del T. O. www.chiesacattolica.it https://www.chiesacattolica.it/la-liturgia-delle-ore/?data=20201003&ora=ufficio-delle-letture&data-liturgia=20201004

[42] Si veda anche il mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.”, Youcanprint 2022 , vol. I c. V, 7, b,2 pp. 552ss ; il libro può essere letto o scaricato gratuitamente a questo sito https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[43]Cfr. Giovanni Paolo II “Veritatis Splendor n. 13, 52, 67, 99, 102;  ** “La norma morale di «Humanae vitae»
e il compito pastorale” L’Osservatore Romano, 16 febbraio 1989, p. 1, www.vatican.va ,  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19890216_norma-morale_it.html  ;  S. Tommaso d’ Aquino in Super Sent., lib. 3 d. 25 q. 2 a. 1 qc. 2 ad 3; I-II, q. 72 a. 6 ad 2; II-II q. 33 a. 2 in c.; De malo, q. 7 a. 1 ad 8 ; SuperRm. c. 13, l. 2; Super Gal., c.6, l.1

[44]* * “La norma morale di «Humanae vitae»
e il compito pastorale”  L’Osservatore Romano, 16 febbraio 1989, p. 1, www.vatican.va ,  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19890216_norma-morale_it.html

[45] Si veda il n. 5,h del V capitolo del I volume  mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.” pp. 523ss, il libro è scaricabile interamente e gratuitamente  a questo mio sito: www.tradimentodellasanadottrina.it , https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[46]Papa Francesco, “Carta del santo Padre Francisco a los obispos de la region pastoral de Buenos Aires en respuesta al documento “Criterios basicos para la aplicacion del capitulo VIII  de la Amoris Laetitia” , www.vatican.va ,  http://w2.vatican.va/content/francesco/es/letters/2016/documents/papa-francesco_20160905_regione-pastorale-buenos-aires.html

[47]   www.aemaet.de http://www.aemaet.de/index.php/aemaet/article/view/35/pdf; J. Seifert “Sulla Amoris laetitia di Papa Francesco: gioie, domande, tristezze.” www.corrispondenzaromana.it 8.6.2016 https://www.corrispondenzaromana.it/le-lacrime-di-gesu-sulla-amoris-laetitia/

[48]   http://www.aemaet.de/index.php/aemaet/article/view/44/pdf_1 ;  Josef Seifert: “La logica pura minaccia di distruggere l’intera dottrina morale della Chiesa?” Corrispondenza Romana, 2017  https://www.corrispondenzaromana.it/wp-content/uploads/2017/08/Testo-Seifert-italiano.pdf?it

[49]   L. Scrosati, “Attenuanti in fuori gioco, il matrimonio non è una morale”, La Bussola Quotidiana, 11.3.2018 http://www.lanuovabq.it/it/attenuanti-in-fuori-gioco-il-matrimonio-non-e-una-morale

[50] Si veda ciò che afferma Giovanni Paolo II “Veritatis Splendor” n. 90 ss. https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/encyclicals/documents/hf_jp-ii_enc_06081993_veritatis-splendor.html . Si veda il mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.”, Youcanprint 2022 c. V, 7, b,2 pp. 552ss ; il libro può essere letto o scaricato gratuitamente a questo sito https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[51] Si veda il numero 8 del IV capitolo del I volume  mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.” pp. 422-429, il libro è scaricabile interamente e gratuitamente  a questo mio sito: www.tradimentodellasanadottrina.it , https://www.tradimentodellasanadottrina.it/ ; si veda anche s. Bernardo “De precepto et dispensatione” c. 3 , Migne Patrologia Latina 182, col. 864s

[52] Si veda ciò che afferma Giovanni Paolo II “Veritatis Splendor” n. 90 ss. https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/encyclicals/documents/hf_jp-ii_enc_06081993_veritatis-splendor.html . Si veda il mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.”, Youcanprint 2022 c. V, 7, b,2 pp. 552ss ; il libro può essere letto o scaricato gratuitamente a questo sito https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[53] Si veda il numero 8 del IV capitolo del I volume  mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.” pp. 422-429, il libro è scaricabile interamente e gratuitamente  a questo mio sito: www.tradimentodellasanadottrina.it , https://www.tradimentodellasanadottrina.it/  si veda anche s. Bernardo “De precepto et dispensatione” c. 3 , Migne Patrologia Latina 182, col. 864s; di notevole interesse quanto afferma su questo argomento  S. Pinckaers “Le fonti della morale cristiana” Ares 1985 pp. 292ss; 404ss.; come disse Benedetto XVI nel famoso discorso di Regensburg “La violenza è in contrasto con la natura di Dio e la natura dell’anima. “Dio non si compiace del sangue – egli dice -, non agire secondo ragione, „σὺν λόγω”, è contrario alla natura di Dio.” (Discorso tenuto nell’ Aula Magna dell’Università di Regensburg, 12 settembre 2006 www.vatican.va https://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/speeches/2006/september/documents/hf_ben-xvi_spe_20060912_university-regensburg.html , più generalmente possiamo dire che ciò che Dio attraverso in evidenza come peccato grave e che la Chiesa ha precisato come tale , Dio non vuole e non può chiederlo perché è contrario alla natura di Dio.

[54] Conferenza Episcopale Italiana “Rito degli esorcismi e preghiere per circostanze particolari.” LEV 2002; Proemio www.liturgia.maranatha.it http://www.liturgia.maranatha.it/Esorcismi/coverpage.htm

[55] G. L. Müller “La Chiesa di Cristo nella fedeltà alla tradizione apostolica.” www.sabinopaciolla.com https://www.sabinopaciolla.com/la-chiesa-di-cristo-nella-fedelta-alla-tradizione-apostolica/

[56] Si vedano i numeri 8,b e 8,c del IV capitolo del I volume  mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.” pp. 424-429, il libro è scaricabile interamente e gratuitamente  a questo mio sito: www.tradimentodellasanadottrina.it , https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[57] Si veda ciò che afferma Giovanni Paolo II “Veritatis Splendor” n. 90 ss. https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/encyclicals/documents/hf_jp-ii_enc_06081993_veritatis-splendor.html . Si veda il mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.”, Youcanprint 2022 c. V, 7, b,2 pp. 552ss ; il libro può essere letto o scaricato gratuitamente a questo sito https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[58] Si veda ciò che afferma Giovanni Paolo II “Veritatis Splendor” n. 90 ss. https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/encyclicals/documents/hf_jp-ii_enc_06081993_veritatis-splendor.html . Si veda il mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.”, Youcanprint 2022 c. V, 7, b,2 pp. 552ss ; il libro può essere letto o scaricato gratuitamente a questo sito https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[59]Giovanni Paolo II “Discorso ai sacerdoti partecipanti ad un seminario di studio su “La procreazione responsabile”, Sabato, 17 settembre 1983 , www.vatican.va , http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/speeches/1983/september/documents/hf_jp-ii_spe_19830917_procreazione-responsabile.html

[60]S. Ignazio di Antiochia “Lettera ai cristiani di Magnesia”, Intr.; Capp. 1, 1 5, 2; Funk 1, 191-195;  Ufficio Letture della XXVI dom. del T. O. www.chiesacattolica.it https://www.chiesacattolica.it/la-liturgia-delle-ore/?data=20201003&ora=ufficio-delle-letture&data-liturgia=20201004

[61] blog.messainlatino.it “Esclusiva Magister: “Müller scrive a Duka: Fernández va contro la dottrina cattolica, e con lui c’è il papa” blog.messainlatino.it 14.10.2023 https://blog.messainlatino.it/2023/10/esclusiva-magister-muller-scrive-duka.html

[62]Cfr. Concilio di Trento, Sessione VI, can. 18; cfr. Heinrich Denzinger

“Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hünermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003, n.1568

[63]“ Discorso ai Membri della Penitenzieria, ai Padri Penitenzieri, e ai partecipanti al corso sul “Foro interno ” del 18.3.1995 , ai Membri della Penitenzieria,, www.vatican.va , http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/speeches/1995/march/documents/hf_jp-ii_spe_19950318_penitenzieria.html

[64]   “Carta del s. Padre Francisco a los obispos de la region pastoral de Buenos Aires en respuesta al documento “Criterios basicos para la aplicacion del capitulo VIII  de la Amoris Laetitia”, www.vatican.va ,  http://w2.vatican.va/content/francesco/es/letters/2016/documents/papa-francesco_20160905_regione-pastorale-buenos-aires.html

[65]Heinrich  Denzinger “Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hünermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003 n.1536  e 1568; 1954; 2001; Giovanni Paolo II “Veritatis Splendor” n. 102

[66] S. Alphonsi Mariae de Ligorio: “Theologia Moralis” Typis Polyglottis Vaticanis MCCCCIX, Editio photomechanica. Sumptibus CssR, Romae, 1953, p. 162s ; Prummer D., “Manuale Theologiae Moralis”, vol. I, Herder 1961, p. 157. La sana morale prevede, sottolineo, casi “straordinari” per i quali la persona è assolutamente impotente ed è scusata da ogni legge e si esclude ogni responsabilità e colpevolezza ma sono casi rari o molto rari tra gli adulti e non sono precisamente quelli indicati dai Vescovi argentini che parlano di attenuazione di responsabilità e colpevolezza.

[67] Il Rituale precisa. “Il sacerdote dovrà considerare attentamente quando e a chi l’assoluzione sia da impartire, o da negare, o da differire; non avvenga che egli assolva chi è incapace di tale beneficio, come sarebbe: chi non dà nessun segno di dolore; chi non vuole deporre un odio o una inimicizia; o chi, potendolo, non vuole restituire l’altrui; chi non vuole lasciare un’occasione prossima di peccato, o altrimenti abbandonare una via di peccato ed emendare la sua vita in meglio; chi ha dato scandalo in pubblico, salvo che dia una pubblica soddisfazione e rimuova lo scandalo; chi è incorso in peccati riservati ai Superiori.” Rituale Romanum – Editio Typica 1952  in italiano, www.maranatha.it;  https://www.maranatha.it/rituale/21page.htm ; in inglese www.ewtn.com. https://www.ewtn.com/catholicism/library/roman-ritual-part-i-11882; Prummer “Manuale Theologiae Moralis”, Herder  1961, vol. III, p. 242; Palazzini “Dictionarium Morale et Canoni-cum” Romae, 1968, v. IV, pag.165.

[68]Heinrich  Denzinger “Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hünermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003 n.1536  e 1568; 1954; 2001; Giovanni Paolo II “Veritatis Splendor” n. 102

[69]Cfr. Concilio di Trento, Sessione VI, can. 18; cfr. Heinrich Denzinger

“Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hünermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003, n.1568

[70]“ Discorso ai Membri della Penitenzieria, ai Padri Penitenzieri, e ai partecipanti al corso sul “Foro interno ” del 18.3.1995 , ai Membri della Penitenzieria,, www.vatican.va , http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/speeches/1995/march/documents/hf_jp-ii_spe_19950318_penitenzieria.html

[71]Heinrich  Denzinger “Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hünermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003 n.1536  e 1568; 1954; 2001; Giovanni Paolo II “Veritatis Splendor” n. 102

[72]Heinrich  Denzinger “Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hünermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003 n.1536  e 1568; 1954; 2001; Giovanni Paolo II “Veritatis Splendor” n. 102

[73]Sess. VI, Decr. sulla giustificazione Cum hoc tempore, cap. 11; DS, 1536; cf can. 18: DS 1568. Il noto testo di sant’Agostino, citato dal Concilio nel passo riferito, è tratto dal De natura et gratta, 45, 50 (CSEL 60, 270).

[74] Si veda anche il mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.”, Youcanprint 2022 , vol. I c. V, 7, b,2 pp. 552ss ; il libro può essere letto o scaricato gratuitamente a questo sito https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[75] Si veda anche il mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.”, Youcanprint 2022 , vol. I c. V, 7, b,2 pp. 552ss ; il libro può essere letto o scaricato gratuitamente a questo sito https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[76]S. Ignazio di Antiochia “Lettera ai cristiani di Magnesia”, Intr.; Capp. 1, 1 5, 2; Funk 1, 191-195;  Ufficio Letture della XXVI dom. del T. O. www.chiesacattolica.it https://www.chiesacattolica.it/la-liturgia-delle-ore/?data=20201003&ora=ufficio-delle-letture&data-liturgia=20201004

[77] Si veda anche il mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.”, Youcanprint 2022 , vol. I c. V, 7, b,2 pp. 552ss ; il libro può essere letto o scaricato gratuitamente a questo sito https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[78] Vincenzo Paglia “Etica teologica della vita. Scrittura, tradizione, sfide pratiche” ed. LEV 2022,

[79] Il “Testo Base”, presentato nel volume “Etica teologica della vita. Scrittura, tradizione, sfide pratiche”, LEV, Città del Vaticano 2022

[80]L. Melina, “Melina: «Il “bene possibile” rischia di essere il secondo nome del male»” 8.12.2022 https://lanuovabq.it/it/melina-il-bene-possibile-rischia-di-essere-il-secondo-nome-del-male

[81]G. L. Müller”Non è cambiamento pastorale: è corruzione”, La Nuova Bussola Quotidiana, 26-2-2018 http://www.lanuovabq.it/it/non-e-cambiamento-pastorale-e-corruzione

[82] La carità e la grazia, necessarie per una degna ricezione dell’Eucaristia, ci portano ad attuare e a proporci di attuare anzitutto le norme negative  del Decalogo, come ho spiegato ampiamente nel capito V del I volume del mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia” il libro può essere letto o scaricato gratuitamente a questo sito https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[83]Papa Francesco “Discorso” del 9 febbraio 2016, Incontro con i missionari della Misericordia, www.vatican.va ,  https://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2016/february/documents/papa-francesco_20160209_missionari-misericordia.html

[84] Basta cercare le parola “attenuanti” e “attenuante” dopo aver scaricato il PDF del mio libro Tullio Rotondo “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.” , v. I, il libro è scaricabile interamente e gratuitamente  a questo mio sito: www.tradimentodellasanadottrina.it , https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[85] A. Schneider “RORATE EXCLUSIVE: Bishop Athanasius Schneider reaction to Synod Door to communion for divorced & remarried officially kicked open.” Rorate Coeli 2-11-2015  rorate-caeli.blogspot.com

[86] Traggo il testo dalla presentazione del mio libro nel mio sito https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[87]Mia traduzione da Papa Francesco, “Carta del santo Padre Francisco a los obispos de la region pastoral de Buenos Aires en respuesta al documento “Criterios basicos para la aplicacion del capitulo VIII  de la Amoris Laetitia”, www.vatican.va , http://w2.vatican.va/content/francesco/es/letters/2016/documents/papa-francesco_20160905_regione-pastorale-buenos-aires.html

[88] Si veda cosa affermava nel 2017, a questo riguardo, il probabile autore nascosto di Amoris Laetitia in un ormai famoso articolo in cui commentava l’ Esortazione appena citata: V. M. Fernández: “El capítulo VIII de Amoris Laetitia: lo que queda después de la tormenta.”Medellin / vol. XLIII / No. 168 / Mayo – Agosto (2017) / pp. 449-468

[89] S. Paciolla “Papa Francesco e l’assoluzione che i sacerdoti DEVONO dare (altrimenti sarebbero dei “delinquenti”) anche a chi non ha intenzione di pentirsi.” 29.1.2023, www.sabinopaciolla.com, https://www.sabinopaciolla.com/papa-francesco-e-lassoluzione-che-i-sacerdoti-devono-dare-altrimenti-sarebbero-dei-delinquenti-anche-a-chi-non-ha-intenzione-di-pentirsi/ ; M. Haynes “Vatican cardinal highlights contradiction between Pope Francis’ remarks on confession, Catholic doctrine.” www.lifesitenews.com 29.3.2023 https://www.lifesitenews.com/analysis/vatican-cardinal-highlights-contradiction-between-pope-francis-remarks-on-confession-catholic-doctrine/; Papa Francesco, Discorso del 3.2.2023,  www.vatican.va,https://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2023/february/documents/20230203-vescovi-repdem-congo.html

[90]Papa Francesco, Discorso del 3.2.2023,  www.vatican.va,https://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2023/february/documents/20230203-vescovi-repdem-congo.html

[91]Papa Francesco “Omelia”, Parrocchia di Santa Maria delle Grazie al Trionfale Venerdì, 17 marzo 2023 https://www.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2023/documents/20230317-omelia-penitenza.html#:~:text=E%20io%20qui%20mi%20rivolgo,il%20silenzio%20della%20vostra%20comprensione.

[92] A. Tornielli “Quello sguardo nuovo sulla confessione, sacramento della gioia.” 16.9.2021  www.vaticannews.va https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2021-09/papa-francesco-confessione-sacramento-gioia-editoriale.html

[93] S. Cernuzio “Il Papa ai preti: non siate rigidi in confessionale, pregate per non finire in “discarica” 11.11.2022 www.vaticannews.va https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2022-11/papa-discorso-a-braccio-corso-rettori-formatori-america-latina.html

[94] L. Scrosati “Francesco e i seminaristi di Barcellona, il giallo del discorso cambiato.”  9.1.2023 lanuovabq.it https://lanuovabq.it/it/francesco-e-i-seminaristi-di-barcellona-il-giallo-del-discorso-cambiato#:~:text=Secondo%20quanto%20riportato%20da%20un,di%20pentimento%2C%20dobbiamo%20perdonare%20tutti.

[95]Papa Francesco “Discorso” Cattedrale di Palermo Sabato, 15 settembre 2018 https://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2018/september/documents/papa-francesco_20180915_visita-palermo-clero.html

[96]Rituale Romanum – Editio Typica 1952  in italiano, www.maranatha.it;  https://www.maranatha.it/rituale/21page.htm ; in inglese www.ewtn.com. https://www.ewtn.com/catholicism/library/roman-ritual-part-i-11882

[97]S. Alfonso Maria de Liguori, “Istruzione e pratica pei confessori”, in “Opere di S. Alfonso Maria de Liguori”, Pier Giacinto Marietti, Vol. IX, Torino 1880, p. 412s;  www.intratext.com, http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_PXW.HTM#-8OE

[98] Sess. 14. c. 5.

[99]S. Alfonso Maria de Liguori, “Istruzione e pratica pei confessori”, in “Opere di S. Alfonso Maria de Liguori”, Pier Giacinto Marietti, Vol. IX, Torino 1880, p. 420s , www.intratext.com, http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_PXW.HTM#-8OE

[100] Giovanni Paolo II “Lettera al Card. William W. Baum in occasione del corso sul foro interno organizzato dalla Penitenzeria Apostolica” , 22 marzo 1996, www.vatican.va ,  https://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/letters/1996/documents/hf_jp-ii_let_19960322_penitenzieria.html

[101] S. Paciolla “Papa Francesco e l’assoluzione che i sacerdoti DEVONO dare (altrimenti sarebbero dei “delinquenti”) anche a chi non ha intenzione di pentirsi.” 29.1.2023, www.sabinopaciolla.com, https://www.sabinopaciolla.com/papa-francesco-e-lassoluzione-che-i-sacerdoti-devono-dare-altrimenti-sarebbero-dei-delinquenti-anche-a-chi-non-ha-intenzione-di-pentirsi/

[102]Van Kol “Theologia Moralis”, Editorial Herder, Barcelona , 1968, t. II, p. 217

[103] Si veda su questo punto ciò che ho detto nel mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.” Vol. I cap. III n.4 pp. 201-210, il libro è scaricabile interamente e gratuitamente  a questo mio sito: www.tradimentodellasanadottrina.it , https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[104]Rituale Romanum – Editio Typica 1952  in italiano, www.maranatha.it;  https://www.maranatha.it/rituale/21page.htm ; in inglese www.ewtn.com. https://www.ewtn.com/catholicism/library/roman-ritual-part-i-11882

[105] S. Alfonso Maria de Liguori “Istruzione e pratica pei confessori.” C. XVI p. III n. 42 pp. 382s https://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_PXT.HTM#3YW

[106] Si veda sul motore di ricerca Vaticano questa precisa serie di parole unite: occasioni prossime di peccato  https://www.vatican.va/content/vatican/it/search.html?q=occasioni%20prossime%20di%20peccato&from=&to=&in=exact&sorting=relevance , si veda anche questa altra serie: occasione prossima di peccato  https://www.vatican.va/content/vatican/it/search.html?q=occasione%20prossima%20di%20peccato&from=&to=&in=exact&sorting=relevance

[107] V. M. Fernández “El capítulo VIII de Amoris Laetitia: lo que queda después de la tormenta.”Medellin / vol. XLIII / No. 168 / Mayo – Agosto (2017) / pp. 449-468

[108]La Civiltà Cattolica, “Un incontro privato del Papa con alcuni gesuiti colombiani” anno 2017, quaderno 4015,volume IV pag. 3 – 10,   7 ottobre 2017  http://www.laciviltacattolica.it/articolo/la-grazia-non-e-una-ideologia/

[109] Cfr. Tullio Rotondo  “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.” Vol. I e II,  gratuitamente scaricabili e leggibili sul mio sito www.tradimentodellasanadottrina.it  https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[110]Papa Francesco, “Carta del santo Padre Francisco a los obispos de la region pastoral de Buenos Aires en respuesta al documento “Criterios basicos para la aplicacion del capitulo VIII  de la Amoris Laetitia” , www.vatican.va , http://w2.vatican.va/content/francesco/es/letters/2016/documents/papa-francesco_20160905_regione-pastorale-buenos-aires.html ; AAS , 2016, n. 10, p. 1074 n. 6

[111]Cfr. V. M. Fernández: “El capítulo VIII de Amoris Laetitia: lo que queda después de la tormenta.” in Medellin, vol. XLIII / No. 168 / Mayo – Agosto (2017) / p. 467

[112]Conc. Ecum. Vat. II, Costituzione pastorale “Gaudium et spes”, 7.12.1965, n. 51  www.vatican.va , http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19651207_gaudium-et-spes_it.html

[113]Conc. Ecum. Vat. II, Costituzione pastorale “Gaudium et spes”, 7.12.1965, n. 51  www.vatican.va , http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19651207_gaudium-et-spes_it.html

[114] Tullio Rotondo  “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.” Vol. I cap. III n. 16, p. 394, il libro è scaricabile interamente e gratuitamente  a questo mio sito: www.tradimentodellasanadottrina.it , https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[115]Conc. Ecum. Vat. II, Costituzione pastorale “Gaudium et spes”, 7.12.1965, n. 51  www.vatican.va , http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19651207_gaudium-et-spes_it.html

[116]Conferenza Episcopale Emilia Romagna  “Indicazioni sul capitolo VIII dell’Amoris Laetitia” ,20.1.2018, Diocesi Imola  https://www.diocesiimola.it/2018/01/20/indicazioni-sul-capitolo-viii-dellamoris-laetitia/

[117]L. Bertocchi “I vescovi dell’Emilia Romagna  sdoganano l’adulterio.” La Nuova Bussola Quotidiana 24.1.2018  https://www.lanuovabq.it/it/i-vescovi-dellemilia-romagna-sdoganano-ladulterio

[118]Cfr. A. Livi “Livi sui vescovi emiliani” Fidesetratio http://www.fidesetratio.it/livi-sui-vescovi-emiliani.html il testo dell’articolo era presente su tale sito nei primi mesi del 2018, purtroppo dopo la morte del monsignore il sito è caduto in mano alla pornografia e l’articolo è stato rimosso

[119]Aldo Maria Valli “Berrette rosse al merito bergogliano.”, 1.9.2019 www.aldomariavalli.it

[120]Card. Vallini  “La letizia dell’amore”: il cammino delle famiglie a Roma” Diocesi di Roma 19.9.2016,. http://www.romasette.it/wp-content/uploads/Relazione2016ConvegnoDiocesano.pdf

[121] Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi , “Dichiarazione circa l’ammissibilità alla Santa Comunione dei divorziati risposati”, 24 giugno 2000, n.1 www.vatican.va https://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/intrptxt/documents/rc_pc_intrptxt_doc_20000706_declaration_it.html

[122]  Chiesa e post Concilio “Comunione a Joe Biden, il Vaticano frena i vescovi statunitensi” 11.5.2021 chiesaepostconcilio.blogspot.com https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2021/05/comunione-joe-biden-il-vaticano-frena-i.html; tg24.sky.it  “Nyt, Vaticano a vescovi Usa: “Non neghino comunione a Biden per sua posizione su aborto”” 15.6.2021  tg24.sky.it  https://tg24.sky.it/mondo/2021/06/15/comunione-biden-vaticano-usa

[123] Niccolò Magnani “Comunione a Biden, ok Papa: ira vescovi Usa/ “Francesco, l’aborto è sacrilegio!”” 1.11.2021, www.ilsussidiario.net, https://www.ilsussidiario.net/news/comunione-a-biden-ok-papa-ira-vescovi-usa-francesco-laborto-e-sacrilegio/2244042/

[124] ANSA “Il Papa dà la comunione a Nancy Pelosi, il vescovo non voleva” 9.6.2022 www.ansa.it  https://www.ansa.it/amp/sito/notizie/cronaca/2022/06/29/il-papa-da-la-comunione-a-nancy-pelosi-il-vescovo-non-voleva_6a1b4dcf-fc9e-4db1-8370-857eb60ba932.html

[125]Cfr. Conferenza Episcopale Tedesca “La gioia dell’amore vissuto nelle famiglie è anche il giubilo della Chiesa” 23.1.2017,   www.jesidiocesi.it, http://www.jesidiocesi.it/download/scuola_teologia/anno_3/sarti/vescovi_tedeschi.pdf

[126]Charles Jude Scicluna e Mario Grech “Criteri applicativi di “Amoris laetitia”, www.chiesa.espressonline.it, 14.1.2017, www.chiesa.espressonline.it  http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351437.html

[127]Marco Tosatti, “Sinodo: come lo manovro…”, La Stampa, I blog di La Stampa, 21 settembre 2014
https://www.lastampa.it/blogs/2014/09/21/news/sinodo-come-lo-manovro-1.37276215  attualmente, 24.5.2021, l’articolo è stranamente  scomparso dal sito ma si può trovare qui  https://anticattocomunismo.wordpress.com/2014/09/20/sinodo-come-lo-manovro/

[128] Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi , “Dichiarazione circa l’ammissibilità alla Santa Comunione dei divorziati risposati”, 24 giugno 2000, n.1 www.vatican.va https://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/intrptxt/documents/rc_pc_intrptxt_doc_20000706_declaration_it.html ; Rituale Romanum – Editio Typica 1952  in italiano, www.maranatha.it;  https://www.maranatha.it/rituale/21page.htm ; in inglese www.ewtn.com. https://www.ewtn.com/catholicism/library/roman-ritual-part-i-11882 ;

[129] Si veda il mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.” I volume, II capitolo, n. 13,d,  pp. 343ss, il libro è scaricabile interamente e gratuitamente  a questo mio sito: www.tradimentodellasanadottrina.it , https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[130] Giovanni Paolo II “Lettera al Card. William W. Baum in occasione del corso sul foro interno organizzato dalla Penitenzeria Apostolica” , 22 marzo 1996, www.vatican.va ,  https://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/letters/1996/documents/hf_jp-ii_let_19960322_penitenzieria.html

[131]Cfr. Heinrich Denzinger “Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hünermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003, n. 1679-1682 e per la traduzione italiana cfr. anche Giuseppe Alberigo (a cura di) “Decisioni dei Concili Ecumenici” De Agostini Libri, Novara 2013, Prima edizione eBook: Marzo 2013. posizione del Kindle 9221 ss

[132]Concilio Lateranense IV, c. 21; Heinrich Denzinger “Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hünermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003, n. 812

[133]Mia traduzione , cfr.Giuseppe Alberigo (a cura di) Decisioni dei Concili Ecumenici (Classici della religione) (Italian Edition) (posizioni nel Kindle 9404-9406). UTET. Edizione del Kindle; Heinrich Denzinger

“Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hünermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003, n.1707s

[134]“Catechismo Tridentino”, ed Cantagalli 1992, n. 255  http://www.maranatha.it/catrident/21page.htm

[135]S. Alfonso Maria de Liguori, “Istruzione e pratica pei confessori”, in “Opere di S. Alfonso Maria de Liguori”, Pier Giacinto Marietti, Vol. IX, Torino 1880, p. 383s , www.intratext.com, http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_PXW.HTM#-8OE

[136] S. Alfonso Maria de Liguori, “Istruzione e pratica pei confessori”, in “Opere di S. Alfonso Maria de Liguori”, Pier Giacinto Marietti, Vol. IX, Torino 1880, p.378-382 https://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_PXT.HTM

[137]S. Alfonso Maria de Liguori, “Istruzione e pratica pei confessori”, in “Opere di S. Alfonso Maria de Liguori”, Pier Giacinto Marietti, Vol. IX, Torino 1880, p. 409s;  www.intratext.com, http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_PXW.HTM#-8OE

[138] Testo tratto dal “Rituale Romanum”, Editio Typica 1952 parte relativa ai “Prenotanda de Sacramento Poenitentiae” n. 2s  in italiano, www.maranatha.it;  https://www.maranatha.it/rituale/21page.htm

[139]S. Alfonso Maria de Liguori, “Istruzione e pratica pei confessori”, in “Opere di S. Alfonso Maria de Liguori”, Pier Giacinto Marietti, Vol. IX, Torino 1880, p. 413s , www.intratext.com, http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_PXW.HTM#-8OE

[140] Sess. 14. c. 5.

[141]S. Alfonso Maria de Liguori, “Istruzione e pratica pei confessori”, in “Opere di S. Alfonso Maria de Liguori”, Pier Giacinto Marietti, Vol. IX, Torino 1880, p. 420s , www.intratext.com, http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_PXW.HTM#-8OE

[142]Si veda il mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.”, v. I, cap. II, n. 13,d, pp. 343ss,  il libro è scaricabile interamente e gratuitamente  a questo mio sito: www.tradimentodellasanadottrina.it , https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[143] Apud Lochner instruct. pract. c. 33.

[144] Lib. 6. n. 607.

[145]S. Alfonso Maria de Liguori, “Istruzione e pratica pei confessori”, in “Opere di S. Alfonso Maria de Liguori”, Pier Giacinto Marietti, Vol. IX, Torino 1880, p. 410 , www.intratext.com, http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_PXW.HTM#-8OE

[146]S. Alfonso Maria de Liguori, “Istruzione e pratica pei confessori”, in “Opere di S. Alfonso Maria de Liguori”, Pier Giacinto Marietti, Vol. IX, Torino 1880, p. 412s;  www.intratext.com, http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_PXW.HTM#-8OE

[147]Benedictus XIV, “Apostolica Constitutio”,  26.6.1749, n.19, www.vatican.va , http://www.vatican.va/content/benedictus-xiv/it/documents/enciclica–i-apostolica-constitutio–i—26-giugno-1749–richiam.html

[148]Benedictus XIV,“Apostolica Constitutio” 26.6.1749, n.20, www.vatican.va , http://www.vatican.va/content/benedictus-xiv/it/documents/enciclica–i-apostolica-constitutio–i—26-giugno-1749–richiam.html

[149]“Lettera al Card. William W. Baum in occasione del corso sul foro interno organizzato dalla Penitenzieria Apostolica” [22 marzo 1996], www.vatican.va , https://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/letters/1996/documents/hf_jp-ii_let_19960322_penitenzieria.html

[150] Giovanni Paolo II Esortazione Ap. “Reconciliatio et Paenitentia” n. 31 2.12.1984 www.vatican.va https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/apost_exhortations/documents/hf_jp-ii_exh_02121984_reconciliatio-et-paenitentia.html

[151] Si veda il mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.”, v. I, cap. III, n. 15, pp. 390ss; testo scaricabile interamente e gratuitamente qui https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[152]S. Alfonso Maria de Liguori, “Istruzione e pratica pei confessori”, in “Opere di S. Alfonso Maria de Liguori”, Pier Giacinto Marietti, Vol. IX, Torino 1880, p. 412s;  www.intratext.com, http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_PXW.HTM#-8OE

[153]S. Alfonso Maria de Liguori, Selva di materie predicabili, in «Opere di S. Alfonso Maria de Liguori», Pier Giacinto Marietti, Vol. III, Torino 1880, p.76

[154] Sess. 14. c. 5.

[155]S. Alfonso Maria de Liguori, “Istruzione e pratica pei confessori”, in “Opere di S. Alfonso Maria de Liguori”, Pier Giacinto Marietti, Vol. IX, Torino 1880, p. 420s , www.intratext.com, http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_PXW.HTM#-8OE

[156]S. Alfonso Maria de Liguori, “Istruzione e pratica pei confessori”, in “Opere di S. Alfonso Maria de Liguori”, Pier Giacinto Marietti, Vol. IX, Torino 1880, p. 413s , www.intratext.com, http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_PXW.HTM#-8OE

[157]Benedictus XIV, “Apostolica Constitutio” 26.6.1749, n.19, www.vatican.va , http://www.vatican.va/content/benedictus-xiv/it/documents/enciclica–i-apostolica-constitutio–i—26-giugno-1749–richiam.html

[158]Benedictus XIV,“Apostolica Constitutio” 26.6.1749, n.20, www.vatican.va , http://www.vatican.va/content/benedictus-xiv/it/documents/enciclica–i-apostolica-constitutio–i—26-giugno-1749–richiam.html

[159]S. Alphonsi Mariae de Ligorio: “Theologia moralis”, Typis Polyglottis Vaticanis MCCCCIX, Editio photomechanica. Sumptibus CssR, Romae, 1953 t. III Romae, p. 640 n. 615

[160]Cfr. S. Alfonso Maria de Liguori, “Istruzione e pratica pei confessori”, in “Opere di S. Alfonso Maria de Liguori”, Pier Giacinto Marietti, Vol. IX, Torino 1880, p. 413 , www.intratext.com, http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_PXW.HTM#-8OE

[161]S. Alfonso Maria de Liguori “Istruzione e pratica pei confessori.” C. XVI p. III n. 42 pp. 382s https://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_PXT.HTM#3YW

[162] Prummer “Manuale Theologiae Moralis”, Herder  1961, vol.I p. 34s

[163]S. Alfonso Maria de Liguori, “Istruzione e pratica pei confessori”, in “Opere di S. Alfonso Maria de Liguori”, Pier Giacinto Marietti, Vol. IX, Torino 1880, p. 409s;  www.intratext.com, http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_PXW.HTM#-8OE

[164]Papa Francesco “Discorso” Cattedrale di Palermo Sabato, 15 settembre 2018 https://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2018/september/documents/papa-francesco_20180915_visita-palermo-clero.html

[165]Papa Francesco “Discorso” del 9 febbraio 2016, Incontro con i missionari della Misericordia, www.vatican.va ,  https://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2016/february/documents/papa-francesco_20160209_missionari-misericordia.html

[166]S. Magister “Promemoria per il summit sugli abusi. Per Francesco i peccati “sotto la cintura” sono “i più leggeri” Settimo Cielo 21.1.2019 http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2019/01/21/promemoria-per-il-summit-abusi-per-francesco-i-peccati-“sotto-la-cintura”-sono-“i-piu-leggeri”/

[167]Papa Francesco “Discorso ai partecipanti al corso sul foro interno promosso dalla Penitenzieria Apostolica”, Aula Paolo VI Venerdì, 12 marzo 2021 https://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2021/march/documents/papa-francesco_20210312_corso-forointerno.html

[168] Papa Francesco, Discorso del 3.2.2023,  www.vatican.va,https://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2023/february/documents/20230203-vescovi-repdem-congo.html

[169]Papa Francesco “Omelia”, Parrocchia di Santa Maria delle Grazie al Trionfale Venerdì, 17 marzo 2023 https://www.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2023/documents/20230317-omelia-penitenza.html#:~:text=E%20io%20qui%20mi%20rivolgo,il%20silenzio%20della%20vostra%20comprensione.

[170] S. Cernuzio “Il Papa ai preti: non siate rigidi in confessionale, pregate per non finire in “discarica” 11.11.2022 www.vaticannews.va https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2022-11/papa-discorso-a-braccio-corso-rettori-formatori-america-latina.html

[171] L. Scrosati “Francesco e i seminaristi di Barcellona, il giallo del discorso cambiato.”  9.1.2023 lanuovabq.it https://lanuovabq.it/it/francesco-e-i-seminaristi-di-barcellona-il-giallo-del-discorso-cambiato#:~:text=Secondo%20quanto%20riportato%20da%20un,di%20pentimento%2C%20dobbiamo%20perdonare%20tutti.

[172] Tullio Rotondo “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia” volumi I e II , possono essere scaricati o letti gratuitamente a questo mio sito internet www.tradimentodellasanadottrina.it,  https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[173] V. M. Fernández “El capítulo VIII de Amoris Laetitia: lo que queda después de la tormenta.”Medellin / vol. XLIII / No. 168 / Mayo – Agosto (2017) / p. 453

[174]Conferenza Episcopale Emilia Romagna  “Indicazioni sul capitolo VIII dell’Amoris Laetitia” ,20.1.2018, Diocesi Imola  https://www.diocesiimola.it/2018/01/20/indicazioni-sul-capitolo-viii-dellamoris-laetitia/

[175]Giulio Meiattini, “Amoris laetitia. I sacramenti ridotti a morale”, Ed. La Fontana di Siloe,  2018, pp. 38s

[176] blog.messainlatino.it “Esclusiva Magister: “Müller scrive a Duka: Fernández va contro la dottrina cattolica, e con lui c’è il papa” blog.messainlatino.it 14.10.2023 https://blog.messainlatino.it/2023/10/esclusiva-magister-muller-scrive-duka.html

[177] blog.messainlatino.it “Esclusiva Magister: “Müller scrive a Duka: Fernández va contro la dottrina cattolica, e con lui c’è il papa” blog.messainlatino.it 14.10.2023 https://blog.messainlatino.it/2023/10/esclusiva-magister-muller-scrive-duka.html

[178] Il libro è scaricabile interamente e gratuitamente  a questo mio sito www.tradimentodellasanadottrina.it , https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[179] V. M. Fernández “El capítulo VIII de Amoris Laetitia: lo que queda después de la tormenta.”Medellin / vol. XLIII / No. 168 / Mayo – Agosto (2017) / pp. 449-468

[180] In una intervista l’allora mons. Fernandez aveva affermato: “When we speak of obedience to the magisterium, this is understood in at least two senses, which are inseparable and equally important. One is the more static sense, of a “deposit of faith,” which we must guard and preserve unscathed. But on the other hand, there is a particular charism for this safeguarding, a unique charism, which the Lord has given only to Peter and his successors. In this case, we are not talking about a deposit, but about a living and active gift, which is at work in the person of the Holy Father. I do not have this charism, nor do you, nor does Cardinal Burke. Today only Pope Francis has it. Now, if you tell me that some bishops have a special gift of the Holy Spirit to judge the doctrine of the Holy Father, we will enter into a vicious circle (where anyone can claim to have the true doctrine) and that would be heresy and schism.” E. Pentin “Exclusive: Archbishop Fernandez Warns Against Bishops Who Think They Can Judge ‘Doctrine of the Holy Father’.” 11.9.2023 www.ncregister.com https://www.ncregister.com/interview/exclusive-archbishop-fernandez-warns-against-bishops-who-think-they-can-judge-doctrine-of-the-holy-father

[181] Il libro è scaricabile interamente e gratuitamente  a questo mio sito www.tradimentodellasanadottrina.it , https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[182]Papa Francesco, “Carta del santo Padre Francisco a los obispos de la region pastoral de Buenos Aires en respuesta al documento “Criterios basicos para la aplicacion del capitulo VIII  de la Amoris Laetitia” , www.vatican.va ,  http://w2.vatican.va/content/francesco/es/letters/2016/documents/papa-francesco_20160905_regione-pastorale-buenos-aires.html

[183] Carta al Cardenal W. Baum, del 22/03/1996, citada en la nota.

[184] blog.messainlatino.it “Esclusiva Magister: “Müller scrive a Duka: Fernández va contro la dottrina cattolica, e con lui c’è il papa” blog.messainlatino.it 14.10.2023 https://blog.messainlatino.it/2023/10/esclusiva-magister-muller-scrive-duka.html

[185] Basta cercare le parola “Fernández” dopo aver scaricato il PDF del mio libro Tullio Rotondo “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.” , v. I, il libro è scaricabile interamente e gratuitamente  a questo mio sito: www.tradimentodellasanadottrina.it , https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[186] Basta cercare le parola “attenuanti” e “attenuante” dopo aver scaricato il PDF del mio libro Tullio Rotondo “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.” , v. I, il libro è scaricabile interamente e gratuitamente  a questo mio sito: www.tradimentodellasanadottrina.it , https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[187]Cfr. Commissione Teologica Internazionale “ Bibbia e morale. Le radici bibliche dell’agire cristiano” 11.5.2008 n. 1.2.1  www.vatican.va , http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_20080511_bibbia-e-morale_it.html

[188]Cfr. Commissione Teologica Internazionale “ Bibbia e morale. Le radici bibliche dell’agire cristiano” 11.5.2008 n. 3.3.2. 59  www.vatican.va , http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_20080511_bibbia-e-morale_it.html

[189]Cfr. Commissione Teologica Internazionale “ Bibbia e morale. Le radici bibliche dell’agire cristiano” 11.5.2008 n. 2.6 ss, in particolare 2.6.2.154  www.vatican.va , http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_20080511_bibbia-e-morale_it.html

[190]Cfr. Commissione Teologica Internazionale “ Bibbia e morale. Le radici bibliche dell’agire cristiano” 11.5.2008 n. 3.3.2. 59  www.vatican.va , http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_20080511_bibbia-e-morale_it.html

[191] Si veda quello che dicemmo nel I nel I volume del mio libro: “Tradimento della sana dottrina attraverso “Amoris Laetitia”.” cap. III gratuitamente scaricabile e leggibile sul mio sito www.tradimentodellasanadottrina.it  https://www.tradimentodellasanadottrina.it/ ; sinteticamente su questo punto si può vedere quanto afferma il Catechismo Maggiore di s. Pio X nn.731-741.

[192] Cfr. Rituale Romanum “Il sacerdote dovrà considerare attentamente quando e a chi l’assoluzione sia da impartire, o da negare, o da differire; non avvenga che egli assolva chi è incapace di tale beneficio, come sarebbe: chi non dà nessun segno di dolore; chi non vuole deporre un odio o una inimicizia; o chi, potendolo, non vuole restituire l’altrui; chi non vuole lasciare un’occasione prossima di peccato, o altrimenti abbandonare una via di peccato ed emendare la sua vita in meglio; chi ha dato scandalo in pubblico, salvo che dia una pubblica soddisfazione e rimuova lo scandalo; chi è incorso in peccati riservati ai Superiori.” Rituale Romanum – Editio Typica 1952  in italiano, parte relativa ai “Prenotanda de Sacramento Poenitentiae” n. 2s  in italiano, www.maranatha.it https://www.maranatha.it/rituale/21page.htm www.maranatha.it;  https://www.maranatha.it/rituale/21page.htm; Prummer “Manuale Theologiae Moralis”, Herder  1961, vol. III, p. 242; Palazzini “Dictionarium Morale et Canonicum” Romae, 1968, v. IV, pag.165

[193] Si veda quanto ho affermato a riguardo nel I volume del mio libro: “Tradimento della sana dottrina attraverso “Amoris Laetitia”.” cap. V , 4 gratuitamente scaricabile e leggibile sul mio sito www.tradimentodellasanadottrina.it  https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[194]Veritatis Splendor, n. 67 cfr. ibidem  n. 52.102,   ;  S. Tommaso in Super Sent., lib. 3 d. 25 q. 2 a. 1 qc. 2 ad 3; II-II q. 33 a. 2

[195]Van Kol “Theologia Moralis”, Editorial Herder, Barcelona , 1968, t. II, p. 217

[196] Si veda quanto ho affermato a riguardo nel I volume del mio libro: “Tradimento della sana dottrina attraverso “Amoris Laetitia”.” Cap. V , 4 gratuitamente scaricabile e leggibile sul mio sito www.tradimentodellasanadottrina.it  https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[197]F. Coccopalmerio, Il capitolo ottavo della esortazione post-sinodale Amoris laetitia, Città del Vaticano 2017

[198] I comandi divini non sono soggetti a dispensa, si veda quello che dissi nel I volume  del mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia” al cap. V, n. 5, c; il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 2072 afferma: “Poiché enunciano i doveri fondamentali dell’uomo verso Dio e verso il prossimo, i dieci comandamenti rivelano, nel loro conte-nuto essenziale, obbligazioni gravi. Sono so-stanzialmente immutabili e obbligano sempre e dappertutto. Nessuno potrebbe dispensare da essi. I dieci comandamenti sono incisi da Dio nel cuore dell’essere umano.”

[199]Papa Francesco, “Carta del santo Padre Francisco a los obispos de la region pastoral de Buenos Aires en respuesta al documento “Criterios basicos para la aplicacion del capitulo VIII  de la Amoris Laetitia” , www.vatican.va ,  http://w2.vatican.va/content/francesco/es/letters/2016/documents/papa-francesco_20160905_regione-pastorale-buenos-aires.html

[200] Basta cercare le parola “attenuanti” e “attenuante” dopo aver scaricato il PDF del mio libro Tullio Rotondo “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia.” , v. I, il libro è scaricabile interamente e gratuitamente  a questo mio sito: www.tradimentodellasanadottrina.it , https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[201] A. Schneider “RORATE EXCLUSIVE: Bishop Athanasius Schneider reaction to Synod Door to communion for divorced & remarried officially kicked open.” Rorate Coeli 2-11-2015  rorate-caeli.blogspot.com

[202] Traggo il testo dalla presentazione del mio libro nel mio sito https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[203]Heinrich  Denzinger “Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hünermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003 n.1536  e 1568; 1954; 2001; Giovanni Paolo II “Veritatis Splendor” n. 102

[204] S. Alphonsi Mariae de Ligorio: “Theologia Moralis” Typis Polyglottis Vaticanis MCCCCIX, Editio photomechanica. Sumptibus CssR, Romae, 1953, p. 162s ; Prummer D., “Manuale Theologiae Moralis”, vol. I, Herder 1961, p. 157. La sana morale prevede, sottolineo, casi “straordinari” per i quali la persona è assolutamente impotente ed è scusata da ogni legge e si esclude ogni responsabilità e colpevolezza ma sono casi rari o molto rari tra gli adulti e non sono precisamente quelli indicati dai Vescovi argentini che parlano di attenuazione di responsabilità e colpevolezza.

[205] blog.messainlatino.it “Esclusiva Magister: “Müller scrive a Duka: Fernández va contro la dottrina cattolica, e con lui c’è il papa” blog.messainlatino.it 14.10.2023 https://blog.messainlatino.it/2023/10/esclusiva-magister-muller-scrive-duka.html

[206] blog.messainlatino.it “Esclusiva Magister: “Müller scrive a Duka: Fernández va contro la dottrina cattolica, e con lui c’è il papa” blog.messainlatino.it 14.10.2023 https://blog.messainlatino.it/2023/10/esclusiva-magister-muller-scrive-duka.html

[207] Sess. VI, Decr. sulla giustificazione Cum hoc tempore, cap. 11; DS, 1536; cf can. 18: DS 1568. Il noto testo di sant’Agostino, citato dal Concilio nel passo riferito, è tratto dal De natura et gratta, 45, 50 (CSEL 60, 270).

[208] Sess. VI, Decr. sulla giustificazione Cum hoc tempore, cap. 11; DS, 1536; cf can. 18: DS 1568. Il noto testo di sant’Agostino, citato dal Concilio nel passo riferito, è tratto dal De natura et gratta, 45, 50 (CSEL 60, 270).

[209]Cfr. Concilio di Trento, Sessione VI, can. 18; cfr. Heinrich Denzinger

“Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hünermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003, n.1568

[210]“ Discorso ai Membri della Penitenzieria, ai Padri Penitenzieri, e ai partecipanti al corso sul “Foro interno ” del 18.3.1995 , ai Membri della Penitenzieria,, www.vatican.va , http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/speeches/1995/march/documents/hf_jp-ii_spe_19950318_penitenzieria.html

[211] Si veda il mio testo “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia” vol. I pp. 179-186

[212]Cfr.  Heinrich Denzinger “Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hünermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003, n.1678

[213] Cfr. Rituale Romanum – Editio Typica 1952  in italiano, parte relativa ai “Prenotanda de Sacramento Poenitentiae” n. 2s  in italiano, www.maranatha.it;  https://www.maranatha.it/rituale/21page.htm www.maranatha.it;  https://www.maranatha.it/rituale/21page.htm; Prummer “Manuale Theologiae Moralis”, Herder  1961, vol. III, p. 242; Palazzini “Dictionarium Morale et Canonicum” Romae, 1968, v. IV, pag.165

[214] Cfr. Rituale Romanum – Editio Typica 1952  in italiano, parte relativa ai “Prenotanda de Sacramento Poenitentiae” n. 2s  in italiano, www.maranatha.it;  https://www.maranatha.it/rituale/21page.htm www.maranatha.it;  https://www.maranatha.it/rituale/21page.htm .

[215] Si veda su questo punto anche il mio testo “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia” vol. I  cap. III il libro è scaricabile interamente e gratuitamente  a questo mio sito: www.tradimentodellasanadottrina.it , https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[216]Van Kol “Theologia Moralis”, Editorial Herder, Barcelona , 1968, t. II, p. 217

[217] Si veda quanto ho affermato a riguardo nel I volume del mio libro: “Tradimento della sana dottrina attraverso “Amoris Laetitia”.” Cap. V , 4 gratuitamente scaricabile e leggibile sul mio sito www.tradimentodellasanadottrina.it  https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[218] I comandi divini non sono soggetti a dispensa, si veda quello che dissi nel I volume  del mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia” al cap. V, n. 5, c; il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 2072 afferma: “Poiché enunciano i doveri fondamentali dell’uomo verso Dio e verso il prossimo, i dieci comandamenti rivelano, nel loro conte-nuto essenziale, obbligazioni gravi. Sono sostanzialmente immutabili e obbligano sempre e dappertutto. Nessuno potrebbe dispensare da essi. I dieci comandamenti sono incisi da Dio nel cuore dell’essere umano.”

[219] Si veda quanto ho affermato a riguardo nel I volume del mio libro: “Tradimento della sana dottrina attraverso “Amoris Laetitia”.” cap. V , 4 gratuitamente scaricabile e leggibile sul mio sito www.tradimentodellasanadottrina.it  https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[220]SIR “Amoris Laetitia: don Costa (Lev), libro card. Coccopalmerio “non è la risposta del Vaticano ai dubbi”,14 febbraio 2017, www.agensir.it,   https://agensir.it/quotidiano/2017/2/14/amoris-laetitia-don-costa-lev-libro-card-coccopalmerio-non-e-la-risposta-del-vaticano-ai-dubbi/

[221]Maurizio Gronchi ,“Pentimento e desiderio del bene. Un commento del cardinale Coccopalmerio all’ottavo capitolo di «Amoris laetitia»”, Osservatore Romano del 14 febbraio 2017 http://www.osservatoreromano.va/it/news/pentimento-e-desiderio-del-bene

[222]Luciano Moia: “Scritto del cardinale Coccopalmerio. «Amoris Laetitia, dottrina rispettata»”, Avvenire, 14-2-2017,  https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/amoris-laetitia-dottrina-rispettata-coccopalmerio

[223]Papa Francesco “Papa Francesco – Ai vescovi di Buenos Aires: la vostra interpretazione di Amoris Laetitia è eccellente ed è l’unica possibile” Come Gesù 9.9.2016  https://mauroleonardi.it/2016/09/09/il-papa-avvalla-come-lunica-possibile-linterpretazione-che-i-vescovi-argentini-danno-di-amoris-laetitia/

[224]Cfr. Heinrich Denzinger “Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hünermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003, n. 1673

[225] S. Giovanni Paolo II, Lettera  Enciclica “Dominum et Vivificantem”, 18.5.1986,, n. 42 , www.vatican.va , https://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/encyclicals/documents/hf_jp-ii_enc_18051986_dominum-et-vivificantem.pdf

[226] Cfr. Rituale Romanum “Il sacerdote dovrà considerare attentamente quando e a chi l’assoluzione sia da impartire, o da negare, o da differire; non avvenga che egli assolva chi è incapace di tale beneficio, come sarebbe: chi non dà nessun segno di dolore; chi non vuole deporre un odio o una inimicizia; o chi, potendolo, non vuole restituire l’altrui; chi non vuole lasciare un’occasione prossima di peccato, o altrimenti abbandonare una via di peccato ed emendare la sua vita in meglio; chi ha dato scandalo in pubblico, salvo che dia una pubblica soddisfazione e rimuova lo scandalo; chi è incorso in peccati riservati ai Superiori.” Rituale Romanum – Editio Typica 1952  in italiano, parte relativa ai “Prenotanda de Sacramento Poenitentiae” n. 2s  in italiano, www.maranatha.it https://www.maranatha.it/rituale/21page.htm www.maranatha.it;  https://www.maranatha.it/rituale/21page.htm; Prummer “Manuale Theologiae Moralis”, Herder  1961, vol. III, p. 242; Palazzini “Dictionarium Morale et Canonicum” Romae, 1968, v. IV, pag.165

[227] Si veda quanto ho affermato a riguardo nel I volume del mio libro: “Tradimento della sana dottrina attraverso “Amoris Laetitia”.” cap. V , 4 gratuitamente scaricabile e leggibile sul mio sito www.tradimentodellasanadottrina.it  https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[228] I comandi divini non sono soggetti a dispensa, si veda quello che dissi nel I volume  del mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia” al cap. V, n. 5, c; il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 2072 afferma: “Poiché enunciano i doveri fondamentali dell’uomo verso Dio e verso il prossimo, i dieci comandamenti rivelano, nel loro conte-nuto essenziale, obbligazioni gravi. Sono sostanzialmente immutabili e obbligano sempre e dappertutto. Nessuno potrebbe dispensare da essi. I dieci comandamenti sono incisi da Dio nel cuore dell’essere umano.”

[229]Van Kol “Theologia Moralis”, Editorial Herder, Barcelona , 1968, t. II, p. 217

[230] Si veda quanto ho affermato a riguardo nel I volume del mio libro: “Tradimento della sana dottrina attraverso “Amoris Laetitia”.” Cap. V , 4 gratuitamente scaricabile e leggibile sul mio sito www.tradimentodellasanadottrina.it  https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[231] Tullio Rotondo “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia” volumi I e II , possono essere scaricati o letti gratuitamente a questo mio sito internet www.tradimentodellasanadottrina.it,  https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[232]Charles Jude Scicluna e Mario Grech “Criteri applicativi di “Amoris laetitia”,  14.1.2017, www.chiesa.espressonline.it,  http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351437.html

[233] Giovanni Paolo II Lett. Enc. “Veritatis Splendor” n. 102;  “Discorso ai Membri della Penitenzieria, ai Padri Penitenzieri, e ai partecipanti al corso sul “Foro interno ” del 18.3.1995 , ai Membri della Penitenzieria,, www.vatican.va , http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/speeches/1995/march/documents/hf_jp-ii_spe_19950318_penitenzieria.html; Concilio di Trento Sess. VI, Decr. sulla giustificazione Cum hoc tempore, cap. 11; DS, 1536; cf can. 18: DS 1568. Il noto testo di sant’Agostino, citato dal Concilio nel passo riferito, è tratto dal De natura et gratta, 45, 50 (CSEL 60, 270).

[234] blog.messainlatino.it “Esclusiva Magister: “Müller scrive a Duka: Fernández va contro la dottrina cattolica, e con lui c’è il papa” blog.messainlatino.it 14.10.2023 https://blog.messainlatino.it/2023/10/esclusiva-magister-muller-scrive-duka.html

[235] blog.messainlatino.it “Esclusiva Magister: “Müller scrive a Duka: Fernández va contro la dottrina cattolica, e con lui c’è il papa” blog.messainlatino.it 14.10.2023 https://blog.messainlatino.it/2023/10/esclusiva-magister-muller-scrive-duka.html

[236]L. Melina, “Livio Melina: “Le sfide di ‘Amoris Laetitia’ per un teologo della morale” , in Settimo Cielo di Sandro Magister 28.6.2017 http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/06/28/livio-melina-le-sfide-di-amoris-laetitia-per-un-teologo-della-morale/

[237]Charles Jude Scicluna e Mario Grech “Criteri applicativi di “Amoris laetitia”,  14.1.2017, www.chiesa.espressonline.it,  http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351437.html

[238]Cfr. Conferenza Episcopale Tedesca “La gioia dell’amore vissuto nelle famiglie è anche il giubilo della Chiesa” 23.1.2017,   www.jesidiocesi.it, http://www.jesidiocesi.it/download/scuola_teologia/anno_3/sarti/vescovi_tedeschi.pdf

[239] I comandi divini non sono soggetti a dispensa, si veda quello che dissi nel I volume  del mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia” al cap. V, n. 5, c; il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 2072 afferma: “Poiché enunciano i doveri fondamentali dell’uomo verso Dio e verso il prossimo, i dieci comandamenti rivelano, nel loro conte-nuto essenziale, obbligazioni gravi. Sono sostanzialmente immutabili e obbligano sempre e dappertutto. Nessuno potrebbe dispensare da essi. I dieci comandamenti sono incisi da Dio nel cuore dell’essere umano.”

[240]Van Kol “Theologia Moralis”, Editorial Herder, Barcelona , 1968, t. II, p. 217

[241] Si veda quanto ho affermato a riguardo nel I volume del mio libro: “Tradimento della sana dottrina attraverso “Amoris Laetitia”.” Cap. V , 4 gratuitamente scaricabile e leggibile sul mio sito www.tradimentodellasanadottrina.it  https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[242]Seifert “La logica pura minaccia di distruggere l’intera dottrina morale della Chiesa?”, AEMAET 5 agosto 2017;    http://www.aemaet.de/index.php/aemaet/article/view/44/pdf_1 ; https://www.corrispondenzaromana.it/wp-content/uploads/2017/08/Testo-Seifert-italiano.pdf?it ;

[243]Chiesa e Post Concilio  “Linee guida crescono da una periferia all’altra, i ‘Dubia’ sempre più ignorati.”  https://chiesaepostconcilio.blogspot.fr/2018/03/linee-guida-crescono-da-una-periferia.html

[244]Ureta, José Antonio. Il “cambio di paradigma” di Papa Francesco: Continuità o rottura nella missione della Chiesa?: Bilancio quinquennale del suo pontificato (Italian Edition) (posizioni nel Kindle 1494-1509). Edizione del Kindle.

[245] Diocesi di Como, “Nota pastorale per l’attuazione del cap. VIII di Amoris laetitia” http://famiglia.diocesidicomo.it/wp-content/uploads/sites/10/2018/03/approfondimentoteologiamorale_30gennaio2018_donangeloriva.pdf

[246] blog.messainlatino.it “Esclusiva Magister: “Müller scrive a Duka: Fernández va contro la dottrina cattolica, e con lui c’è il papa” blog.messainlatino.it 14.10.2023 https://blog.messainlatino.it/2023/10/esclusiva-magister-muller-scrive-duka.html

[247] Tullio Rotondo “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia” volumi I e II , possono essere scaricati o letti gratuitamente a questo mio sito internet www.tradimentodellasanadottrina.it,  https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[248] Si veda quanto ho affermato a riguardo nel I volume del mio libro: “Tradimento della sana dottrina attraverso “Amoris Laetitia”.” Cap. V , 4 gratuitamente scaricabile e leggibile sul mio sito www.tradimentodellasanadottrina.it  https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[249]A. Riva “Approfondimento di Teologia morale in margine alla Nota pastorale per l’attuazione del cap. VIII di Amoris laetitia” http://famiglia.diocesidicomo.it/wp-content/uploads/sites/10/2018/03/approfondimentoteologiamorale_30gennaio2018_donangeloriva.pdf

[250] blog.messainlatino.it “Esclusiva Magister: “Müller scrive a Duka: Fernández va contro la dottrina cattolica, e con lui c’è il papa” blog.messainlatino.it 14.10.2023 https://blog.messainlatino.it/2023/10/esclusiva-magister-muller-scrive-duka.html

[251]Cfr. Giovanni Paolo II “Veritatis Splendor n. 13, 52, 67, 99, 102;  ** “La norma morale di «Humanae vitae»
e il compito pastorale” L’Osservatore Romano, 16 febbraio 1989, p. 1, www.vatican.va ,  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19890216_norma-morale_it.html  ;  S. Tommaso d’ Aquino in Super Sent., lib. 3 d. 25 q. 2 a. 1 qc. 2 ad 3; I-II, q. 72 a. 6 ad 2; II-II q. 33 a. 2 in c.; De malo, q. 7 a. 1 ad 8 ; SuperRm. c. 13, l. 2; Super Gal., c.6, l.1

[252] blog.messainlatino.it “Esclusiva Magister: “Müller scrive a Duka: Fernández va contro la dottrina cattolica, e con lui c’è il papa” blog.messainlatino.it 14.10.2023 https://blog.messainlatino.it/2023/10/esclusiva-magister-muller-scrive-duka.html

[253] blog.messainlatino.it “Esclusiva Magister: “Müller scrive a Duka: Fernández va contro la dottrina cattolica, e con lui c’è il papa” blog.messainlatino.it 14.10.2023 https://blog.messainlatino.it/2023/10/esclusiva-magister-muller-scrive-duka.html

[254]A. Riva “Approfondimento di Teologia morale in margine alla Nota pastorale per l’attuazione del cap. VIII di Amoris laetitia” n. 28 p.15  http://famiglia.diocesidicomo.it/wp-content/uploads/sites/10/2018/03/approfondimentoteologiamorale_30gennaio2018_donangeloriva.pdf

[255] Si veda quanto ho affermato a riguardo nel I volume del mio libro: “Tradimento della sana dottrina attraverso “Amoris Laetitia”.” Cap. V , 4 gratuitamente scaricabile e leggibile sul mio sito www.tradimentodellasanadottrina.it  https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[256] I comandi divini non sono soggetti a dispensa, si veda quello che dissi nel I volume  del mio libro “Tradimento della sana dottrina attraverso Amoris Laetitia” al cap. V, n. 5, c; il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 2072 afferma: “Poiché enunciano i doveri fondamentali dell’uomo verso Dio e verso il prossimo, i dieci comandamenti rivelano, nel loro conte-nuto essenziale, obbligazioni gravi. Sono sostanzialmente immutabili e obbligano sempre e dappertutto. Nessuno potrebbe dispensare da essi. I dieci comandamenti sono incisi da Dio nel cuore dell’essere umano.”

[257]Lorenzo Bertocchi “Kasper: Divorziati risposati, il Papa ha aperto la porta”, La Nuova Bussola Quotidiana 26-04-2016 http://lanuovabq.it/it/kasper-divorziati-risposati-il-papa-ha-aperto-la-porta#.Vzcm7XRyzqA

[258]Lorenzo Bertocchi “Kasper: Divorziati risposati, il Papa ha aperto la porta”, La Nuova Bussola Quotidiana 26-04-2016 http://lanuovabq.it/it/kasper-divorziati-risposati-il-papa-ha-aperto-la-porta#.Vzcm7XRyzqA

[259]S. Alfonso M. de’ Liguori “Istruzione e pratica del confessore” “Opere di S. Alfonso Maria de Liguori”, Pier Giacinto Marietti, Vol. IX, Torino 1880,  c. XVI p. III  n. 43, pag. 383 , www.intratext.com, http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_PXT.HTM

[260] Robert W. McElroy “Cardinal McElroy on ‘radical inclusion’ for L.G.B.T. people, women and others in the Catholic Church.” www.americamagazine.org 24.1.2023  https://www.americamagazine.org/faith/2023/01/24/mcelroy-synodality-inclusion-244587

[261] Papa Francesco Esortazione Apostolica “Gaudete et exultate” 2018 www.vatican.va https://www.vatican.va/content/francesco/it/apost_exhortations/documents/papa-francesco_esortazione-ap_20180319_gaudete-et-exsultate.html#_ftnref52

[262] Robert W. McElroy “Cardinal McElroy on ‘radical inclusion’ for L.G.B.T. people, women and others in the Catholic Church.” www.americamagazine.org 24.1.2023  https://www.americamagazine.org/faith/2023/01/24/mcelroy-synodality-inclusion-244587

[263] Si veda quanto ho affermato a riguardo nel I volume del mio libro: “Tradimento della sana dottrina attraverso “Amoris Laetitia”.” Cap. V , 4 gratuitamente scaricabile e leggibile sul mio sito www.tradimentodellasanadottrina.it  https://www.tradimentodellasanadottrina.it/

[264] Cfr. Heinrich Denzinger“Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hünermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003, n. 1673.1676.1677.1678.1704.1705

[265] blog.messainlatino.it “Esclusiva Magister: “Müller scrive a Duka: Fernández va contro la dottrina cattolica, e con lui c’è il papa” blog.messainlatino.it 14.10.2023 https://blog.messainlatino.it/2023/10/esclusiva-magister-muller-scrive-duka.html

[266]M. Hickson “Cardinal Müller: Some statements by Pope Francis could be understood as material heresy.” 7.11.2023  https://www.lifesitenews.com/news/exclusive-cardinal-muller-says-francis-has-uttered-material-heresy-but-is-still-the-pope/; traduzione italiana “ Card. Müller: Papa Francesco e la sua promozione dell’”eresia della prassi” 8.11.2023 www.sabinopaciolla.com https://www.sabinopaciolla.com/card-muller-papa-francesco-e-la-sua-promozione-delleresia-della-prassi/

[267]Giovanni Paolo II “Lettera al Card. William W. Baum in occasione del corso sul foro interno organizzato dalla Penitenzeria Apostolica” , 22 marzo 1996, www.vatican.va ,  https://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/letters/1996/documents/hf_jp-ii_let_19960322_penitenzieria.html ; Cfr. Heinrich Denzinger “Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hünermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003, n. 812.1679-1682. 1707s cfr. anche Giuseppe Alberigo (a cura di) “Decisioni dei Concili Ecumenici” De Agostini Libri, Novara 2013, Prima edizione eBook: Marzo 2013. posizione del Kindle 9221.9404-9406.

[268]Dicastero per la Dottrina della Fede, Nota “Gestis verbisque” sulla validità dei Sacramenti, 03.02.2024 https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2024/02/03/0115/00224.html